Uno dei giovani più interessanti del nostro roster, che in questa stagione si è messo in mostra fino a scalare le gerarchie del suo reparto.

Siamo a stagione NFL inoltrata ed è il momento in cui i tifosi si dividono tra quelli che iniziano a sognare qualcosa di possibile, e quelli che invece abbandonano ogni velleità ed iniziano a pensare al draft scalpitando come i bambini al pranzo di natale quando non hanno più fame e vogliono alzarsi. Noi siamo in un limbo fastidioso al quale non siamo abituati, ovvero una partecipazione ai playoff quasi certa ma non ancora matematica, dalla porta di servizio, che negli ultimi anni non abbiamo mai dovuto attraversare; al nostro interno poi ci suddividiamo ancora una volta in chi ci crede e non smetterà mai oppure in quelli che per quest’anno ci hanno già messo una pietra sopra, ma c’è una cosa da dire e da tenere sempre bene a mente : per ogni stagione NFL che va terminando ce n’è una che si appresta a partire, il circo non si ferma mai, ed è per questo che oggi vorrei estrapolare da questa stagione un lato positivo, una luce in mezzo a tutto quello che abbiamo visto, ovvero un altro diamante pescato nel bidone dell’umido dai nostri, il cornerback undrafted J.C. Jackson.

 

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Jackson ha vestito il #34 in preseason, prima di passare all’attuale numero #27 / NESN.com

Tutti noi seguiamo distrattamente il lavoro dello staff una volta terminato il draft, ed è un errore grossolano, perchè soprattutto per motivi numerici, moltissimi prospetti interessanti rimangono fuori dal contesto della tre giorni trasmessa dai networks in cui vengono selezionati i giovani più quotati; è forse addirittura più interessante infatti cosa accade dopo, quando i coaching staff partono alla ricerca di chi è rimasto fuori da cotanto sfarzo, ma non per questo meno meritevole di una chance; parafrasando molte star NFL “non importa come ci arrivi, ma cosa fai una volta dentro la lega

Se poi stimiamo che, in maniera molto grossolana, ogni team esce dal draft con 6 o 7 prospetti, mentre dagli undrafted se ne portano in sede anche più di 15, è facile capire come il grosso del lavoro avvenga proprio nelle fasi successive alla lotteria.

E’ proprio qui che negli anni passati avvenne una cosa meravigliosa quanto sorprendente per noi come la firma di Malcolm Butler, ironia della sorte anch’esso cornerback, indelebile ormai nelle nostre memorie per molte belle giocate ma soprattutto per aver intercettato QUEL pallone. Bene quest’anno i nostri sembrano averne azzeccata un altra; lasciato in disparte non certo per il talento ma per, secondo indiscrezioni, qualche problema off-field, Jackson viene raggiunto da una telefonata del nostro staff e non ci pensa due volte a firmare il contratto che lo legherà ai Patriots per le prossime 2 stagioni :

Year Age Base Salary (Guaranteed) Bonuses Cap
Number
Cap %
Dead Money & Cap Savings
Prorated Roster Workout Other
2018 23 $480,000 $50,000 $3,333 $0 $0 $0 $483,333 0.3%
$60,000
$423,333
2019 24 $570,000 $3,333 $0 $0 $0 $573,333 0.3%
$6,667
$566,666
2020 25 $660,000 $3,334 $0 $0 $0 $663,334 0.3%
$3,334
$660,000
Total $1,710,000 $10,000 $0 $0 $0 $1,720,000

Il reparto dei cornerbacks ha sicuramente vissuto un periodo di cambiamento negli ultimi mesi; ci hanno salutato infatti Butler e Logan Ryan, entrambi ora ai Titans, ed iniziavamo la stagione con una sola certezza, quella di Gilmore nello spot numero 1. A creare il tandem con lui c’era un ventaglio di soluzioni più o meno interessanti ma tutte da verificare : l’arrivo del gemello McCourty in uscita da Cleveland, l’eventuale ripresa fisica di Rowe, la rinascita di Cyrus Jones, oppure l’esplosione immediata dei rookies Dawson e Crossen … nulla di tutto questo.

