Il football è un cerchio e la storia, spesso, si ripete.

Come anticipato nell’ultimo articolo (“l’anello di Bledsoe”), Tom Brady ha recentemente ammesso
che se i Patriots avessero perso la famosa sfida contro i Raiders nei divisional dei playoff 2001,
probabilmente sarebbe tornato al ruolo di back up.

The 'Tuck Rule' Game That Started A Dynasty ... And A Backlash | Only A Game

La dichiarazione non è da considerarsi una provocazione o un eccesso di umiltà da parte del 7 volte campione del mondo ma ben rappresenta un momento storico nel quale il ruolo di Brady non era assolutamente definito.


Il dualismo con Drew Bledsoe era ben lungi dall’essersi esaurito e secondo molte speculazioni
Belichick stava sostenendo il giovane qb più che altro perché era una sua scelta diretta mentre
Bledsoe era stato fortemente voluto dal mitico coach Bill Parcells.

The Tuna; Part Two: Drew Bledsoe or Rick Mirer? - Boston Sports Syndicate

A tutelare il posto della sesta scelta dell’anno 2000, furono sostanzialmente le vittorie perché con Brady in posizione di starter i Patriots realizzarono un record di 11-3 al quale fecero seguito le 3 vittorie nei playoff.

Ma la forza della squadra stava soprattutto nella difesa che concluse al sesto posto della NFL per punti subiti e non concesse più di 17 punti in alcuna partita della post season. Valore aggiunto del reparto era
soprattutto la capacità di recuperare palloni come dimostrato dai 22 intercetti (di cui ben 5
riportati in td) grazie anche alla grande stagione del non troppo ricordato Otis Smith che si esibì in
ben 181 yards e 2 td su ritorno di intercetti.

Altro piatto forte del tipico menù di coach Belichick si rivelarono gli special team che tra l’altro furono decisivi nella finale di conference contro gli Steelers di cui abbiamo già parlato. Come si dice in questi casi, a Tom Brady venne sostanzialmente richiesto di non perdere le partite piuttosto che di vincerle, un ruolo da “game manager” che il giovane qb interpretò a meraviglia tanto da stabilire il record per numero di passaggi (162) prima di subire il primo intercetto della carriera (record che è stato battuto soltanto
15 anni dopo da Dak Prescott e successivamente da Patrick Mahomes).


In cifre, la regular season 2001 di Brady si chiuse con 18 td, 12 int, il 63,9% di completi e un rating
di 86, non proprio numeri da quarterback di prima classe.


Le cose non andarono diversamente nel Super Bowl contro i Rams di Kurt Warner, Marshall Faulk e
Isaac Bruce. Le alchimie difensive di Belichick neutralizzarono il potente attacco avversario, non a
caso denominato “the Greatest show on turf”, che realizzò soli 3 punti nei primi 3 quarti per
poi chiudere a 17 totali. Sempre dalla difesa arrivò il primo td dei Patriots, realizzato dal mitico Ty
Law dopo un ritorno di intercetto da 47 yards, ma anche il td del 14-3 (segnato da Patten dopo un
bel passaggio di Brady da 8 yards) nacque da un fumble forzato da Harris che permise a New
England di avviare il drive di attacco dalle 40 avversarie.

Subìto il pareggio dei Rams a 1.30” dalla fine, la fiducia nell’attacco dei Patriots e del suo giovane condottiero era talmente bassa che dalla cabina di commento il mitico John Madden suggerì di far scorrere il cronometro fino alla fine per provare miglior sorte nel tempo supplementari.
Per fortuna Brady aveva altri piani e condusse un magnifico drive che mise in condizione Adam
Vinatieri di segnare dalle 48 yards il calcio che valse il primo Vince Lombardi Trophy della storia di
New England.

L’acuto finale fece meritare a Brady il titolo Mvp del Super Bowl ma le statistiche ci
ricordano di una non indimenticabile gara da 145 yards, 16 completi su 27 passaggi e un td.
La vittoria del titolo valse a Brady la garanzia del posto da titolare, con Bledsoe che venne
spedito senza troppe cerimonie a Buffalo in cambio di una prima scelta, ma non bastò ad elevare
la considerazione generale nel suo ruolo di qb.

Peraltro la stagione 2002 non fu particolarmente brillante e nonostante il record comunque positivo (9-7) i Patriots non raggiunsero i playoff per quella che sarà l’unica annata senza post season delle 18 con Brady titolare.

In realtà Il giocatore si fece apprezzare per la miglior produzione offensiva (28 td) ma anche per il record di intercetti (14) e non venne convocato per il Pro bowl per l’ultima volta nella sua carriera.

Soltanto nella stagione 2003, la terza da titolare e la quarta in totale, Brady cominciò a mostrare
compiutamente il proprio talento offensivo trasformandosi nel giocatore capace di vincere le
partite e non soltanto di evitare di perderle.
Lasciamo a chi legge trovare una correlazione tra le difficoltà del giovane Brady e le attuali di Mac
Jones, ma certamente la pazienza e il lavoro sono chiavi necessarie per poter giudicare i giovani
quarterbacks.

Jimi Muttoni@PatriotReign

Written by francescoc

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