A 31 anni compiuti, Julian Edelman si appresta(va) ad entrare nella sua ultima stagione di contratto coi Patriots per entrare in free agency l’estate prossima, quando di primavere sulla schiena ne avrebbe avute 32; Adam Schefter però irrompe in una sera di Giugno con la notizia che “Minitron” in tempi davvero brevi ha trovato l’accordo col team per un prolungamento davvero conveniente per le tasche di Kraft, un biennale che lo blinda per due ulteriori stagioni a cifre che si aggirano attorno agli 11 milioni di dollari di cui 9 garantiti, che tra incentivi e bonus arriverebbero ad un massimo di 15mln, dopo quella che probabilmente è stata una delle migliori se non la migliore annata del wide receiver.

Questo permette al team di avere in casa il top target assicurato a cifre davvero basse, e se continuerà a produrre come ha fatto in queste ultime stagioni, si confermerà un “bargain” incredibile per Belichick e soprattutto per chi gli lancerà il pallone ovale.

Once we were young

La divisa dei Golden flashes vestiva il quarterback Julian Edelman dalla stagione 2006 alla stagione 2008, anni dove la offense voleva riprendere i fasti di quando in cabina di regia, parliamo degli inizi del 2000, giocava un certo Joshua Cribbs, divenuto poi wide receiver e ritornatore in NFL (storia già sentita eh?).

Non è un giocatore precisissimo Edelman che concluderà i suoi 3 anni mettendo a referto 385 completi su 706 tentativi di lancio, per poco meno di 5000 yards ed un rapporto poco elegante di 30 touchdowns e 31 intercetti; in lui però c’è qualcosa, un fuoco che brucia e gli occhi attenti degli scouts di New England lo hanno notato, e questo basta a fare sì che nel Draft del 2009 Kraft, al settimo giro, con la selezione numero 232, alzò il telefono per informare il sig. Edelman che Foxborough sarebbe stata la sua nuova casa da lì in avanti.

La cosa che fa sorridere di quel Draft è che il ricevitore di riferimento doveva essere Brandon Tate, selezionato addirittura al terzo giro con la pick 83 overall, che però rimase a roster solo due anni, per poi trovare un impiego per 5 stagioni ai Bengals ed accasarsi ai Bills nel 2016.

 

Gotta earn your playing time

Lo diciamo sempre, fino alla nausea, Bill Belichick vuole una cosa e una soltanto dai suoi nuovi innesti, che possano contribuire subito tramite lo special team, ed è proprio quello il “mezzo” attraverso il quale Julian Edelman si mette in luce, divenendo uno dei “ritornatori” più abili dell’intera lega.

Nel 2011 nonostante arrivi il suo primo fumble su ritorno in NFL, arriva anche questa perla di rara bellezza messa a segno contro Miami :

Questo aspetto del gioco continua a divertire Edelman che ne ha fatto un suo marchio di fabbrica e continua a ricoprire questo ruolo anche a discapito delle coronarie di noi tifosi che ogni volta che lo vediamo ricevere l’ovale dal cielo e partire come uno scoiattolo tra le fila avversarie tratteniamo il respiro tirando giù mentalmente tutti i santi che conosciamo tenendo le dita incrociate; contro i Broncos nel 2014 riporta in endzone un punt per la quarta volta nella sua carriera, record di squadra per New England.

Il problema di avere un kick returner non esiste nei Patriots perchè tra il giovane Cyrus Jones (ahem..) lo stesso Dion Lewis o altri meno noti, le soluzioni ci sarebbero anche, ma il talento innato e l’amore per la velocità e le collisioni che sono caratteristiche innate nel numero 11 lo rendono una arma troppo decisiva per rinunciare ad utilizzarla, e le norme che negli anni hanno reso meno pericolosi gli special teams, potrebbero spingere anche altre squadre ad utilizzare le loro stelle in questa porzione decisamente importante di gioco.

The new “Wes Welker” no more

Possiamo dire, ad oggi, che tutte le possibili comparazioni sono cadute tra i due; dopo 2 anelli messi in saccoccia contro il rotondo 0 registrato da Welker in maglia Patriots, Edelman entra di diritto nel cuore dei tifosi e penso anche nella HoF per lo meno del team.

La sua tenacia, la sua voglia e cattiveria, unita a questo “bond” speciale che sembra avere con Tom Brady, hanno permesso a “JE11” di avere stagioni in crescendo e di essere oggi il top target di una offense che assieme a nomi come Cooks, Gronkowski e Amendola sembra non avere rivali. All’incirca nel medesimo punto della sua carriera, Welker venne scaricato dai Pats, che forse intravedevano proprio in Edelman il rimpiazzo almeno in termini di produzione, già pronto in casa.

Anche oggi però, con la crescita di Mitchell, l’esplosione di Hogan e la consacrazione di ‘Dola, avrebbero potuto esserci le carte in tavola per lasciare partire Edelman verso lidi che avrebbero potuto offrire lui un assegno decisamente più cospicuo, soprattutto con gli innesti di Cooks e Hawkins; invece questo prolungamento dice a chiare lettere che chi lavora sodo e fa di tutto per il team viene ripagato, ed al tempo stesso il fatto che Edelman abbia praticamente dimostrato di fregarsene dei soldi pur di rimanere qui, dimostra che ai Patriots vige la meritocrazia, se lavori e lotti duramente ottieni risultati e che alla posizione numero 1 c’è sempre il merito.

Molto probabilmente come spero questo sarà l’ultimo contratto firmato in carriera da Edelman che chiuderà come uno dei principali rappresentanti della “Patriot Way”, e vi lascio con l’episodio di ESPN E:60 a lui dedicato.

 

_ Francesco

 

 

 

Written by francescoc

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