Qualcuno di voi mi aveva indicato/chiesto/suggerito, di concentrare gli sforzi del film review, ormai diventato un appuntamento settimanale, sugli aspetti negativi e sugli errori più che sulle belle giocate, di modo da capire meglio dove può migliorare la squadra; la cosa ovviamente mi è piaciuta e quale occasione migliore per dare un occhiata ad una bella carrellata di schifezze che non questa settimana dopo il match contro Seattle.

Come detto nel game recap però. gli errori sono molteplici e hanno cause molto diverse tra loro, ho scelto dunque 6 video con caratteristiche di errori variegate per cercare di racchiuderne il maggior numero possibile.

 

1- problema di talento puro/nostro e loro

Il problema di cercare sempre diamanti nella terra e di poter tirare fuori il sangue dalle rape, a volte ti espone forse a riporre troppa fiducia in ragazzi che magari questo diamante non lo hanno dentro, o che sono semplicemente onesti mestieranti. E’ il caso (a mio parere) di Justin Coleman, che si è trovato a ricoprire il ruolo di terzo cornerback scavalcando il rookie Cyrus Jones ed il nuovo arrivato Eric Rowe, che però va detto hanno caratteristiche fisiche differenti, essendo Jones più atto a marcare nel medio sfruttando la sua rapidità nello slot, mentre Rowe fisicamente ha tutto per marcare ricevitori di ruolo più prestanti.

Nell’esempio qui di seguito, ad inizio gara, Lockett guadagna terreno su Coleman con una semplice finta ed uno scatto repentino, lasciando il #22 dietro di se, col risultato di un bel completo, dove (e qui parliamo di talento loro) è bravissimo Wilson a trovare la traiettoria perfetta per un pallone che vola dritto dritto nelle mani del suo compagno; ora, diciamo pure che un QB mediocre questo lancio rischia di sbagliarlo o di farsi addirittura intercettare, però se vuoi arrivare a giocarti il Super Bowl, tendenzialmente prima o poi un QB di livello alto lo trovi, e la tua difesa deve essere impeccabile, asfissiante, morbosa, cosa che non è stata la difesa qui di Coleman, che si fa superare con troppa facilità. Oltretutto aggiungo che se guardate bene i primi secondi dopo lo snap, Coleman non mette nemmeno un braccio o una mano a dare fastidio all’avversario per rompere il “timing” della traccia, non lo disturba affatto, e questo permette al ricevitore di eseguire le sue finte e completare la traccia.

 

2- match up da incubo

Questa azione mi ha davvero stupito; siamo in una situazione di 3 down e 6 a metà campo, dove ti puoi aspettare davvero di tutto, e Seattle manda in motion il running back Prosise a formare 4 ricevitori sul lato sinistro della offense. Come vedrete nel video è il linebacker Shea McClellin a seguirlo ed occuparsi di lui. Dovete sapere o già saprete perchè ne abbiamo già parlato, che McClellin a Chicago ha anche e soprattutto giocato da defensive end mano a terra, quindi diciamo che è abituato a difendere un certo tipo di situazioni, non è il linebacker alla Shazier degli Steelers, più atletico e capace di seguire ogni tipo di attaccante.

Mi chiedo come mai non si siano invertiti lui e Hightower, che nel nostro sistema è più abituato a questo tipo di responsabilità, col risultato che Prosise ridicolizza McClellin correndo una “In and out” che quasi siede il difensore nemmeno stesse giocando un 1 contro 1 con Allen Iverson. Qui si apre un dibattito dove le risposte e le domande sono davvero infinite, come per esempio cosa diavolo ci faceva in campo McClellin su un 3 e 6 quando uno come Mingo (o addirittura una safety) sarebbero stati più utili, o come mai un nostro tallone d’Achille come il difendere sulle tracce dcorse dai running backs, cosa che ci fa male ad ogni match, i nostri coaches non siano ancora riusciti a decifrarla a dovere.

 

3- La scarsa reattività nel leggere le situazioni 

Nella prossima situazione di gioco, una “play-action” ci manda in pappa letteralmente; Harmon rimane isolato come safety sul profondo mentre McCourty si occupa di aiutare in “run support”.

Le cose da notare sono :

  • la scarsa se non nulla pressione che c’è sul quarterback, che così ha tempo di attendere che i suoi ricevitori sviluppino le tracce al meglio
  • l’enorme difficoltà e lentezza che non permette ad Harmon di chiudere quando l’avversario taglia verso il centro del campo.

Proprio nel recap parlavamo del fatto che la forza della difesa di Seattle non è nel fare 2389 cose, ma anzi sta nel farne poche ma farle benissimo. Se al posto di Harmon ci fosse stato uno come Earl Thomas non dico che il completo non sarebbe avvenuto, ma quasi sicuramente il ricevitore avrebbe preso una “lecca” di proporzioni epiche con la possibilità di perdere il pallone, cose che sono esattamente successe a noi con l’infortunio subito da Gronk (botta al petto) ed il fumble di Edelman, entrambe situazioni forzate dalla cattiveria e rapidità difensiva delle loro due safeties.

