AFC East

Dopo un primo quarto di stagione avevamo fatto un punto della situazione sulla nostra division, analizzando il momento delle dirette rivali, ma ad oggi, dopo altre quattro settimane di football alle spalle, sarebbe stato riduttivo limitarsi a scrivere solo di Buffalo, New York Jets e Miami, in quanto i Bills, complici anche i numerosi infortuni soprattutto in attacco (sono stati costretti a richiamare dal divano di casa l’ormai semi-pensionato Percy Harvin) hanno infilato un paio di sconfitte che ridimensionano di molto le loro ambizioni, e  si è visto che senza McCoy (che dovrebbe comunque rientrare a breve), il loro attacco perde moltissimo. Bills che sembrano essere l’unica vera minaccia all’interno del “girone” anche se va detto che Jets e Dolphins hanno infilato un paio di vittorie, ma questo non cambia il fatto che il loro record, rispettivamente di 3-5 e 3-4, li metta in condizione di un impresa ai limiti dell’impossibile per ambire ai playoffs.

P.Harvin, 28 anni, una carriera tormentata dagli infortuni.

P.Harvin, 28 anni, una carriera tormentata dagli infortuni.

Ci spostiamo dunque all’interno della conference per guardare più da vicino come si stanno comportando coloro che vogliono ambire al Super Bowl, da questo lato del tabellone.

La Conference più debole?

La division “opposta” alla nostra, ovvero la AFC West, è quella che sta animando il panorama NFL in maniera più interessante, con la sempre temibile Denver, che paga ovviamente un minimo la perdita di Peyton Manning, che se la deve vedere con l’esplosione dei giovani Raiders, i sempre solidi Chiefs e la mina vagante Chargers, ma partiamo dall’interno del “buco nero” di Oakland.

Gli AC/DC in silver and black, Derek Carr e Amari Cooper.

Gli AC/DC in silver and black, Derek Carr e Amari Cooper.

Appaiati in testa alla division alla pari con Denver sul record di 6-2, questi Raiders stanno impressionando ed alcuni “esperi” locali credono che Oakland sia una delle poche squadre attrezzate per andare  Foxboro anche ai playoffs e strappare una vittoria.

un pò di numeri : La loro offense è la numero 6 come punti segnati per gara (26.9), la 5 per yards (401) ed addirittura la numero 4 come passing yards, anche se la controparte difensiva non può vantare lo stesso successo, figurando penultima in tutta la lega per yards totali concesse (410) e sono ventiduesimi per punti concessi a partita (25), numeri che se ci raccontano di un attacco esplosivo ci dicono anche che fanno giocare e tendono a subire.

Dopo aver iniziato l’anno con qualche vittoria presa per i capelli, come il 35 a 34 sui Saints oppure il 28 a 27 sui Ravens, in week 6 Kansas City li ha fatti tornare sulla terra con un perentorio 26 a 10 in quel di Oakland, e se la storia ci insegna che senza difesa non si vince nulla, allora è altrettanto vero che se i Raiders vogliono dire la loro e legittimarsi ai piani alti di questa conference più che mai aperta devono obbligatoriamente registrare il pacchetto arretrato e serrare le fila concedendo meno punti fin da subito, e quale migliore occasione di quella che li aspetta questo weekend in casa, contro i Broncos nel primo dei due match coi rivali, di cui il secondo si giocherà il primo Gennaio a Denver.

Gara imperdibile anche se l’orario non ne facilita la visione.

chi riuscirà ad essere il

chi riuscirà ad essere il “dopo Manning” definitivo?

Cosa dire dei Denver Broncos?

Le statistiche offensive sono medio basse, complice anche la situazione poco chiara in cabina di regia, ma se spulciamo i numeri difensivi qui c’è odore di “No Fly Zone”; Quinti per punti concessi a gara (17), terzi per yards concesse (301) e primi in assoluti per yards su passaggio concesse (183), anche se la corazzata paga sulle corse, dove rispetto alle altre squadre è valla n.23 concedendo 118 yards di corsa a match.

