Dopo 33 primavere, di cui 11 passate in uno spogliatoio professionistico, dopo 46 sacks, 14 fumble recuperati e 5 intercetti, Rob Ninkovich decide di appendere il casco al chiodo, dopo aver confessato ai microfoni di Mike Reiss di Espn che “non avrebbe potuto mai pensare di indossare i colori di un altro team”.

Alla stagione di esordio in NFL con i Saints le presenze sono 3, l’anno dopo ci provano i Dolphins ad utilizzarlo come long-snapper in 4 gare ma è troppo debole per fare parte perfino di quel team che chiuderà la stagione con un record di 1-15. Torna a New Orleans nel 2008 dove collezionerà solamente 1 presenza.

Carriera mai cominciata e forse già al termine, per tutti ma non per coach Belichick che in lui vede qualcosa e lo porta a Foxborough nel 2009.

Da quella stagione in poi Ninkovich ha rappresentato alla perfezione il significato del termine “the Patriot way“; mai eccessivo, mai sopra le righe, ma sempre presente, sempre decisivo e giocatore di rendimento elevatissimo.

“It wasn’t an easy decision. After 11 seasons, and 19 seasons total playing football, it’s time for me to walk away,” queste le prime parole con cui apre la conferenza “and I look forward to the next phase of my life.”

Oltre a numerosissimi compagni di squadra come i capitani Hightower, McCourty e lo stesso Brady presenti a salutare il compagno di numerose battaglie, anche i coaches, Bill Belichick in primis che parla così :

“It’s with really mixed emotions that stand here today to congratulate Rob on just a tremendous, tremendous football and personal career,”

Trattiene a stento le lacrime il prodotto di Purdue nel rispondere all’head coach:

“Coach, I gave you everything I had. I hope it was enough,” …. “I love this game. Thank you. Hopefully my playing career has taught me a lot. Playing for you, I’ve learned a tremendous amount.”

Decide di ritirarsi dopo una stagione nella quale il suo impiego era sì diminuito, ma non il suo rendimento; sempre decisivo e sul pezzo, “Ninko” si è reso protagonista anche nel Super Bowl e lascia un reparto che patirà la sua mancanza.

L’ex Panthers Kony Ealy, appena arrivato in questa finestra di mercato, assieme all’ormai starter Trey Flowers, si trovano ora in cima ad un reparto che dietro di loro, oltre all’enigmatico Geneo Grissom, vede i rookies Derek Rivers e Dietrich Wise. Un reparto, questo dei defensive ends, che visto così necessita di un “career year” di almeno un paio di questi, con magari la sorpresa di un rookie già pronto, per non diventare l’anello debole di un roster altrimenti più che completo e sicuramente competitivo.

Qualche articolo fa commentavamo come, tra i vari free agents in circolazione ancora oggi, il veterano Dwight Freeny potesse essere una delle poche se non l’unica figura appetibile per questa squadra che oggi, con la dipartita del #50, apre lo spot ad un veterano che potrebbe davvero, utilizzato col contagocce, fare la differenza.

Un grazie sentito ad un guerriero che ha onorato la divisa dei minutemen come meglio non poteva.

 

PatriotReign©

 

Written by francescoc

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *