Finalmente si può tornare a parlare di football giocato, casco e spalle indossati dai nostri e via verso una nuova stagione; La prima gara di preseason è una abitudine ormai, quella che contrappone i nostri ai New Orleans Saints dopo qualche allenamento condiviso coi ragazzi in nero-oro di coach Payton, che ormai pare avere un canale preferenziale col coach Belichick, col quale spesso scambia anche giocatori e prospetti, lo testimonia il fatto che in campo ci siano ex di entrambe le fazioni come il tight end Michael Hoomanawanui, oppure il nuovo arrivato in casa Pats, la safety Vinnie Sunseri, per citare anche il running back Travaris Cadet e via dicendo. Ma tagliamo corto e veniamo alla partita.

Man of the match

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Questa è una novità, una piccola idea che ho avuto per rendere un pochino più interessanti i recap; una specie di “figurina” come quelle che potete trovare nell’ultimate team di Madden, dove indico l’uomo partita, ovvero il giocatore che secondo me ha meritato maggiori elogi nel match in questione; Su Flowers c’è moltissima attenzione, per una serie di motivi : in primis, l’infortunio di Rob Ninkovich, che lascia, almeno fino ad Ottobre, un buco nella posizione di defensive end, ma anche per il ruolo di sostituto di Chandler Jones; come abbiamo detto tempo fa, la cessione o per lo meno l’eventuale perdita di Jones era già stata messa in conto al draft di due anni fa dove arrivarono molti elementi come Grissom e Flowers in quel ruolo.

Lui riparte da tutto quello che di buono ha fatto lo scorso anno prima di infortunarsi, e contro i Saints mette a referto 4 tackles di cui 1 assistito, ma soprattutto un fumble forzato, poi ricoperto e riportato in end zone da lui stesso. Durante tutta la partita però, quello che mi ha impressionato da parte sua è la costante capacità di penetrare e trovarsi nel backfield ospite; anche quando non riesce a mettere le mani sul QB o RB avversario, vince comunque la sua battaglia personale con la linea avversaria e questo per noi è una boccata di speranza per la profondità nel ruolo dietro a Sheard e Long.

Sarebbe stato troppo facile dare il premio a Jamie Collins, un uomo che sembrava giocare tra i bambini, intercetto riportato in touchdown per aprire le danze e poi uno stop come quello che segue, giusto per far capire che per trattenerlo a Foxborough ci vorranno i soldoni quelli veri.

 

Jimmy Garoppolo sotto la lente

E’ inutile negarlo, con la squalifica di Brady che incombe, ed il #12 assente addirittura dal Gillette stadium per presenziare ad un lutto familiare, tutti gli occhi erano puntati su colui che sarà lo starting quarterback per le prime quattro settimane; le statistiche dicono tutto e niente, 11 completi su 18 lanci per 168 yards totali, senza touchdowns ne intercetti, senza infami a e senza lode diciamo. C’è però un aspetto che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso del ragazzo, il cosiddetto “ball placement”, ovvero il posizionamento del pallone, volgarmente DOVE si lancia. Perchè se la regola numero 1 del QB è lanciare al compagno, la regola 2 anzi 1bis è NON metterla tra le mani dei difensori. Il piazzamento dell’ovale di JimmyG è stato perfetto ieri sera, e per perfetto intendo anche tirarla a 5 metri per terra a gioco rotto quando non si poteva fare altrimenti, piuttosto che rischiare un intercetto.

Sul rookie Malcolm Mitchell, uscito all’intervallo per un infortunio da film horror al gomito ma che pare più doloroso che grave, per lui gomito slogato e 4 settimane di stop, ha servito delle “caramelle” perfette, (che hanno anche messo in luce l’enorme talento del ricevitore ex Georgia) anche in marcature 1 vs 1 molto strette. Uno dei palloni che mi è piaciuto di più è stato un campanile nell’angolo a destra della end zone per James White, marcato da un cornerback che sarà stato alto 20 centimetri più di White, ma nonostante questo la palla è stata lanciata in una zona dove solo il #28 in maglia Blu poteva arrivarci, peccato poi che l’ottimo lavoro del difensore abbia creato un incompleto. Ancora un pò troppo tempo passato nella tasca, però ci tengo a sottolineare che il nostro QB ha giocato con una linea che per almeno 2/5 non sarà quella titolare, visto per esempio la partenza di Cannon come tackle destro che verosimilmente lascerà a Vollmer in stagione, e non aveva a disposizione ricevitori come : Gronkowski, Edelman, Amendola, Hogan, Martin, praticamente, a parte Martin, l’attacco titolare, mentre ha da subito mostrato un feeling ottimo con l’ex Bears Martellus Bennett ( 3 ricezioni per 33 yards).

