Ripercorriamo le mosse dei nostri durante la tre-giorni di Nashville.

Il Draft si apre con una prima giornata che ha sorpreso i tifosi Pats, in quanto ci si aspettava davvero di tutto ormai; trade up, trade down, selezioni di giocatori improbabili, ed invece, cosa che per qualsiasi altra franchigia NFL sarebbe normale, per noi è fantascienza, ovvero è avvenuto esattamente quello che la logica avrebbe suggerito, ovvero scegliere con la propria pick un giocatore nel ruolo di maggiore need.

Uno dei top 20 recruits nel giro delle high school ( 2.715 yards e 25 TD’s in due anni alla Chandler high school ), diviene immediatamente il “go-to guy” di Arizona State da freshman, giocando tutte e 12 le partite e guidando i freshman a livello nazionale con 58 ricezioni per 659 yards e 5 TD’s; first team all-PAC 12 da sophomore, guida la conference con una media di 87 yards di ricezione a partita ed 8 TD’s in stagione. Non è fulmineo nei movimenti coi piedi, e tende a non riuscire sempre a lasciare l’uomo sul posto, ma è completamente a suo agio nel lottare per i palloni in aria, e le cosiddette 50/50 balls sono sempre sue.

Ottimo contollo del corpo, gran bloccatore (e sappiamo quanto questo conti nel nostro schema), non credo diventerà l’esterno a la Josh Gordon per intenderci, ma nell’interno del campo potrà davvero fare la differenza. Restano le ovvie preoccupazioni visto il record di Belichick nel draftare ricevitori, ma il consenso generale è che sia davvero una scelta ottima e ce lo auguriamo vivamente.

Il secondo giorno di Draft si svolge in maniera più familiare per noi, e si apre con una trade : ai Los Angeles Rams va la scelta 56 + 101, ed otteniamo la n.45 overall, quindi facciamo trade up.

Siamo talmente abituati a fare il contrario, che questa mossa manda in fibrillazione la Pats Nation; arriverà il nuovo Gronk? arriverà il vice Brady? nulla di tutto questo. In un secondo round dove iniziano a volare via dalle boards i cornerbacks, Belichick va a prendersi Joejuan Williams, longilineo defensive back da Vanderbilt, giocatore per il quale si dice avessimo un debole tanto da essere indecisi tra lui e Harry al primo giro.

Bill Belichick aveva lanciato un esca ai più attenti ascoltatori a dire il vero qualche giorno fa, dove disse che nella lega oggi ci sono una marea di ricevitori esplosivi e che “qualcuno doveva marcarli” ed è proprio quello che può fare Williams; con la sua mole (molti lo paragonano a Brandon Browner) può marcare tight ends e grossi ricevitori, anche se da il meglio di se in uno schema a zona.

Dopo questa selezione è ancora la volta di una trade, questa volta con Seattle : a loro va la n.64 overall mentre noi riceviamo la 77 e la 118. Poco dopo la terza trade di giornata, dove cediamo a Chicago la 73 overall per ricevere la n.86, la 162 ed una 4th round del 2020.

Con la scelta numero 77 ricevuta da Seattle selezioniamo un ragazzo che ha scritto “Patriots” in faccia, l’edge Chase Winovich.

Il prodotto di Michigan è una forza della natura, ha un cosiddetto “motor” inesauribile e gioca fino al fischio dell’arbitro; secondo ProFootballFocus aveva addirittura un grado di firts rounder, e i Pats si assicurano un ragazzo che ama il football e che darà tutto in campo per la squadra.

Unico neo di questo giocatore sono le misure (non è enorme ma soprattutto non ha braccia lunghe) e questo potrebbe limitarne la crescita, sembra un giocatore fatto e finito con un tetto piuttosto defininto, ma potrebbe essere fin da subito il giocatore alla Ninkovich/Vrabel che da sempre rappresenta il marchio di fabbrica della difesa di Bill Belichick.

Con la scelta numero 87 arriva la prima scelta che fa storcere un pochino il naso ai fans, forse in quanto non sentita come una need pesante, e viene selezionato Damien Harris, runningback da Alabama.

Harris possiede tutti quei traits che non fanno innamorare i fans ma i coaches, ovvero mani sicure (una bella colonnina di ZERO sotto i fumbles dal 2015 al 2018) la capacità di sostenere i difensori in entrata in pass protection, la capacità di giocare gli special team e può contribuire nel passing game; deve però fare attenzione a mantenere sotto controllo il proprio peso, ma questo ragazzo potrebbe essere il workhorse che doveva essere Jeremy Hill un anno fa, e poi sappiamo benissimo, dopo aver vissuto l’esperimento Patterson nel ruolo, quanto sia delicata questa posizione e quanto sia necessario avere profondità non solo di nomi ma di talento.