Fin da subito i media locali come Mike Reiss o Doug Kyed evidenziano come ci sia un difensore sempre sulla palla e sempre pronto a intercettare Brady, e proprio questo J.C. ricorda tanto l’entusiasmo che ci metteva Butler appena arrivato. Le prodezze in allenamento si sono tradotte poi sui campi non certamente probanti ma comunque effettivi come quelli della preseason, dove nell’ultimo match, quello per intenderci dove chi gioca deve dimostrare di meritare una maglia, Jackson mette a referto non 1 ma ben 2 intercetti, contro Lauletta, rookie dei Giants.

 

Il nome inizia a girare nell’ambiente, ed il buzz attorno al giocatore va intensificandosi; il ragazzo che aveva registrato 4 intercetti a Maryland nelle due stagioni giocate in Big 10, ne mette a segno 2 in un match NFL, e posto a roster garantito, soprattutto perchè Dawson, Crossen, e Ryan Lewis che all’epoca rappresentava una bella speranza nel ruolo, non stavano dando impressione di poter garantire nulla sul campo da gioco.

Avanti veloce fino al 30 Settembre di quest’anno, giornata nella quale i Patriots ospitano i Dolphins; siamo sul 31 a 0 per i Pats e nel terzo quarto di gioco Tannehill deve osare qualcosa se vuole iniziare a mettere punti sul tabellone per i suoi. Decide così di farlo sfidando il rookie Jackson, sperando evidentemente che al giovane tremino le gambe, tutt’altro però, Jackson tiene la marcatura sul suo uomo in maniera eccezionale, e quando nota che il ricevitore alza lo sguardo per ricevere si gira verso il pallone intercettandolo, palla a New England.

Solo un fortunato exploit? certo potrebbe essere, anche perchè in molte altre occasioni Jackson, forse per la troppa voglia di emergere e mettersi in mostra, regala qualche flag di troppo, ed in alcuni match costa parecchio terreno ai suoi. Ma andiamo avanti solo di due settimane; i Pats hanno battuto i Colts ed ora si apprestano ad affrontare Chicago in una trasferta pittosto ostica contro una difesa arcigna.

La gara è parecchio combattuta, Tubisky fa quello che vuole, soprattutto con le gambe, e ci avviciniamo alla fine del terzo quarto con un solo possesso di vantaggio per i nostri (31 a 24) e Chicago palla in mano; il giovane quarterback di casa esce dalla tasca, sembra voler attaccare ancora una volta lo spazio con la corsa dopo essere sfuggito per l’ennesima volta a Clayborn, ma poi opta per lanciare da un gioco rotto in sideline un pallone che sembrava innocuo, solo che su quel pallone c’erano gli artigli di J.C. Ancora una volta perfetto, rapido e reattivo nello svolgere il suo compito.

E’ molto facile scrivere le lodi di un difensore evidenziandone i meriti soprattutto su giocate estemporanee come un intercetto, ma ci sono tantissimi altri aspetti apprezzabili del football giocato dal rookie, ed anche quando sembra che sbagli, molto spesso è più bravura degli avversari; guardate per esempio questo video fresco fresco dalla partita di questa settimana.

Qui Smith-Shuster riceve in testa al nostro corner, e non è mai una bella cosa, ma la marcatura del #27 è perfetta, qui il merito è totalmente del talento dell’attaccante, ma anche di Roethlisberger che piazza l’ovale in una finestra quasi inesistente. Nel 90% dei casi questo lancio è un incompleto, nel 5% un intercetto, mentre mi sento di dire che solo nel restante 5% può essere un completo.

Questa evoluzione della nostra secondaria, che abbraccia il fiorire di un giovane in maniera molto positiva, lo stesso McCourty ha detto che veder giocare Jackson è come vedere “un fratellino diventare grande ed avere successo”cit, ci insegna per davvero che non conta da dove o come si entra in NFL. Guardate la fatica che stanno facendo Duke Dawson e Keion Crossen a ritagliarsi un piccolo spazio, spesso senza riuscirci, e guardate invece dove è arrivato J.C., ad oggi forse un gradino sopra J-Mac come rendimento ed affidabilità.

In conclusione, non so cosa ci riserverà ancora questa stagione, ma credo di poter dire con sicurezza che quello che rimarrà nell’immediato futuro è un cornerback giovane, veloce, arcigno, cattivo, reattivo, e disposto al lavoro e al sacrificio per la nostra difesa, un ruolo in meno da tenere conto in fase di draft 2019.

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

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