Andiamo a valutare gli elementi che hanno formato la offense di questa stagione.

Quarterbacks

Dapprima il ritorno di Cam Newton, poi la selezione di Mac Jones, con quest’ultimo che guadagna terreno durante il camp fino a rendere superflua la presenza dell’ex n.1, il tutto supervisionato dal buon vecchio Hoyer che come un papà premuroso osserva lo svilupparsi degli eventi senza farsi troppo coinvolgere, con uno Stidham fuori dai giochi per infortunio, ma in qualche modo ancora a roster.

MAC JONES : 8

Stagione d’esordio storicamente buona per Jones, che non si fa troppo influenzare dai reps limitati coi titolari durante il training camp, reps che sono andati a Newton fino a circa una week dalla regular season, e che da subito appare come l’uomo giusto al posto giusto.

Capace di gestire il playbook dei Pats senza particolari intoppi, diventa spesso motivo di gioia dei tifosi, che in lui rivedono una qualche sorta di reincarnazione del buon vecchio Tom, anche se purtroppo come Brady non ne usciranno mai più. Jones in questa stagione viene giudicato, analizzato e paragonato prendendo sempre in esame gente in NFL da più tempo di lui, e questo è un merito del giovane prodotto di Alabama, che ha da subito una marcia in più rispetto ai suoi colleghi di Draft, che per svariati motivi quest’anno sono sembrati tutti sopraffatti dalla difficoltà della NFL.

Mac probabilmente non sarà mai un qb grazie al quale si vince un Super Bowl, ma è sicuramente un qb con il quale puoi vincere, e per molto tempo, ed i tifosi dovrebbero essere entusiasti di trovarsi all’inizio di qualcosa di molto promettente. Chiude l’anno con :

  • YDS 3,8011 13th
  • TD 22 Tied-14th
  • INT 13 Tied-19th
  • QBR 51.2 16th

BRIAN HOYER : 7,5

Si è detto spesso che Hoyer è stato ripreso e tenuto prima per aiutare Cam con il playbook, e poi per fare lo stesso con Mac; beh, visti i risultati, dobbiamo pensare che parte del merito vada anche a lui. Non solo, ma quelle poche volte che gli viene chiesto di entrare in campo lo fa con una fame ed una voglia di far bene incredibile, che si traduce in numeri allucinanti; 3 su 4 contro i Jets per 79 yards, 3 su 3 contro Cleveland per 85 yards ed 1 touchdown su N’keal Harry, e 3 su 4 per 63 yards contro Jacksonville. (Hoyer chiuderà con un grade di PFF di 83.6, rispetto a quello di Jones di 80.4).

Naturalmente stiamo parlando di garbage time e di momenti di gioco poco significativi, ma il voto è giustificato in gran parte per l’aiuto che confido abbia dato a Mac per acclimatarsi nel sistema Patriots.

JARRETT STIDHAM : S.V.

Running backs

Sicuramente uno dei reparti che ha regalato più gioie in questa stagione, il comparto dei ‘backs ha visto assenze importanti da subito, per diversi motivi; primo su tutti, la cessione di Sony Michel ai Rams, che ha di fatto spalancato le porte a Damien Harris come lead back numero 1, e poi l’infortunio di James White, che contro i Saints esce acciaccato e non rientrerà più, regalando a Brandon Bolden una insperata stagione da protagonista nella offense di McDaniels.

DAMIEN HARRIS : 8,5

Il voto sarebbe stato anche più alto se solo non avessimo passato tutto l’anno a maledire il suo fumble in week 1; dopo quella partita però, appena viene trovata una quadra in linea d’attacco, Harris si conferma una scommessa vinta dal coaching staff, e diventa uno dei migliori runner dell’intera lega.

Conclude l’anno con 202 portate per 929 yards ( decimo in NFL ), 15 touchdowns ( secondo in NFL tra i runners ), e con un average di 4.6 yards a portata. Lo strapotere fisico che sprigiona si sposa perfettamente con la voglia di giocare fino al fischio finale, e solo qualche acciacco non gli ha permesso di concludere meglio una stagione da incorniciare.

RHAMONDRE STEVENSON : 7,5

Dopo un esordio da incubo ed un passaggio obbligatorio dietro la lavagna del coach, torna dal purgatorio con una prova convincente contro Dallas, dove segnerà anche il suo primo TD in NFL; le sue portate vanno sempre aumentando passando dalle 5 contro Dallas alle 8 contro i Chargers, 10 corse contro Carolina e poi 20 corse per 100 yards tonde tonde, assieme a 2 segnature, contro Cleveland.

Capace di sostituire Harris nel momento del bisogno, si rivelerà a sprazzi ancora più esplosivo del compagno se possibile, sgusciante tra i placcaggi mancati avversari, è sicuramente una gemma pescata al draft di quest’anno, e mi preme anche sottolineare come, al contrario di ciò che siamo abituati a vedere, finalmente un rookie d’attacco abbia saputo ritagliarsi uno spazio da protagonista al suo primo anno.

BRANDON BOLDEN : 7,5

Per capire la particolarità della stagione di Bolden bisogna andare oltre alle statistiche sulle corse, dove fa registrare 1 solo touchdown correndo per 226 yards, che solo si avvicinano alle 274 e 271 yards corse nelle prime due seasons ai Pats. Bisogna andare infatti nella categoria “ricezioni” per capire che se l’assenza di James White è stata ben mascherata, almeno nella prima parte dell’anno, è merito suo; 405 yards su ricezione, l’unica altra stagione che si avvicina è il 2015 con 180 yards, 2 touchdowns (come nel 2015) e 49 targets, quando il record di passaggi verso di lui era stato di 30, sempre nel 2015. Mac Jones ha ottenuto il primo down con 21 passaggi su Bolden, in carriera non ne aveva mai registrati più di 8 (indovinate… nel 2015).

Insomma tutti questi numeri per dire che Bolden ha salvato la baracca ed ha fatto quello che ha potuto per dare a Mac una coperta di Linus, i suoi mezzi sono limitati e non sarà mai un Kamara, ma si è superato confermando ancora di poter essere in campo con la offense e non solo con lo special team.

J.J. TAYLOR : S.V.

JAMES WHITE : S.V.

JAKOB JOHNSON : 7

Per tutte le craniate che ha piantato sui caschi avversari gli avrei dato anche 10, il 7 nasce da una considerazione che raccoglie anche il sistema e i coaches più che il giocatore stesso; nel 2020 ha ricevuto 9 passaggi per 35 yards, e credevo che utilizzarlo in ricezione dal backfield potesse diventare un arma che l’avversario difficilmente avrebbe saputo prevedere ed arginare. Invece quell’aspetto del suo gioco non cresce, anzi quest’anno le sue catches sono 5 per 43 yards.

Menare, menare e ancora menare, il suo lavoro è “solo” quello ma lo fa molto bene, attenzione però al mercato dei free agents, dove assieme allo stesso Johnson figura un elemento di spicco nel ruolo come Patrick Ricard, che potrebbe davvero dare un nuovo livello di produzione al ruolo in New England.

Wide receivers

Belichick ricorre al mercato dei free agents per migliorare il reparto di skill players portando a Foxboro due elementi, Kendrick Bourne ex 49ers e Nelson Agholor, ex prima scelta di Philadelphia passato poi per i Raiders.

A loro due si unisce un giocatore in costante crescita come Jakobi Meyers, ma nulla più, ed anche se il reparto ricevitori nel complesso manca ancora di una vera arma n.1, si sono gettate delle buone basi per il futuro dei pass catchers.

KENDRICK BOURNE : 8

Sappiamo benissimo quanto sia difficile per i ricevitori ambientarsi in New England, con un sistema di gioco complesso ed un playbook che spesso spaventa oltremodo i ricevitori; l’entusiasmo contagioso e la voglia di fare di KB però gli permettono di essere da subito un elemento importante del nostro gioco, chiudendo l’anno con 5 touchdowns, 55 ricezioni e 800 yards totali, con un average di addirittura 14.5 yards a ricezione ( 21esimo in NFL).

