Brutta e combattuta vittoria in quel di Buffalo, che vale la momentanea testa del girone. by Francesco Cugusi

Sarebbero bastati i 13 punti segnati nel primo quarto a battere i Buffalo Bills, e detta così può sembrare di aver visto la solita sfida noiosa e senza emozioni all’interno di una division poco competitiva, ma è stata tutt’altro; una prova egregia dei padroni di casa, che davanti hanno trovato un Brady spento, una offense poco ispirata, ma una difesa che concede sì il primo touchdown stagionale, ma si rende artefice forse della miglior partita stagionale.

Dico miglior partita difensiva stagionale, perchè al contrario di quanto visto nelle prime 3 gare, la nostra offense ha prodotto poco o niente (1 solo TD, l’altra segnatura è di Matthew Slater, al primo touchdown in carriera, su punt bloccato) e di conseguenza la nostra difesa è stata molto di più in campo, esposta quindi ad una maggiore possibilità di subire punti, ed invece non si è quasi mai scomposta ed ha messo in campo una prova da incorniciare.

Tralasciando le osservazioni per reparto, che andremo a vedere a breve, rimane il fatto che questa è una vittoria pesante, anzi pesantissima; in primo luogo, perchè avviene in trasferta su un campo difficile, e quasi senza accorgercene abbiamo passato indenni i test a Miami e a Buffalo. In secondo luogo, perchè è stata la classica partita di Settembre, con un attacco asfittico e la dinastia sull’orlo del baratro, salvo questa volta uscirne vincitori perchè, a differenza degli altri anni, abbiamo anche la difesa, e che difesa. Terzo, non meno importante, siamo tornati tutti con le nostre gambe sul bus senza infortuni.

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ATTACCO 

La nostra offense parte anche bene, e finalmente ci sono sprazzi di running game; Sony, che chiuderà con 17 portate per 63 yards (cira 3 yards di media), trova terreno fertile in alcune occasioni per vie centrali, mentre sono le corse “off-tackle” che creano i maggiori grattacapi, con i bloccatori aggiunti (Izzo su tutti) non capaci di creare il supporto adeguato. Il touchdown di giornata lo segnerà Brandon Bolden, su una corsa da 4 yards, ma dopo di che la giornata della nostra offense diventerà davvero povera.

Visto che il pesce puzza sempre dalla testa, è giusto partire dalla coppia Brady-McDaniels; 18 completi su 39 lanci per 150 yards ed 1 intercetto, avvenuto cosa ancora più grave in endzone. Un tabellino davvero impietoso che testimonia quanto sia stata di livello la prova della difesa di casa, a cui non vanno tolti assolutamente i meriti per aver annientato il nostro attacco.

E’ giusto anche sottolineare però che Brady non era in palla, è stata la classica sfida di Settembre, torno a dire, in cui il nostro attacco vuole cercare quale sia la sua identità (senza trovarla), con un McDaniels che ha aperto 2 pagine e mezza di un playbook ben più corposo, ed un reparto che in generale si è arreso, soprattutto dopo l’intercetto di Hyde, ed ha lasciato le sorti del match in mano alla difesa.

Le assenze di tight ends capaci di contribuire nel running e passing game (l’imminente rientro di Watson dovrebbe aiutare), la mancanza di Develin (comunque bene il tedesco Johsnon), un Rex Burkhead non al meglio che non ha potuto quindi dare da rifiatare a White e Sony, ma soprattutto un Edelman che ha giocato più perchè voleva esserci che per il suo reale stato di forma, hanno reso la giornata di Brady un incubo. Edelman, che mostrava un vistoso corpetto a protezione delle costole, è apparso lento ed impacciato, autore anche di un brutto drop, ma ai microfoni dopo il match ha detto di stare “alla grande”, anche se non sembrava.

McDaniels, dicevamo, ha evidentemente usato la versione ridotta del playbook facendo leva sul fatto che la nostra difesa non stava concedendo davvero nulla, anche se va detto che se il drive dell’intercetto, avesse portato ad un nostro TD, forse ora staremmo parlando di tutt’altro match; alcune chiamate non le ho davvero capite, come per esempio a metà partita sul punteggio di 13 a 10 per noi, 2nd & 7 da giocare, circa sulle nostre 35 yards, toglie tutti i ricevitori e mette una formazione a 6 OL e 2 TE dichiarando una corsa che prontamente va a sbattere contro il muro dei Bills, ma il coordinatore è lui e non sono io.

Non leggiamo comunque troppo in una prova opaca che, in questo periodo dell’anno, è naturale avvenga, basti pensare che proprio in questi giorni ricorre l’anniversario del 41 a 14 subito a Kansas City, o che l’anno scorso di questi tempi prendevamo schiaffi a Jacksonville.

 

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DIFESA

E qui viene il bello.

5 sacks, 4 intercetti e 2 forced fumbles

Lo dicevamo in precedenza; questo match ha tutte le caratteristiche dei soliti match di Settembre dei Patriots : un attacco senza idee che cerca se stesso, un match difficile con tanti errori, un avversario sulla carta non irresistibile che rischia di batterti, ma quest’anno la costante che è cambiata è la presenza, da subito, di una difesa élite.

