Il dietrofront di McDaniels e lo “sgambetto” ai Colts, che proprio nelle ultime ore hanno ripiegato per la posizione di head coach firmando l’offensive coordinator degli Eagles Frank Reich, credo abbia a che fare molto più con la difesa dei Patriots piuttosto che con la offense.

Brain Flores e Josh McDaniels

Sono state fatte molte ipotesi sul perchè McDaniels abbia rinunciato all’ultimo respiro, quando tutto sembrava fatto, alla posizione di HC degli Indianapolis Colts; dopo anni di successi ai Patriots, proprio i due talenti, McDaniels e Patricia, sembravano pronti per spiccare il volo ed affrontare l’avventura da head coach, o di riprovarci come per McDaniels dopo la parentesi ai Broncos.

Per Patricia infatti è stato così, con l’ingegnere aerospaziale che ha accettato e firmato la proposta dei Detroit Lions, che sotto alle direttive del GM Bob Quinn (ex Patriots) stanno sempre più assumendo le sembianze di una succursale del New England.

McDaniels invece si è tirato indietro all’ultimo, a sorpresa per tutti anche per lui stesso forse, visto che le fonti vicine al team sostengono che il martedì mattina post-Super Bowl lo stesso Josh si stesse recando in auto al Gillette Stadium per raccogliere i suoi averi e pulire il suo ufficio per chi eventualmente lo avrebbe succeduto.

Lì però ad attenderlo trova Mr. Kraft e Bill Belichick; i due pezzi grossi lo prendono da parte e per qualche ora disquisiscono del futuro, quanto basta per convincerlo a rimanere, e verosimilmente bruciarsi qualsiasi ipotetica trattativa futura con altri teams, per occuparsi ancora dell’attacco guidato da Brady.

Questa mossa, e qui torniamo al focus del pezzo, ci dice continuità e sicurezza nella offense dei Pats, mentre ora il buio cala sulla posizione di coordinatore della difesa, e dopo il rumor smentito dallo stesso protagonista che voleva un ritorno in NFL di coach Schiano (ex Buccaneers ora ad Ohio State), ora l’indiziato numero 1 pare essere Brian Flores, coach dei linebackers.

Flores durante un allenamento

Ecco perchè sostengo che la mossa di tenere McDaniels, sia significativa per la difesa; perchè così Bill Belichick, dopo aver lasciato forse troppa carta bianca a Patricia (che va detto ha dovuto lavorare con poco talento a disposizione) può nuovamente dedicarsi al suo primo amore, la difesa, ed affiancare il nuovo coordinatore nelle scelte del personale e nelle direzioni da intraprendere.

Ma chi è Flores? cosa conosciamo del 36enne entrato nel 2004 ai Pats come assistente scout?

Flores nasce e cresce nelle popolari di Brownsville, Brooklyn, uno dei quartieri più duri della grande mela, il che spiega come per lui il regime di Belichick e la “Patriot Way” siano state condizioni gestibili che non lo hanno spaventato.

Come riporta un pezzo di ian O’Connor per ESPN :

“I never backed down from anybody,” Flores dice. “If people see you’re scared, or as somebody who backs down, you’re going to deal with it every day. That was my thing. I didn’t back down from anybody or any situation. Football, school, anything.”

Brownsville si è regalata dei primati niente male tra i sobborghi degli stati uniti, in un anno ha fatto registrare addirittura 72 sparatorie e 15 omicidi, un ambiente piuttosto pepato dove crescere con la sua numerosa famiglia, che lo ha preparato da subito ad un avita dura, attenta e senza tanti fronzoli.

“It shaped me in a lot of ways,” (mi ha formato in molti modi dice..) “It made me tough. I learned how to deal with adversity, and it motivated me to get out of there. … It’s a tough environment, and there’s violence and drugs. But it wasn’t the wild, wild West. There are a lot of good people there too. I was fortunate to be around a lot of them.”

Durante una bella giornata autunnale Flores, che all’epoca aveva 12 anni, stava guardando la tv, del resto ai genitori non piaceva stesse fuori per strada, quando bussò alla porta lo zio, Darrel Patterson, un ex pompiere tifoso dei Jets ebbe un idea; Patterson, a riposo dal lavoro per recuperare da un brutto cancro che non lo ha comunque sconfitto quando sei dei suoi colleghi sono intervenuti (e morti) nella tragedia delle torri gemelle, decide di caricarsi Flores e i suoi fratelli in auto e di portarli al Queen park dove si tenevano allenamenti e partite della Lynvet football league.

Un coach prese il cronoetro e testò la velocità di Flores, non poteva credere che il ragazzo corresse come un fulmine, allora lo prese da parte e lo portò vicino ad un van pieno di attrezzature e gli disse di prendere quella che voleva, e lui mise le sue prime shoulders, prime di una lunga serie, solo che le mise al contrario!

Divenne un fenomeno giocando come defensive end e running back, e poco più in là, durante il suo anno da sophomore, era la star della varsity Poly Prep. giocando come tailback e safety.

Flores al college

Flores sceglie Boston College sopra tutta una serie di proposte di altre università di rilievo, e lo fa per poter rimanere vicino alla famiglia e per potersi assicurare un percorso di studi di livello.

Bill McGovern, ad oggi coach dei linebackers per i New York Giants, era il coach della medesima posizione al BC, quando decise che Flores doveva essere spostato da safety a linebacker; l’umiltà e la preparazione del giovane Flores lo stupirono, e se ne rese conto quando, durante i suoi clinic, mostrava i filmati e nel 90% dei tapes c’era proprio Flores, che usciva dai filmati come il prototipo del linebacker perfetto, sempre nel posto giusto, con la corretta preparazione e tecnica per giocare il ruolo al meglio.

Nel 2003 era una stella degli Eagles di Boston, ma un brutto infortunio lo costrinse a stare lontano dai campi, sembrava il prototipo del Patriot perfetto (sul campo) ed invece doveva diventare il Patriot perfetto tra i coaches.

Scott Pioli, che all’epoca lavorava per i Patriots come vice presidente del player-personnel, assunse proprio Flores come gofer, che se cercate di tradurlo sarebbe “tirapiedi, fattorino ndr.) e col tempo gli insegnò a giudicare e riconoscere il talento nei giovani, e nel 2008 passa sotto l’ala di coach Belichick che gli insegna a sviluppare il talento dopo averlo riconosciuto, assumendolo come coach.

Le telecamere che fino a questa stagione indugiavano sulla folta barba e la buffa matita di coach Patricia, dalla prossima stagione potrebbero inquadrare proprio Flores, che a riguardo dichiara :

“I hope it’s a powerful image,” ….. “I hope they look at me and hear my story, and there’s a hope and an understanding that they can do it too. That would be exactly what I would want them to feel. To see that regardless of what your circumstances are, or where your parents are from, of where you live … you can write your own story. I’ve written my own story.”

 

Flores in uno dei momenti che rimarranno per sempre nei cuori dei tifosi

Flores è entrato nei pensieri dei tifosi quando, durante i minuti finali del 49esimo Super Bowl, manda in campo l’undrafted Malcolm Butler gridando la famosissima frase “Go Malcolm..GO!” e tutti ci auguriamo, qualora divenisse davvero lui il prossimo DC, che ci possa regalare tanti altri momenti indelebili nell’immediato futuro.

 

Francesco Cugusi_@PatriotReign

Written by francescoc

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