Pro football focus gli da un grade di 77.8, figurando come 22esimo wr su 125.

NELSON AGHOLOR : 6,5

Ampia sufficienza per uno degli oggetti misteriosi meno apprezzati dalla fan base del New England; ci si aspettava numeri da capogiro per uno dei pezzi pregiati pagati cari e che non hanno reso quanto ci si sarebbe aspettato.

Con un cap hit di quasi 7M che diventeranno 14.8M nel 2022 l’idea era quella di poter avere finalmente quella minaccia sul profondo che tanto mancava nel nostro sistema. Io sono d’accordo in parte col concetto di “delusione” su questo elemento; si è visto da subito come la sua rapidità fosse qualcosa che ci mancava, e addirittura già in week 1 il potenziale da “big play” è apparso evidente quando Mac Jones lo cerca sul profondo con una parabola perfetta che purtroppo lo stesso Agholor non riesce ad assicurare tra le sue mani, si rifarà dopo ricevendo il primo td pass in carriera di Mac in NFL.

Sono queste le giocate che mancavano alla nostra offense, come quella di qualche settimana più tardi contro i Chargers.

Sono convinto che molte delle occasioni sfruttate da Meyers e Bourne nel mezzo del campo ( e anche da Henry ) siano nate dalla capacità proprio di Agholor di stretchare il campo e portare via uomini, e sono anche convinto che inizialmente un training camp dove Cam ha lavorato con lui più di Mac non abbia giovato alla causa.

Aggiungo, e su questo credo saremo tutti d’accordo, che altri elementi che possono aver penalizzato la prima stagione di “Nelly” in New England siano un sistema di gioco offensivo molto conservativo che difficilmente cerca i big plays,ed il consueto adattamento difficoltoso dei receivers al primo anno da noi.

I numeri e le statistiche potrebbero non supportare il contratto, ma i tapes dicono che è stato un ottima aggiunta che però nel secondo anno dovrà ovviamente diventare parte strutturale del nostro gioco.

JAKOBI MEYERS : 8

Il voto così alto è dato dal fatto che non dobbiamo mai dimenticarci da dove arriva Meyers, ovvero dal pool degli undrafted, ovvero da quelle scommesse dalle quali nessuno si aspetta nulla. Invece Jakobi passa dai 41 targets del 2019, ai 81 del 2020, fino a consacrarsi come “il nuovo Edelman” (con le dovute proporzioni) nel 2021 chiudendo con 83 ricezioni su 126 targets, 866 yards e 2 touchdowns.

Una bella storia a lieto fine dell’ennesimo quarterback diventato receiver coltivato dai nostri coaches, che spero viva il definitivo salto di qualità nel 2022.

N’KEAL HARRY : 4

Se giocasse tutte le domeniche con Hoyer magari sarebbe il ricevitore numero 1 in NFL, ma a parte le sciocchezze, ormai non possiamo più nasconderci dietro a un dito : va bene bloccare, ed aiutare sulle corse, ma la sua scelta così in alto non ha funzionato e credo sarebbe opportuno per tutte le parti in causa cambiare aria.

GUNNER OLSZEWSKI / MATTHEW SLATER : 6

La sufficienza i due la meritano perchè hanno provato da soli a tenere alto il valore e l’umore di un reparto che è stato tra i peggiori costantemente per la stagione intera; Slater ormai figura da “reverendo” all’interno del nostro spogliatoio, il suo peso specifico si misura nel diffondere il verbo della “Patriot way” piuttosto che in qualche placcaggio, mentre Gunner, a cui è stato definitivamente affidato il ruolo di returner, lotta da solo contro le valanghe di carne e ossa che gli vengono gettate addosso dagli avversari.

Le sue 26 yards di media a ritorno non sono nemmeno male per gli standard NFL, che da quando ha modificato il posizionamento di chi calcia, avvicinandolo agli avversari, è riuscita nell’intento di limitare ritorni spettacolari e collisioni pericolose, ma quest’anno è mancata la giocata con la G maiuscola, e sostanzialmente il 2021 non ci ha detto nulla del giovane che già non sapessimo.