Impossibile farsi una idea dopo 2 quarti della prima gara di preseason con un mare di assenze, ma gli spunti su Garoppolo sono positivi per la maggior parte e attendiamo di valutarlo con la offense al completo.

 

Chi ha stupito

Menzione principale per il cornerback Jonathan Jones, rookie undrafted in uscita da Auburn; c’era molto “buzz” attorno a questo ragazzo che a detta di molti addetti ai lavori si sta guadagnando rispetto e attenzioni a suon di giocate al camp, e si è visto in campo tutto il buon lavoro svolto fino ad ora. 2 tackles solitari e 3 placcaggi assistiti, a condire una serie di “pass break-ups” (ovvero quando si smanaccia un passaggio appena prima di farlo ricevere all’avversario) e con l’assenza di Logan Ryan ha sfruttato alla grande tutti i minuti che ha avuto a disposizione, al contrario del giocatore al secondo anno Darryl Roberts che invece ha deluso molto, anche per qualche flag di troppo regalata agli avversari con delle difese di dubbio gusto.

Assieme a Jones segnaliamo un altro undrafted che sta facendo di tutto per rimanere nell’orbita del sistema New England e risponde a nome di Cre’Von LeBlanc, autore di una delle giocate che rimarranno negli annali delle amichevoli NFL con un intercetto in end zone. Non è certo con una giocata che ci si conquista il rispetto dei coaches, ma LeBlanc è stato autore di una gara attenta, posata e mai esagerata. Tutta la difesa dal primo all’ultimo quarto mi ha stupito perchè capace di affrontare gli avversari con testa e concentrazione senza errori grossolani.

Ora passiamo alle sorprese in attacco; qui altro che spezzare una lancia, dobbiamo spezzare un ariete a favore del tight end A.J. Derby, che gioca con la sicurezza e la personalità di uno che lo fa da sempre, e non di uno che al college era inizialmente un QB. Derby riceve 3 palloni per 47 yards, e lo fa nel traffico con catches spettacolari. Mi piace molto la mentalità di questo giocatore che è stato draftato lo scorso anno da un team che in quel ruolo ha un certo Gronkowski, e che quest’anno ha migliorato la posizione con Bennett, ma lui invece di scoraggiarsi sta continuando a lavorare bene e con impegno e si vede, e saranno cavoli per gli altri (Harbor, Williams) dimostrare di meritarsi il ruolo più di lui.

Segnaliamo anche il ritorno al football giocato del running back Tyler Gaffney, fermo da ben 2 stagioni per infortuni, e che finalmente ha potuto farsi conoscere al pubblico dei Patriots con una bella prova, 9 portate per 64 yards e 2 ricezioni per 7 yards, condita da una bellissima marcatura dove ha aperto gli scarichi e acceso il Nos, coadiuvato da un ottimo doppio blocco di Derby e Cannon. Gaffney, se sano e capace di tornare ai ritmi che aveva tenuto al college, può tranquillamente rientrare nei 3 o 4 backs titolari, e credo che lo pensi anche il coaching staff che ha fatto le capriole tra practice squad e lista infortunati per tenerlo a roster nonostante non potesse giocare per 2 anni.

Per concludere due parole su Brissett che ha avuto a disposizione tutto il secondo tempo, 7 completi su 13 lanci per un totale di 63 yards, ma anche per lui come per Garoppolo il match ha detto molto di più dei numeri. Inanzitutto lui, al contrario di Garoppolo ha eseguito dei passaggi sconsiderati, e solo per grazia divina non ha messo a referto un paio di intercetti, avrà lanciato 4 intercetti fatti e finiti a contarli male, droppati dai difensori. Però, e qui mi ha lasciato estasiato, ha dimostrato passatemi il termine due “coglioni” enormi. Sembrava di vedere un veterano di 8 stagioni NFL in campo. Veloce nel decidere, ha un braccio che è un cannone, non ha paura di sbagliare, ha lanciato in marcature strette, in finestre utili risicate e ha dimostrato quel coraggio che un ragazzo giovane deve avere, testa alta, zero paura di sbagliare e palle quadre. Poi chiariamoci, magari con la secondaria titolare dei Saints chiudeva veramente a 4 intercetti e si parlava di flop, ma in queste gare che non contano nulla bisogna estrapolare quel poco che si riesce a leggere tra le righe ed il suo atteggiamento mi è piaciuto moltissimo.

 

Conclusione

Il risultato non conta nulla, ma vincere aiuta a vincere e aiuta a creare un mindset funzionale, abbiamo ridotto gli infortuni a 1 (Mitchell) e si sono viste più luci che ombre, andiamo avanti così in vista del prossimo match, in casa, contro i bears che sono rimasti a 0 punti nella gara coi Broncos.

Written by francescoc

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