Questo organico è passato dalla gestione sicuramente intelligente ma molto cervellotica di coach Patricia, alla più semplice schematizzazione di coach Belichick, prima filtrata dalle idee di Brian Flores, ma ora totalmente nelle mani sapienti del coach coadiuvato dalla presenza del neo coach Jerod Mayo. non è un caso che nella scorsa stagione stesse iniziando a prendere forma qualcosa di speciale, che si è concretizzato durante gli scorsi playoffs, e che ora sta dando i suoi frutti con una difesa che non concede nulla.

Cancelliamo pure dalla memoria le gare contro i Jets di Falk e contro i derelitti Dolphins, rimangono l’annientamento dei Pittsburgh Steelers al completo, e la vittoria su dei giovani e volenterosi Bills capitanati da un forte quanto pasticcione, va detto, Josh Allen.

Un altro elemento da non sottovalutare è l’assenza di Dont’a Hightower, ieri “game time decision” fino all’ultimo, ma che poi si è preferito tenere a riposo. negli anni precedenti, i più attenti ricorderanno, l’assenza di Hightower era una vera e propria condanna per un reparto a cui, se toglievi quei 2 o 3 punti cardinali, perdeva completamente la brocca. Ieri è sembrato che questa difesa non avesse mai avuto bisogno di averlo in campo invece, a testimonianza della profondità nel reparto, ma soprattutto a testimonianza di quanto un gruppo ben allenato e coeso funzioni anche col cambio di qualche addendo.

Il “green dot” sul casco lo ha indossato Jamie Collins, autore di un altra partita egregia, con 1 sack ma soprattutto (ancora una volta) dell’intercetto che ha di fatto chiuso l’incontro. Stella del match è Kyle Van Noy, che compie 2 sacks e forza due fumbles, a cui andrebbe tranquillamente la palma del migliore in campo se non fosse che secondo noi, forse c’è stato qualcuno che ha inciso ancora di più sul match.

I test più probanti arriveranno senza dubbio (Chiefs, Ravens, Browns tra tutti) ma una schedule agevole permette di affinare gli artigli, ora contro Redskins e Giants, ed essere idealmente al meglio quando ci sarà bisogno di esserlo.

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SPECIAL TEAM

Mi ha quasi commosso vedere Matthew Slater, vera e propria bandiera da anni, segnare il suo primo touchdown in carriera, dopo che J.C. Jackson ha bloccato, come si vede in foto, il punt dei Bills nella loro metà campo.

Lo stesso Jackson ha dichiarato che in settimana avevano studiato attentamente questa fase di gioco, notando che Buffalo aveva qualche difficoltà a proteggere adeguatamente dal lato sinistro della tasca di protezione, lato nel quale sono stati messi due “gunner” come Bolden e Jackson. Più in generale, il reparto ha fatto bene, con il rookie Bailey che ancora una volta si rende protagonista di una serie di cannonate che hanno, per quanto possibile, costretto i Bills a partire da posizioni non ottimali anche quando i nostri erano spalle al muro

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MIGLIORE IN CAMPO : J.C. Jackson

Il cornerback chiude la giornata con 2 intercetti ed il punt bloccato, ed il premio va a lui anche per coronare la prova stupenda della nostra secondaria, dove paradossalmente solo Gilmore tentenna mentre gli altri sono tutti capaci di giocare a livelli altissimi, uno su tutti Devin McCourty al suo 4 intercetto in 4 partite.

Come detto in precedenza, Van Noy avrebbe sicuramente meritato la palma, ma ho ritenuto più corretto darla ad un giocatore capace di lasciare il segno in più reparti, in diverse fasi del gioco.

PEGGIORE IN CAMPO : Stephen Gostkowski

Questo premio invece avrebbe avuto ben più di due pretendenti, ma ho deciso di darlo al nostro kicker perchè ancora una volta ha sbagliato un extra point, confermando le sue difficoltà soprattutto nella prima parte del match. Gostkowski è stato per tanti anni una sicurezza, ed ha calciato tantissimi piazzati che resteranno nella storia dei nostri successi, leader di punti per la nostra franchigia, ma è anche giusto sottolinearne le difficoltà che sta avendo, altrimenti faremmo un torto per primo a lui ed agli standard a cui ci ha abituato.

Occorre ricordare però che purtroppo trovare alternative sul mercato dei free agents non è così facile, anzi. Motivo per cui io stesso avevo mostrato qualche perplessità nel vedere che non si era voluta creare competizione al camp, periodo nel quale invece è più opportuno fare esperimenti anche in questi ruoli delicati.

La complessità e la psicologia del ruolo ovviamente sono aspetti delicati ma ai quali solo lui può lavorare e porre rimedio.

 

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

1 Comment

Giancarlo Boromei

Tutto giusto, posso solo aggiungere che questa vittoria ha un solo nome generico:DIFESA.
Che io ricordi una prestazione così di un ns reparto difensivo era di tempi di Bruschi, Ty Law, Vrabel ecc.ecc. che non si vedeva.
L’attacco ha le attenuanti del periodo e dell’operazione Antonio Brown che di fatto non ha permesso un giusto amalgama qb- wr.
Speriamo che il tempo favorisca la crescita offensiva ( in altre stagioni abbiamo avuto un patrimonio di ricevitori molto meno forte di quest’anno) ciò mi rende fiducioso x una stagione positiva ma non per arrivare fino in fondo; è ancora troppo presto.

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