Sono state spese parole dolci a fiumi per il nostro staff negli ultimi anni, e con merito, su tutte le stagioni sensazionali disputate, che ci hanno portato a collezionare due Lombardi in tre anni; un Brady che sembra essere ringiovanito di 16 anni, giocatori che sono diventati veri e propri protagonisti della lega, come Edelman o Amendola, ed una “Patriot Way” in grande spolvero che dopo i successi dei primi anni 2000, sembrava un pochino appannata, ma era solo assopita sotto una coltre di polvere in attesa di splendere nuovamente.

Un aspetto che secondo me invece è rimasto un pochino ignorato e meriterebbe una grossa attenzione, è come Bill Belichick ed il suo staff siano riusciti a fare tutto questo, a mantenere la squadra a livelli altissimi negli anni, rivoluzionando la squadra per ruoli e reparti, e merita un occhio di riguardo un reparto che è andato addirittura migliorando con l’innesto dei giovani, la linea difensiva. Nella scorsa stagione solo Dallas e Tennessee hanno preceduto la nostra linea difensiva in yards concesse su corsa, mentre come “total defense” ci siamo classificati ottavi.

Ma come è cambiata quasi senza che ce ne accorgessimo, la nostra linea?

 

Il veterano di riferimento

Nel momento della dipartita del veterano Vince Wilfork, che sarà “forever a Patriot” anche se vestirà casacche diverse per finire la sua carriera, è passata sotto traccia l’acquisizione di Alan Branch, veterano che si affacciava alla sua ottava stagione nella lega quando ha deciso di firmare per il team di Foxborough, ed è diventato, forse superando le aspettative perfino dello staff stesso, il punto di riferimento di tutti i giovani che gravitano attorno alla sua mole ed alla sua expertise. Dopo un primo anno a singhiozzo, Branch è diventato il solidissimo starter che ha giocato senza interruzioni per due stagioni complete, collezionando 2.5 sacks e 3 forced fumbles in 2 stagioni, ma sono i suoi tackles e la sua difesa sulle corse il vero punto forte di Branch che, dopo aver ri-firmato nei giorni scorsi l’ennesimo prolungamento con noi, si appresta a chiudere, immaginiamo, la sua carriera da Patriot, facendo da chioccia ai nostri giovani.

 

Il bulldozer dal Texas

Due anni fa utilizziamo la nostra prima scelta, numero 32, per portarci a casa il defensive tackle Malcom Brown, in uscita dai Longhorns; seppur centellinando le sue presenze, Belichick mette subito il giovane nella mischia ed i risultati si vedono. Brown colleziona 3 sacks nella stagione da rookie e 3 sacks nel 2016, mettendo a referto 2 tackles in più rispetto alla sua prima stagione, e dimostra anche un certo feeling col pallone recuperando 2 fumbles nel 2015, e forzandone uno nel 2016.

Una delle giocate più impressionanti a livello personale di Brown nella stagione appena trascorsa è la safety messa a segno contro Baltimore in week 14, quando irride un tentativo di blocco del fullback avversario e va a fermare immediatamente la corsa, grazie anche ad un audible di coach Patricia da incorniciare :

Malcom è diventato ormai titolare della nostra difesa, ha guadagnato rapidità di esecuzione ed è meno impulsivo rispetto al suo primo anno, e credo che la sua carriera possa solo andare in discesa, se la sua curva di progressione rimarrà questa ci sarà da divertirsi.

Nota di merito, per rimanere nella parte interna della nostra linea, per Vincent Valentine, giocatore in uscita da Nebraska selezionato al terzo round del draft 2016, che ha fatto una prima stagione sicuramente sopra le aspettative, soprattutto per gli “esperti” che non credevano nemmeno venisse draftato (mentre noi qui se vi ricordate lo avevamo predetto), e che si potrebbe ritenere “colpevole” per il taglio del veterano Terrance Knighton, che era stato preso per giocare da Nose nella formazione 3-4 ma poi lasciato andare per tutta una serie di motivazioni tecnico-tattiche tra cui mi permetto di immaginare, proprio l’emergere del rookie.