Menzione d’onore per Kristian Wilkerson, che da tempo lavora nell’oscurità del purgatorio che è la practice squad, e che quando chiamato all’appello si è dimostrato pronto. Speriamo che in futuro possa trovare più spazio.

Tight end

HUNTER HENRY : 8,5

Per la prima volta in carriera gioca una stagione completa, cosa rara per un ragazzo la cui carriera è stata pesantemente condizionata dagli infortuni.

Henry va contro tutto quello che abbiamo sempre detto delle “weapons” al primo anno da noi : si ambienta subito, non sembra avere particolari problemi col playbook e mette a referto la sua migliore season in termini di numeri. 50 ricezioni per 603 yards e 9 touchdowns.

Acquisto più che azzeccato per la cosa che più si avvicina al buon Gronk, e che, cosa ancora più importante, dimostra un feeling naturale con Mac Jones che speriamo possa durare e regalare ancora stagioni ottime come questa.

JONNU SMITH : 5,5

Se Jonnu Smith si chiamasse Mario Rossi e fosse stato draftato quest’anno, parleremmo di un ottimo elemento che può dare una dimensione al nostro attacco che raramente abbiamo sperimentato, con un grandissimo avvenire davanti a sè; il problema è che quando arrivi come pezzo pregiato e prendi tutti quei soldi, il tuo peso in campo si deve sentire.

Le ricezioni sono state 28, per 294 yards ed 1 solo touchdown, contro Tampa per carità, mica cotiche, ma sempre 1 rimane. Davvero troppo poco per giustificare l’ingaggio che il team gli riserva. McDaniels aveva detto che questo sarebbe stato un anno di fondazione per Smith, che nel secondo anno sarà molto di più coinvolto nel gameplan, a questo punto mi viene da chiedere se andrà anche lui ai Raiders (scherzo ma non troppo) oppure se il successore di McDaniels saprà aprire il vaso di pandora e permettere a questo che continuo a ritenere una arma impropria se ben utilizzato, di esplodere nel nostro sistema.

DEVIN ASIASI / DALTON KEENE : S.V.

Se per Keene il senza voto è una valutazione meramente legata al fatto che, causa infortunio, non lo abbiamo visto in campo, per Asiasi qualche dubbio mi viene; Dopo aver draftato 2 tight ends l’anno prima, andare a comprarne 2 al super mercato suona come una ammissione di colpe, anche se credo che si sia visto troppo poco per dire che i due non meritano il loro posto a roster.

Ma non vedere praticamente mai Asiasi coinvolto non depone a favore del ragazzo, che se vuole ritagliarsi uno spazio nel nostro roster, con quei due davanti, dovrà fare gli straordinari e dimostrare che i Pats potrebbero fare a meno di uno tra Henry e Jonnu, difficile, ma non impossibile.

Offensive line

TRENT BROWN : 6,5

Che ci crediate o no, secondo Pro Football Focus, Brown è il peggiore dei 5 titolari e chiude l’anno con un grade di 72,8, anche se a onor del vero è il migliore dei 5 in pass block ( 77,0 ); in soldoni vuol dire che è sulle corse che Trent Brown perde e diventa non molto affidabile per i Pats.

Questo, a mio avviso, è un chiaro esempio del perchè i numeri possono dire tanto ma non tutto, soprattutto se non sono dentro un contesto; Brown è stato il giocatore che una volta rientrato ha dato una grossa mano alla nostra linea ed ha trasformato la nostra tasca passaggio, il gap tra lui e gli eventuali sostituti (Cajuste o Herron) era veramente significativo.

A mio avviso non merita un rinnovo di contratto, per una serie di motivi che vanno dalla sua capacità di rimanere sano, e dal fatto di avere in panchina un ottimo Onwenu che può sostituirlo costando meno della metà.

SHAQ MASON : 8

Un altra stagione decisamente solida per quello che è ormai un punto fermo della nostra linea; per PFF è la quarta guardia su 82 come valutazione, con un grade di 86,4 che diventa addirittura 87,2 in run block, specialità della casa. Fortunatamente è ancora sotto contratto per 2 stagioni e non sarebbe assurdo prolungare di un ulteriore anno il contratto, magari abbassando il cap hit del 2022, che sarà di 10M e rotti.

