Sarà proprio Josh McDaniels ad infliggere la fatality a questa stagione?
Dopo la brutta sconfitta contro New Orleans, i Patriots si trovano ad affrontare la, a questo punto diciamo
difficile, trasferta in quel di Las Vegas contro tante vecchie conoscenze.
In questo game preview mi risulta davvero difficile dire cosa aspettarsi dai vari giocatori a roster perché i
New England Patriots del 2023 sembrano una squadra alla deriva, troppo brutti per essere veri, e anni luce distanti dal quanto riportato anche solo 3 mesi fa durante il training camp estivo dai nostri insider, che descrivano una squadra quadrata e completamente diversa rispetto a quella osservata nel 2022.
Le sconfitte nello sport esistono, esistono da sempre, eppure i Patriots di oggi non sanno neanche più
perdere, perché quanto offerto nelle ultime due partite ha il sapore di una squadra che non ha una minima idea di dove andare, a quale appoggio sicuro ancorarsi durante la tempesta, e la L nella casella delle sconfitte è il minore dei mali.
Potremmo concentrarci a scrivere, come solito, di evitare errori di lettura o turnover sanguinosi ma, a vedere i giocatori ogni domenica, il problema pare prima mentale che di gioco.
OFFENSE:
Entrando in week 6 la offense dei Patriots è la peggiore della lega, per distacco. Qui occorre però
evidenziare che non tutti i problemi sono causati dal minimo comune denominatore che risponde al nome di Mac Jones. Per quanto si possa criticare, come dice Dan Orlowsky di ESPN, fare il QB nella offense dei Patriots oggi è impossibile.
Chiaramente Jones con se porta un carico di responsabilità non indifferente essendo, soprattutto, il QB della squadra ma anche rispetto a quelle che erano sue peculiarità pre draft, ovvero rispondere alle avversità che si presentano durante le partite e non ha dimostrato di avere la tenuta mentale atta a fare il QB in NFL.
Per chi scrive tanti dei suoi errori, di concetto ed esecuzione, partono da qui e non credo che questo ambiente possa, in qualche modo, aiutarlo ad uscire da questa spirale buia che sta
compromettendo le sue prestazioni.
Chiaramente, non è solo colpa sua, in primis ci sono attenuanti democratiche come gli infortuni ma soprattutto una offense che fa acqua anche negli elementi che dovrebbero essere pilastri o quantomeno elementi di sicura affidabilità. E in questo passaggio mi riferisco a Brown, che nelle ultime due partite non sa cosa sia un pass block, o Mondre che pare abbia perso la voglia di correre, senza contare i ricevitori, che per scelta (e qui si dovrebbe iniziare a lavorare con mentalità diversa nel front office) lavorino come tali solo pochi snap a partita.
Oggi la offense, semplicemente, non lavora all’unisono; tutti fanno più o meno bene solo il loro lavoro senza avere una visione comune di dove andare, sintomo di una mancata coesione a livello di gruppo e di mancata gestione da parte dei coach.
DEFENSE:
La difesa, martoriata dalle assenze, fa quel che può ma e probabilmente la secondaria è il reparto da cui
ripartire per gli anni futuri. Chiaramente rimanere in campo per 45 minuti non è in nessun universo una
condizione ottimale per performare. Ora contro i Las Vegas ci troveremo di fronte una offense, che per
quanto porti alcuni punti interrogativi, è in grado di metterci in difficoltà a tutti i livelli e con un attacco che non aiuta tenere il campo contro Adams e compagni non sarà semplice.
Può aiutare aver inserito Jackson, e la sua settimana in più di allenamenti, ma servirà aiuto da chi il pallone lo deve gestire per poter pensare di limitare Las Vegas.
Io, come tifoso, non chiedo si vinca il SuperBowl quest’anno, le stagioni storte ci stanno, ma da questi
Patriots, domenica, mi piacerebbe vedere almeno una risposta di animo, mettendo in campo
concentrazione e coesione. Anche arrivasse una sconfitta, vista la stagione, non sarebbe un dramma
tuttavia non alzare bandiera bianca dopo 15 minuti sarebbe quasi un successo.
Matteo Fini@PatriotReign
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