 

Gli esterni

La nostra pass rush non ha vissuto momenti particolarmente esaltanti nelle ultime stagioni; anche il compianto Chandler Jones, un ottimo elemento che in campo ha sempre dato il massimo, non era esattamente una macchina da sacks anche se i suoi numeri sono ottimi, e si aveva la sensazione che fosse sempre un reparto con elementi di transizione. Jabaal Sheard sembrava la risposta dopo una prima stagione incoraggiante, ma il suo secondo anno in maglia Patriots ha sollevato qualche dubbio che lo staff ha risolto lasciando andare il giocatore che si è poi accasato ai Colts, mentre Chris Long era il classico veterano in “affitto” per un anno che voleva giocarsi le sue chances per finalmente mettersi un anello al dito ed ha funzionato, per entrambe le parti coinvolte, ma ora lo stesso Long ha preferito cercare un ruolo da protagonista altrove. E cosa succede dunque?

Succede che al quarto round del draft 2015, ( ah come piace a Belichick collezionare round bassi e scovare gemme eh?) viene selezionato da Arkansas il defensive end Trey Flowers, che purtroppo salterà tutta la stagione da rookie per infortunio.

Quando però, nella stagione appena trascorsa, Sheard inizia a dare cenni di cedimento, la stellina dei Razorbacks viene fuori, e conclude un anno esaltante mettendo a segno 7 sacks, 45 tackles totali, 2 fumbles recuperati ed 1 passaggio deflettato, e soprattutto sarà autore di una enorme prova al Super Bowl 51.

La figura di Flowers mi esalta perchè finalmente, dopo Jones, si ha la sensazione di avere finalmente un giovane edge rusher “fatto in casa” con tutta una carriera davanti e che può solo migliorare, e se il buongiorno si vede dal mattino…

 

Sì ma ..dall’altro lato?

“I know Trey is a great competitor, he’s a hard worker,” Ealy said. “I’ve heard nothing but great things about him and just being around a guy like that up here, I think it’s really going to help develop my game just because the guy knows how to do things the right way. It will help motivate and develop my game with me trying to match his intensity or grow past it. It’s more so about feeding off of each other. I think it will be a great tandem to do so.”

Queste le parole di “quello che dovrebbe stare dall’altra parte” della linea, il nuovo arrivato Kony Ealy, di cui abbiamo già parlato qualche articolo fa; il rispetto e l’ammirazione che ha per un giovane come Trey Flowers fanno ben sperare per questo nuovo tandem che mira ad essere l’incubo dei quarterbacks che affronteremo il prossimo anno.

 

Dunque ricapitolando, possiamo immaginare una linea con Brown e Branch nel mezzo, e Flowers ed Ealy esterni, che in caso di switch su una 3-4 potrebbe schierare Branch/Valentine come nose, ma in questo caso forse La coppia Flowers/Ealy sarebbe un pò leggerina come esterni di una linea a 3, ed infatti lo staff ha pensato anche a questo con la firma di Lawrence Guy.

Guy ha giocato ovunque nella lega (Ravens, Chargers e Colts) ed ha giocato ovunque anche per quanto riguarda i ruoli difensivi, ed è un giocatore molto sottovalutato, uno di quelli che non mette a referto numeri sensazionali ma fa il lavoro sporco come si suol dire, e lo sottolinea anche Garrett Downing della rubrica “Final Drive” relativa ai Ravens, che proprio qualche settimana prima della sua firma coi Patriots, indicava Guy come un free agent da tenere d’occhio in quanto il suo apporto alla stagione dei Ravens era stato determinante.

A tutto questo che abbiamo detto, fa da coda il progresso, fino ad ora lento, di Geneo Grissom, che atleticamente ha pochi rivali ma fatica a trovare spazio, e chissà che non sarà la prossima stagione a vederlo esplodere?

 

Insomma, abbiamo sofferto per tutta una stagione per poi esplodere sull’intercetto finale di Malcolm Butler e festeggiare il primo trofeo dopo tanti, troppi anni; poi solo tanti infortuni ci hanno impedito di raggiungere di nuovo il grande ballo e difendere il titolo, titolo che però ci siamo ripresi l’anno dopo in un match che ha fatto la storia di questo sport, ed in tutto questo, sottovoce, senza farsi notare come ama fare lui, il coach ha costruito una linea giovane che si appresta ad essere il futuro della nostra franchigia, senza concedere nulla, ne stagioni di rebuilding ne altro, si magari arriverà qualche rookie e forse un altra firma dal mercato, ma a circa 40 giorni dal draft, abbiamo completato il remake di un reparto fondamentale, senza minimamente intaccare le nostre ambizioni di vittoria.

Ancora una volta chapeau, caro coach.

_ Francesco

Written by francescoc

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