La gestione Belichick, e perchè cambiano i temi, i trends, le squadre, ma noi ci siamo sempre.

Qualche giorno fa sulla nostra pagina facebook pubblicai una statistica davvero interessante : dal 2000 al 2009 i Patriots vinsero 126 gare, record della lega in uno span di 10 anni, record battuto da questa versione dei Patriots che con la vittoria sui Chargers si porta a 127 dal 2010 al giorno d’oggi.

Già, QUESTA versione dei Patriots, una versione che, per rifarmi alle parole di Colin Cowherd che condivido pienamente, non soddisfa almeno sulla carta il livello abituale a cui siamo abituati dalle precedenti “edizioni” del roster che affrontata i playoffs. Si può discutere quanto si vuole sul fatto che la forza sia il gruppo e non i singoli, come dice anche il nostro Belichick, ma servono pur sempre le individualità, perchè in uno sport sì tattico e strategico ma anche così maschio ed “animale” alla fine, spesso, si riduce tutto a chi picchia più forte o a chi ha mani migliori.

Una stagione nata male, con rumors più o meno veritieri di fratture dentro lo spogliatoio, date anche sicuramente dalla brutta sconfitta al Super Bowl (il terzo giocato in quattro anni), un rapporto poco chiaro tra Brady e Belichick, ma forse poco chiaro anche tra il Brady giocatore ed il Brady papà e marito, che evidentemente inizia a bussare ed a voler trovare il suo spazio. La tumultuosa offseason di Gronkowski tra annunci velati, un tentativo di trade ( ai Lions ndr) non andata a buon fine perchè il giocatore minacciò il ritiro, un ambiente che aveva bisogno di ritrovare pace e serenità.

Alcune scelte discutibili, come quella di lasciare andare via Cooks senza sostituirlo con un arma di simile livello, ed una serie di infortuni che hanno da subito minato la stabilità del gruppo (Malcom Mitchell, Isaiah Wynn, Kenny Britt, Ja’Whaun Bentley ecc..) hanno messo in campo ai nastri di partenza di questa stagione dei Patriots che non sembravano i Patriots : offseason drama, la continua ricerca disperata di un WR (Decker, Coleman ecc prima di arrivare a Gordon), un Brady che salta gli allenamenti facoltativi e per quasi tutti l’anno dimostra di essere “umano” … una difesa più vecchia e più lenta… un record fuori dalle mura amiche davvero bruttino… insomma, questo è l’anno per demolire i Patriots, per annientarli. Difficilmente abbiamo visto la squadra di Belichick così in difficoltà ma, soprattutto, difficilmente la rivedremo.

Perchè ad ogni modo, con le unghie e con i denti, siamo ancora qua, tra le ultime 4, le migliori della classe.

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Howie Roseman, vice presidente delle football operations per gli Eagles, confessa che ogni anno, in offseason, si mette a studiare le ultime 4 squadre ai playoff per carpirne segreti, caratteristiche, e tutto quello che può servire ai suoi Eagles per migliorare.

Le ultime 4 squadre di quest’anno sono esattamente le prime 4 in termini di offense e di punti segnati; questo potrebbe suggerire che la NFL come lega stia andando sempre più in una direzione che verte allo spettacolo ed ai punteggi stratosferici, ma piano con le conclusioni affrettate; lo scorso anno, le ultime 4 squadre al contrario figuravano tutte nella top5 delle difese NFL, la prima volta dal 1970 che succedeva questo. Ciò vuol dire che la NFL è una lega che cambia, malleabile, che muta di stagione in stagione, e l’unico modo per rimanere competitivi è la capacità di adattamento, di sapersi trasformare, di saper cambiare.

Non è un caso che i Patriots siano l’unico team rientrato in entrambe i gruppi in questione.

Delle squadre ancora vive sul tabellone odierno i Pats sono la 4 offense, cosa che sulla carta dovrebbe significare eliminazione automatica, ma sono la miglior difesa almeno per quanto riguarda le stats, e resta da vedere se questo servirà o si tradurrà in risultati. Viviamo in un epoca dove costruire un roster che vuole vincere passa obbligatoriamente dall’avere qualche stella nel rookie contract, ed i Pats sono ultimissimi in questo, avendo davvero pochi rookie contracts tra gli atleti che formano il roster definitivo ad oggi. Siamo i primi invece, in quelli che Over the cap chiama low contracts, ovvero contratti a dei veterani importanti come Julian Edelman ( 4.1M ) e patrick Chung ( 3.8M ) che risultano essere dei veri e propri affari per il team.

Invece che andare “all in” e provare a vincere tutto subito, l’atteggiamento è quello del rimanere competitivi sempre, e questo fa sì che per forza di cose spesso non si abbia il roster più forte, e qui entra in campo la capacità del coach di plasmare il materiale a disposizione e dargli una forma che sembri più possibile quella di un championship team.