DAVID ANDREWS : 8

Andrews è dovuto passare da Brady a Mac Jones, con un intervallo di Cam Newton. Per un centro cambiamenti del genere sono significativi, ma lui ha saputo navigare a vista e gestire egregiamente una linea che ha vissuto di alti e bassi soprattutto nei periodi meno fortunati, causati dalla scarsa continuità della forma fisica dei titolari. Per PFF è il quinto centro in NFL con un grade di 79,2 ed essendo sotto contratto fino al 2025 possiamo dormire sonni tranquilli.

A fine stagione si è operato ad una spalla, non sappiamo se questo problema lo abbia limitato, ma l’intervento sembra riuscito e dovrebbe tornare abile e arruolabile.

TED KARRAS : 7,5

Il prodotto dell’ università dell’Illinois arriva come salvatore della patria e riesce a sistemare la OL dopo un avvio altalenante; nessuno mi toglie dalla testa che sia stato ripreso per fare il centro al posto di Andrews, salvo poi accordarsi col centro titolare, e tornare quindi al suo ruolo di riserva di lusso.

Ebbene, riserva un corno, perchè quello che tutti davano per scontato sarebbe stato il ruolo di Michael Onwenu, diventa il suo, posizionato a guardia sinistra diventa un secondo centro aggiunto per Mac e sarà capace di registrare un grade su tasca passaggio di 76,5, addirittura il settimo migliore su 80 guardie.

ISAIAH WYNN : 5,5

Nel 2020 Wynn aveva ottenuto, sempre secondo il metro di valutazione di PFF, un grade di 82,6, che lo piazzava 11esimo su 79 tackles esaminati, e mostrava promettenti segni di miglioramento. Il 2021 è stato un anno non ottimale, il suo grade finale è di 74,9, ed è andato meglio sulle corse che sui passaggi.

Io non credo che sia stato così male come molti pensano, ha avuto una stagione sufficiente dove ancora una volta però non è riuscito ad essere al 100% fisicamente per tutto il campionato; il suo grade sotto la sufficienza nasce dal fatto che il prossimo anno il suo cap hit balzerà ad oltre 10M rispetto ai 3M che si portava dietro nel 2021, decisamente un salasso a meno che non si riveli una pedina insostituibile, ma fino ad oggi non lo è stato.

MICHAEL ONWENU : 7

Utilizzato principalmente come extra blocker, Onwenu si rivela ancora una volta una arma incredibile per la nostra linea; lo puoi mettere virtualmente ovunque, anche lo stesso Belichick ha detto che è molto complesso passare da guardia a tackle per le linee, ma per lui no.

Spero vivamente che possa ritagliarsi spazio come titolare perchè anche quest’anno, nonostante le apparizioni limitate, conclude con un grade di 86,7, addirittura 89,4 se si parla di blocchi sulle corse (certo l’essere posizionato all’esterno della linea come extra blocker può averlo agevolato perchè davanti a se tendenzialmente trovava linebackers o gente comunque più leggera.

YASIR DURANT : S.V.

Se i Chiefs, reduci da un Super Bowl perso proprio per la prova della loro OL, zeppa di riserve, decidono di cederti un OL, vuol dire che probabilmente non stanno rinunciando a tutto questo talento, ed infatti il seppur versatile Durant, anche nei momenti del bisogno quando ad inizio stagione non si trovava una quadra in linea, non è mai stato capace di mettersi in mostra ed aiutare.

Potrebbe essere utile una offseason di lavoro con noi ma non sono sicuro lo rivedremo.

JUSTIN HERRON : 5

Il giovane Herron, chiamato a sistituire a volte Wynn a volte Brown, riesce a farli rimpiangere entrambi; il downgrade è piuttosto evidente con lui in campo, e questa offseason sarà vitale per lui per lavorare sodo e permettere al coaching staff di trovare in lui una alternativa valida ai nomi più altisonanti e soprattutto più “cari”.

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

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