Nelle settimane di avvicinamento al Draft la sensazione che potesse arrivare un tackle si faceva sempre più forte, anche noi di PR avevamo indicato la possibile scelta di un tackle intorno ai giri di mezzo, ed arriva un ragazzo davvero interessante, che ha protetto il lato cieco di Will Grier al college.

Rispetto ad altri ruoli, prendere ragazzi che devono crescere è meno preoccupante in linea perchè abbiamo la sicurezza di coach Scarnecchia che potrà sicuramente prendere Cajuste e renderlo uno starter;  tackle che funziona sicuramente meglio su passaggio che su corsa, ha bisogno di lavorare sull’uso dei piedi e sulla rapidità ma ha la stazza perfetta per il ruolo, e con l’incognita Isaiah Wynn e l’unica sicurezza in Cannon, la selezione aggiunge profondità necessaria.

(nella grafica c’è ovviamente un errore, il suo ruolo è di G/C)

Finalmente una scelta poco sexy, che non entusiasma nessuno , o forse sì?

Io dico la verità subito ed ammetto che non conoscevo questo prospetto; arrivato in USA comincia a giocare a football in Ohio durante la stagione da sophomore alla high school come studente di scambio (quello che da noi sarebbe Erasmus) avendo chiare origini nord europee; documentandomi sul web scopro che PFF su di lui ha un grade di 88.6, che lo pone al primo posto nella SEC conference come pass blocker, ed in carriera ha collezionato titoli come : 2018 second team all SEC (AP), 2017 first team all-SEC (PFF) e tutta una lunga serie di riconoscimenti. Tra le altre cose, va detto che ha giocato sotto la direzione di Bret Bielema, ora nello staff di Bill Belichick.

A questo punto si sta delineando una dinamica piuttosto chiara : l’enfasi va spostandosi sul running game, ci siamo sempre preoccupati di dover dare armi a Brady, ma che la strategia migliore per aiutare  Tom nelle ultime stagioni sia togliergli un pochino di responsabilità e tornare indietro nel tempo correndo il pallone in faccia agli avversari?

Doveva uscire da questo Draft, ma come spesso accade a dire il vero, un quarterback da far crescere dietro a Brady, e nonostante non fosse un nome accostato ai Pats, con la scelta numero 133 arriva Jarrett Stidham da Auburn.

Stidham si è messo in luce nel 2017 quando lui e compagni hanno sconfitto Alabama nell’Iron Bowl, dove concluse 21 completi su 28 lanci per 237 yards; la stagione successiva era atteso per il grande salto ma questo non avviene, perde la sicurezza necessaria per salire di livello ed Auburn conclude con un record di 8-5, anche se a dirla tutta, come riferirà un non meglio precisato scout di un team NFC, l’ultima edizione della offense di Auburn è stata un disastro, con una OL che non teneva nulla, ricevitori incapaci di creare separazione e qualche problema di troppo nel coaching staff.

Daniel Jeremiah di NFL.com sostiene che Stidham sia il quarterback col lancio migliore di tutta questa classe, ha ottime doti fisiche, ma deve essere ben allenato e deve inserirsi nel sistema giusto. Un progetto che richiederà tempo ma direi che possiamo provare a sopravvivere col quarterback attuale ancora per un pochino.

Vi confesso che ad un certo punto ho completamente perso il senso dei movimenti e delle trades, perchè ce ne sono state di nuovo molte, ma dopo 2 giorni senza sonno a seguire le peripezie di coach Belichick abbiate pazienza ma ho ceduto pure io, perciò elencherò solamente le scelte compiute.

Inizialmente non avevamo scelte al quinto round, ma siamo arrivati ad ottenerne ben 2 con le quali abbiamo scelto i seguenti prospetti.

Questa pick va ad aumentare la profondità in un reparto dove eravamo certi saremmo intervenuti.

Cowart, che non ha lasciato un ottimo ricordo di se ad Auburn dopo il suo trasferimento, come tutti i prospetti che arrivano a questi rounds ha pregi e difetti; una size ideale ed un build perfetto per il ruolo, e può giocare in diversi front difensivi. Non è esplosivo allo snap, e non è continuo e consistente col suo “pad level”, ma sa difendere contro passaggi e corse, anche se rimane ovviamente un progetto che dovrà lavorare moltissimo. Nel 2015 era considerato il top prospect nel ruolo, ma dalla stagione successiva il suo rendimento ha avuto un crollo, salvo poi assestarsi su livelli accettabili.