 

4- ancora play action

Continuiamo a parlare di play-action, questo “escamotage” offensivo che ci ha così dolorosamente colpito domenica notte.

Se vi concentrate su Butler in marcatura su Baldwin, noterete come per quasi tutto il video il #21 si tenga perfettamente incollato all’avversario per poi perderlo dopo svariati secondi, ma sta proprio lì il problema, che nasce però dalla scarsa pressione che la nostra pass rush ha generato.

Ora, è chiaro che proprio a livello istintivo, un difensore che vuole mettere pressione sul quarterback, vedendo questo che tiene il pallone e arretra per lanciare, immediatamente si freni, ma è una cosa che un difensore di linea esperto deve tenere in conto, soprattutto perchè so benissimo che in settimana le play action di Seattle saranno state studiate dai nostri, e so bene che una delle soluzioni a questo è arrivare o cercare di arrivare addosso al QB prima che lui stesso possa ragionare, una volta che ha fatto la finta di darla al runner per poi tenere la palla.

Non accade nulla di questo e Butler non può fare nulla altro che guardare l’ovale venire raccolto dal suo uomo.

 

5- lo strazio di fine primo tempo

Il touchdown concesso al termine del primo tempo, proprio a ridosso dell’intervallo, non ha scusanti, è una delle pagine più brutte scritte dalla nostra difesa negli ultimi anni. Le cose di cui discutere sarebbero due, ma quando ho visto la azione del TD ho preferito non commentarla, ci sarebbe voluto uno speciale apposta; allora parliamo del prima, ovvero del completo che ha permesso a loro di andare poi a segnare.

Noi siamo in formazione “prevent” che sulla carta si chiama così perchè dovrebbe a tutti i costi prevenire una segnatura avversaria e si usa proprio in queste situazioni. Come diceva qualcuno, “the only thing that this formation prevents, is for you to win” ovvero ” l’unica cosa che previene questa difesa è una tua vittoria” poichè ci sono diverse scuole di pensiero che odiano questo approccio difensivo sostenendo che non serva a nulla se non a concedere un mare di campo agli altri e io da tempo ne sono un convinto sostenitore.

Vedete nel video come arretrino tutti i linebackers, formando una gabbia esagerata di 5 uomini contro 2 soli ricevitori in alto nello schermo, lasciando completamente libero Prosise di uscire dal backfield, ora: SE sul cronometro ci fossero stati 4 o 5 secondi, questa difesa sarebbe stata perfetta, perchè tanto a Prosise la possono anche dare, al massimo completano e scade il tempo, o chiamano un timeout in extremis e calciano.

Ma visto che di secondi ne mancavano in abbondanza, come anche di possessi, sarebbe stato meglio magari dedicare un linebacker in marcatura su Prosise, lasciando poi 4 uomini su 2 dei loro, perchè non sarebbe cambiato nulla. Una altra cosa da tenere in considerazione in queste fasi di gioco è il “down and distance“, e bisogna SEMPRE dare il compito ad un difensore di occuparsi della linea di chiusura del down (in questo caso la vedete sulle 20 yards) perchè si sa che una offense la prima cosa che guarda è il limite da superare per avere poi altri possessi successivi, ma qui non lo fa nessuno, e infatti dove va a tuffarsi Prosise? a cavallo delle 20 yards.

 

6- Problemi di schema

Uno dei “loser” del match è indubbiamente Mike Patricia; io sono dell’idea che quando i tuoi giocatori in campo non sanno cosa fare o come comportarsi sia colpa del coach.

Nella parte alta dello schermo vedete Butler e Ryan difendere e seguire i loro uomini, e qui faccio mea culpa, ammetto di essere io in difetto tanto da non sapervi dire se siano in copertura a uomo o a zona. Perchè le 2 safeties vanno in copertura sul profondo e si dividono le due zone del campo e va bene, Elandon Roberts e Hightower seguono i rispettivi uomini in marcatura stretta, e va bene, quindi fino a qui potremmo ipotizzare sia una “cover 2 man“.

Ma poi guardo Ryan che deve solo e semplicemente stare col suo uomo, stargli a 5 yards di distanza (sul marker del down and distance), e Butler, che non ha nessuno di cui occuparsi perchè in mezzo al campo la safety è già andata ad aiutare Roberts sul tight end, dare la schiena al suo uomo, quasi ad indicare una zona che però non avrebbe appunto senso.

A quel punto per Wilson è un giochino da ragazzi trovare (credo fosse) Baldwin in una valle desolata tra i due cornerbacks, ma qui capite bene che non è almeno secondo la mia interpretazione, un problema di talento o altro, si vede chiaramente che i due ragazzi non sono esattamente convinti di cosa debbano fare e questo si traduce in un completo con guadagno enorme.

 

Bill Belichick è ritenuto da tutti un genio della difesa, e Patricia un intelligentissimo ragazzo che ha studiato “rocket science”, ma non vorrei che ad ingegnarsi troppo, poi si perdano di vista le realtà più banali ed elementari, e spesso rischiamo di complicarci la vita da soli cercando di essere “too cute”, troppo carini e sofisticati.

 

_ Francesco Cugusi

Written by francescoc

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