amara sconfitta per la prima gara casalinga.

Terza week di Regular season e seconda sconfitta per I New England Patriots, vittime di Lamar Jackson e dei Ravens. Partita in cui sono successe molte cose, alcune belle, altre meno. Andiamo a vedere.

THE GAME

Sgombriamo subito il campo da possibili incomprensioni: a caldo, ieri sera, ero molto, molto arrabbiato per un’occasione buttata, e vedevo principalmente il lato peggiore della partita. A mente fredda, pur non cambiando idea su alcune cose, va ammesso che siamo rimasti punto a punto tutto il match con una squadra ben più quotata di noi, che la difesa ha messo in piedi l’ennesima ottima prestazione e l’attacco… beh, l’attacco. Luci e Ombre, speranze e preoccupazioni. Vorrei utilizzare questo spazio del recap per parlare, appunto, del nostro reparto offensivo e di Mac Jones in particolare.

Notoriamente il secondo anno è uno scalino bello alto per i QB giovani, una vera e propria prova del nove. E per ora, come è normale che sia, la giuria su Mac Jones è ancora in camera di consiglio.

La partita di ieri è un chiarissimo esempio di cosa sia, oggi, il nostro QB. 22/32, 321 yds. Ci fermassimo qui, uno direbbe “beh, mica male”. 0 TD, 3 INT. Aggiungiamo le seguenti stats:

Parker, 10 target, 5 ricezioni, 156 yds

Bourne, 5 target, 5 ricezioni, 58 yds

Agholor, 3 target, 2 ricezioni, 41 yds

Stevenson, 5 target, 4 ricezioni, 28 yds

Smith, 4 target, 4 ricezioni, 25 yds

Henry 1 target, 1 ricezione, 8 yds

Prendiamo in considerazione anche la partita di settimana scorsa, sostituendo Parker con Agholor, e abbiamo la prima preoccupazione: Mac sembra fissarsi su un WR come suo target principale e a dimenticare il resto della batteria. Oltretutto, come si nota rivedendo i coaches film, perdendosi spesso giocatori liberi da marcature. Il lato positivo di questa situazione è che alcuni dei lanci per Parker di ieri sono stati delle caramelle che grondavano miele, sicuramente un fattore positivo che fa capire (non che ce ne fosse bisogno) che il talento c’è.

Veniamo ora però, a quel numero nella casella intercetti: tre. Purtroppo, uno più brutto dell’altro e tutti, a mio avviso, colpa del QB.

Il primo: 2nd & 7, sotto di 8 punti, play-action e palla sparata verso Parker senza nemmeno vedere o registrare la presenza di Bynes che stava scendendo a chiudere sul WR. Palla regalata ai Ravens che, nella pur incapacità di guadagnare un primo down nel drive successivo, mettono 3 punti. Meno 11.

Il secondo, a mio avviso orribile: 3rd & goal dalle 10, 9 minuti da giocare nel 4th quarter, sotto di 5 punti.

Come dichiarato da Parker in conferenza stampa, c’è stata un’incomprensione tra lui e Mac: Mac ha chiamato un audible, per poi “cancellarlo” e tornare alla chiamata originaria. Parker non l’ha capito e ha corso la traccia sbagliata. E fin qui, non dovrebbe succedere ma può capitare. Quello che non deve capitare è che Mac si trovi braccato da 3 o 4 avversari, scappi correndo all’indietro (la peggior situazione di equilibrio dalla quale lanciare per un QB) ma soprattutto che lanci quella palla verso Parker: deve vedere che il WR è spiattellato sul petto del CB, deve leggere il campo e alla brutta buttare via la palla. Quello che non deve fare è lanciare comunque la palla dove avrebbe dovuto essere il suo compagno. Non c’è finestra, non c’è niente che giustifichi un errore dilettantesco di questo livello. E sono errori del genere che mi instillano i dubbi.

Terza pick, quella dell’infortunio, anche qui lancio sotto pressione fuori equilibrio con palla buttata verso un compagno palesemente senza controllo. Più giustificabile essendo il match praticamente finito, ma comunque bruttina.

C’è da sperare che l’infortunio non sia niente di gravissimo, anche se il modo in cui è uscito dal campo mi lascia davvero poche speranze.

THE BEST

Devante Parker. Finalmente abbiamo visto cosa sa fare il ragazzo. Come dicevano in cronaca, usato anche in situazioni in cui non eccelle (crossing routes, mentre lui è piu un WR da “1v1 e vatti a prendere la palla in cielo”), sforna una prova monstre in cui non sbaglia nulla o meglio, commette solo un errore ma grave sull’intercetto in endzone di Jones. Diciamo che se lui e Meyers trovassero entrambi continuità ai livelli delle ultime due partite sarebbe grasso che cola. Certo, se poi riuscissimo a inserire anche i TE nel gioco…

THE DONKEY

Ero indeciso se mettere Wynn o i Tight-End. Su Wynn ormai non mi aspetto più che si riveli il giocatore che vale una first round pick, purtroppo il suo livello è più basso e lo vediamo spesso, troppe penalty e troppe pressioni concesse.

Quello che però mi sconvolge è l’uso inesistente dei Tight-End. Abbiamo due TE di livello assoluto, e li usiamo come ultimi della catena alimentare. Non ne trovo il senso e non riesco a trovare una ragione. O meglio, temo di trovarla (e non riguarda Mac) ma è ancora troppo presto. Fatto sta che avere Smith e Henry e usarli come quinta e sesta opzione offensiva è un insulto a chi si ritrova a giocare con TE di livello infinitamente inferiore. Oltretutto, lo capirei se il resto dell’attacco fosse una macchina infernale ma, al momento, Mac ha bisogno di tutto l’aiuto che possiamo dargli.

THE TURNING POINT

Il fumble di Agholor. Costosissimo errore di Agholor che, sul 31-16 Baltimora, prima riceve un’ottima palla da Mac e la avanza in campo avversario e poi, sulle 39 nero-viola, si fa rubare il pallone da Hamilton e Peters quando, in quel momento, l’unica cosa a cui doveva pensare in tutto l’universo conosciuto era…. non perdere la palla. Da lì i Ravens recuperano palla e piazzano il TD che mette al sicuro il risultato.

We’re on to Green Bay. Chissà come ci arriveremo…

A settimana prossima!

Marco Santagostino@PatriotReign

Written by francescoc

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