E’ indubbio che questo possa avvenire grazie a due fattori su tutti come l’aver fatto centro pescando Tom Brady, e all’avere la mente più brillante forse di sempre in panchina in Bill Belichick, ma questa domenica il test che ci aspetta è forse uno dei più duri mai affrontati : Andy Reid, una mente offensiva sopraffina che spesso è stato capace di segnare molti punti alle difese messe in campo da Belichick ( 3 delle 7 volte in cui i Pats hanno concesso almeno 40 punti ), e Mahomes, che oltre all’essere il dichiarato MVP di questa stagione, sembra essere destinato a dominare la AFC negli anni a venire.

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Nel 1990 i Bills di jim Kelly furono tra i pionieri della offense cosiddetta “no huddle” e spazzarono via ogni competizione fino ad arrivare al Super Bowl; in quel match si trovarono davanti una difesa disegnata da Bill Belichick, allora defensive coordinator ai Giants per Bill Parcells, ed a 8 secondi dal termine il calcio del kicker di Buffalo terminò a lato di poco per sancire il 20-19 finale a favore dei “boys in blue”, e quel playbook di Belichick finì nella hall of fame.

Flash forward al 2000, dieci anni dopo.

Belichick arriva al Super Bowl da capo allenatore, con un team guidato dal giovanissimo Brady, a fronteggiare quello che si definiva lo show più magnifico su un campo da football, i Rams di Kurt Warner e Marshall Faulk, ma il gameplan messo in campo dal coach Mike Martz non era abbastanza per rivaleggiare la difesa fisica messa sul terreno di gioco dai Pats che vinsero il primo anello, che diede di fatto inizio alla dinastia che ancora oggi primeggia in NFL.

Contro i Los Angeles Chargers Belichick ha messo in campo una delle prove più incredibili a livello difensivo che io, personalmente, abbia mai visto, mettendo in campo una combinazione di “stunt” (scambi dei rusher sulla linea di scrimmage) che hanno mandato in bambola Rivers, incapace di chiamare le corrette protezioni, ed in generale una aggressività che non ha dato respiro ad uno dei team più in forma del momento, prima di chiudere definitivamente il playbook e gestire il match col pilota automatico.

Questa è una stagione a mio avviso di passaggio, di transizione; la offseason descritta poco sopra, ma anche un altro aspetto poco considerato come il cambio di allenatore in difesa dopo tanti anni sotto Patricia, in mano ora a Flores che dopo un discreto primo anno sembra già pronto a partire. Infortuni, un roster sempre in cambiamento, ma siamo ancora qua.

Possiamo perdere, certamente, perchè quella che andrà in scena all’Arrowhead sarà una battaglia all’ultimo sangue contro una squadra fortissima, più giovane, più veloce di noi e col tifo dalla loro, in un clima da tempesta di gelo, ma quello che voglio dire io è che a loro conviene batterci, demolirci e metterci al tappeto adesso, quest’anno, che forse forse non lo sappiamo nemmeno noi bene o male come siamo arrivati fino a lì; perchè ad oggi abbiamo un quarterback che ha ritrovato la sua dimensione e gioca ancora meglio di tutti, un coaching staff che dimostra ancora una volta di saper approfittare delle debolezze altrui, ma soprattutto abbiamo tanti giovani a roster che quest’anno non hanno potuto mettersi in mostra e contribuire ( Wynn, Bentley, Sam, Berrios, Izzo, Dawson ecc) , ed abbiamo 12 scelte al prossimo draft, ben dodici, di cui 6 nei primi 3 rounds.

Dodici scelte da manovrare, da cedere, da scambiare, da usare per rimodellare un roster che rimarrà comunque competitivo. Si cambierà tanto in questa offseason e sono sicuro che il prossimo anno vedremo dei Patriots molto diversi, con una nuova fame, con un rinnovato appetito ed una rosa verosimilmente più giovane, più veloce, ed allora staremo a vedere di quanto dovremo ancora rimandare la chiusura di questo “ciclo”.

Ma per ora siamo ancora vivi, c’è una partita da giocare, e come detto da Trey Flowers, Dont’a Hightower e coach Belichick : ” dateci un campo ed un pallone, e noi ci faremo trovare“.

 

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

1 Comment

Giancarlo Boromei

La vera ricostruzione comincerà solo quando TB12 annuncerà il suo ritiro dai campi da football
Troveremo noi uno che sappia almeno in parte rendere come Lui?
Coach B avrà ancora gli stimoli dopo vent’anni nello stesso posto?
Queste sono le questioni più importanti e anche le più difficili a cui rispondere.

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