Le due sconfitte che macchiano il record di Denver sono arrivate contro rivali di tutto rispetto; la prima contro i Falcons, uno dei teams più positivi di questo inizio stagione, una gara combattuta (giocata a Denver) coi Falcons che la spuntano per 23 a 16, e la settimana successiva arriva immediatamente la seconda nel “derby” contro i Chargers giocato dopo 4 giorni dalla gara precedente a San Diego. Due settimane più tardi, in week 8 davanti ai propri ospiti, i Broncos sono riusciti immediatamente a vendicarsi battendo i Chargers 27 a 19 riprendendosi il trono della division, ma adesso li spettano due settimane di trasferte (Raiders e Saints) prima del bye.

Dati alla mano, concedere 27 punti ai Chargers potrebbe lasciare qualche dubbio, ma concederne solo 23 a questi Falcons non è niente male, e si capisce proprio come i numeri non mentano, ovvero una buona, a volte superlativa difesa, che rischia di pagare se l’attacco mette a referto pochi punti. Oakland vola sull’onda dell’entusiasmo e non vede l’ora di dimostrare al mondo il loro valore magari battendo proprio i Broncos a casa loro, mentre giocare in New Orleans è sempre dura per tutti, soprattutto quest’anno che l’attaccai dei Saints si registra come primo per passing yards e secondo per punti segnati, con un Drew Brees che sta mettendo alla tabella numeri da fenomeno quale è.

Passing Att Cmp Yds TDs
Drew Brees 308 214 2366 18

Tutte queste parole e questi dati per dire cosa? Per dire che i Broncos forse hanno davanti due settimane critiche che potranno dire molto, forse tutto, della loro stagione ed eventuale possibilità di repeat, e dopo la settimana di riposo, torneranno in capo e nelle 4 settimane davanti a loro, le due gare casalinghe, quelle da vincere a tutti i costi, saranno prima coi Chiefs e poi contro di noi.

Pretendenti di diritto

gli Steelers non muoiono mai

gli Steelers non muoiono mai

Ci sono poi le squadre che da anni dicono la loro da questa parte del tabellone NFL e non possono essere mai dimenticate, e se c’è una squadra che non si può mai prendere sotto gamba, per il loro Dna da vincenti e la loro esperienza, questi sono proprio gli Steelers.

Pittsburgh al momento è 4 in AFC nonostante il loro record (4-3) sia peggiore di Broncos e Chiefs e appena appena migliore di Titans e Bills, ma a giustificare questa loro partenza a singhiozzo ci sono i nomi (illustri) in infermeria :

INJURIES MORE
Player (Pos) Injury
David DeCastro (G) Did Not Pract – —
Ben Roethlisberger (QB) Limited Pract – —
DeAngelo Williams (RB) Did Not Pract – —
Marcus Gilbert (T) Full Pract – —

Nelle prime cinque settimane di stagione gli Steelers sembravano lanciatissimi, con l’unica sconfitta, quella in week 3 contro gli Eagles, che sembrava semplicemente una giornata storta (stortissima) che può capitare a tutti; Dopo però sono arrivate due sconfitte, quella brutta contro i Dolphins e quella meno brutta ma che sempre come una L conta proprio contro i Patriots.

Il bye week non poteva arrivare in un momento migliore per coach Tomlin che avrà dovuto chiamare i suoi a raccolta sperando di recuperare anche qualcuno dagli infortunati, ma il filotto di gare che attende i giallo-neri non li risparmia di certo : dapprima la trasferta di Baltimore, uno di quei derby da old school smash mouth football, per poi ospitare la “new sensation” Dak Prescott e i suoi ‘Boyz, e poi rifiatare contro Cleveland ed Indianapolis se non fosse che sono entrambe trasferte, il che rende qualsiasi avversario più ostico del normale.

la rivalità che non c'è più

la rivalità che non c’è più

Il ritiro di Manning ha tolto alla NFL una delle più belle rivalità sportive mai esistite, ma questo non vuol dire che per Brady non ci siano più insidie; se e quando Big Ben recupererà, gli Steelers potranno sempre dire la loro con lui in campo, il coaching staff di Denver è ben strutturato per far rendere anche i giovani (con l’aiuto di quella difesa) e l’entusiasmo dei giovani Raiders può fare lo sgambetto anche alle big che potrebbero sottovalutare la loro minaccia.

Una conference quindi non più facile, ma più aperta ed equilibrata, dietro i soli Patriots che sembrano almeno ad oggi, gli unici con un livello di completezza del roster tale da ambire concretamente alla post-season già da ora.

 

_Francesco Cugusi

 

Written by francescoc

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