La speranza è che un coaching staff competente possa indirizzare la sua carriera nei giusti binari.

Attraverso la seconda trade up di questo Draft andiamo a prenderci Jake Bailey, un punter destro da Stanford che ha segnato il record della scuola per un punt più lungo di sempre, che ha percorso esattamente 84 yards.

Era scontato che con così tante scelte ci fossero investimenti rivolti anche a ruoli meno “sexy”, ma una cosa a questo punto del Draft è certa : la dirigenza non era interessata a questa classe Draft di tight ends, o almeno non vedeva in loro nessun degno erede del Gronk nazionale; anche molti wide receivers sono stati lasciati agli altri, preferendo loro uomini di linea.

Giocatore con una marea di red flags, a partire dagli infortuni subiti come nella stagione da sophomore dove danneggia tutti i legamenti di un ginocchio in week 1; nel 2017 con un compagno di sqadra viene fermato dalla polizia ed arrestato per taccheggio, ma nella ultima stagione, giocata da part-time starter, ha collezionato buoni numeri.

Si perde nel marcare a uomo l’avversario, vedremo se saprà ritagliarsi un ruolo e crescere almeno nella practice squad.

MY DRAFT WINNERS

  • Braxton Berrios : la mancata selezione di ricevitori undersized che invece parevano essere perfetti per noi ( Hunter Renfrow, Andy Isabella) pone Berrios nella posizione ideale di essere pressochè l’unico con quelle caratteristiche e skills nel reparto. Nonostante una prima stagione ai box per infortunio, il suo spot a roster non sembra minacciato.
  • Austin Seferian-Jenkins : C’è poco da dire, la attuale depth chart non credo soddisfi nessuno, tranne forse proprio l’ultimo arrivato, che risulta il TE1 senza nemmeno tanta competizione.
  • Mike Pennel : lasciato andare dai Jets, ed arrivato via free agency come uno dei pezzi pregiati, ad oggi a mio modesto parere risulta essere DT titolare visto che dal Draft non è arrivata competizione, a parte la pick spesa per Cowart, che però come detto sopra è ancora lontano dall’esere NFL- ready.
  • Cristian Sam : Nessun linebacker in questo Draft e lo si poteva immaginare dopo le numerose picks investite nel ruolo lo scorso anno, e sembra poterne beneficiare proprio Christian Sam che, se capace di recuperare a pieno da una prima stagione da desaparecido, potrebbe trovare posto per lo meno in practice squad e continuare la sua crescita nella organizzazione.

MY DRAFT LOSERS

  • Duke Dawson : non è ancora detto, ma la scelta di Williams, che si aggiunge ad un reparto di cornerbacks folto e di alto livello, rende la presenza di Dawson assolutamente ipotetica ad oggi nel roster finale, perchè stiamo costruendo una secondaria che sappia giocare match-up contro qualsiasi tipo di giocatore/attaccante, ma nello slot è stato confermato Jonathan Jones e non si sa bene che ruolo verrà richiesto a Williams, quindi Dawson avrà il suo bel da fare.
  • Danny Etling : a livello contrattuale i Patriots non avrebbero alcun giovamento dal tagliare Hoyer, il quale spot sembra consolidato almeno per un altro anno; rimane quindi aperto lo spot di QB3, che non sempre è stato mantenuto dal coaching staff, e quindi non solo per Etling sarà una sfida battere al camp Stidham, secondo me più forte già da oggi ma soprattutto con più upside, ma sarà difficile anche convincere lo staff che nei 53 ( o almeno nella practice squad ) ci sia bisogno di un terzo QB.
  • Derek Rivers : la riconferma di John Simon e la selezione di Chase Winovich mettono in serio dubbio la necessità da parte del team di continuare a dare fiducia ad un giocatore che negli anni si è rivelato, per una ragione o per l’altra, incapace di produrre; potrebbe essere la stagione-bivio per lui.
  • Demaryus Thomas : al primo round viene scelto N’keal Harry, che come build e skills dovrebbe insidiare Gordon e Thomas, anche se il ruolo dovrebbe essere lievemente differente, ma se per Josh Gordon ci sono una serie di elementi da considerare (quanto di buono mostrato nella scorsa stagione, e la voglia del team di seguirlo nell’ennesimo recupero), per Demaryus Thomas invece una strada già in salita si complica perchè dovrà lottare contro l’investimento del team.
  • La nostra redazione : esatto, avete letto bene, perchè in un Draft dal quale escono nomi come N’Keal, Joejuan, Yodny, ma soprattutto Hjalte Froholdt, scrivere articoli e recaps sarà veramente impegnativo.

Francesco Cugusi @PatriotReign

Written by francescoc

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