Bill Belichick : ” I’ve had the privilege of coaching a lot of great players and leaders in the National Football League, and I’ll just put Tedy up there with all of them and above all of them. There’s no player that I think epitomizes more of what I believe a player should be on the field, off the field, really, in every situation…Perfect player”.

Ancora oggi tra i due c’è rispetto e grande amicizia.

Poche parole semplici se vogliamo, che  -facendo un passo indietro vedendo le grandi stars allenate da Bill – rendono ineguagliabile la carriera straordinaria, non solo per i successi, ma per la professionalità e l’inesauribile voglia di eccellere di Bruschi.
Se Bill fosse stato un’allenatore “normale” non saremmo qui a parlare, omaggiare uno dei LB più dominanti ed efficaci dela NFL.
Ha semplicemente cambiato il concetto di difesa, ed era il capitano e l’anima della squadra difensiva.

1973, San Francisco Giovanni e Adele emigrati negli States diedero alla luce Anthony, gracile, mingherlino non certo uno che intimidisce, ma crescendo Tedy, si interessa a sport ad alto contenuto di contatti.(non proprio carezze)
Andrà a frequentare la Roseville High School, dove pratica Football, Wrestling, e atletica leggera (lancio del peso), le sue attenzioni però vengono attirate anche dalla musica, infatti suonerà sassofono e clarinetto.
Nonostante le molteplici attività, i Tigers riescono a tirare fuori l meglio da lui, venendo votato nella squadra della conference, non c’è nulla da fare, questo gioco lo appassiona troppo, ben presto si fà notare, malgrado la sua fisicità.
L’università di Arizona lo vuole a tutti i costi con maglia rossa dei Wildcats, Tedy accetta con entusiasmo, e ben presto riesce a prendere sempre più spazio. Nei suoi 4 anni di college malgrado i tanti infortuni alla schiena e al collo, scriverà 185 Tackles, 6 fumbles forzati di cui 5 recuperati, pareggiando il record di sacks 52 della divisione I-A, queste cifre gli permettono di diventare MVP di Arizona nel 1993,  ALL-American nel 94 e 95, e per abbellire ancora di più la torta, la classica ciliegina, il Morris Trophy per il miglior giocatore della linea difensiva.
Il nostro è pronto a fare il grande salto nel gioco dei grandi, nonostante le sue grandi ed entusiasmanti prestazioni in NCAA, molti coaches decidono di passare oltre, attirando l’attenzione sui difetti di Tedy, fortunatamente un’altro Bill (Parcells) non si fà ingannare e lo sceglie all’86esima scelta assoluta al 3° giro.
Nel suo anno da Rookie, giocò nello special team, con 11 tackles e 4 sacks, per noi appassionati, quello fù l’anno della nostra prima finale, malgrado la sconfitta, Tedy scriverà 2.0 sacks con Green Bay .(2° solo a  Reggie White, 3.0 nel superbowl)
Nel ’97 gioca ancora una volta ogni gara, con 30 tackles e 4 sacks, nel ’98 esplode giocando in maniera sontuosa, con 81 tackles, 2 sacks, 2 fambles forzati e 3 passaggi deviati, diventando il beniamino dei tifosi.
L’anno dopo migliora ancora, 138 tackles e riesce a fare il primo intercetto in carriera, stagione buona direte voi, ma con sole 14 gare giocate, e con un’intensità davvero mostruosa.
Nel 2000 gioca titolare 16 partite raggiungendo per il secondo anno consecutivo i 100 (106) tackles.
Nel 2001 con 15 gare, segna 74 tackles, forza 3 fumbles recuperandone 1 e 2 intercetti, il tutto condito da prestazioni di alto livello sopratutto nel finale di stagione,(vincendo 6 gare di fila, grazie ad una difesa invalicabile,aiutato anche da Mike Vrabel (2 intercetti, 3 sacks) e Willie McGinest (5 sacks), e dominando i play-offs, andando poi a mettere fine ai sogni di gloria di Warner e soci, al Superdome in Luisiana.
Le sue ottime doti di leader e il suo carisma,  nel 2002 fanno si che gli allenatori lo votino come capitano della difesa, a causa dei soliti infortuni perde 5 gare nella stagione, finendo con 65 tackles e 2 intercetti entrambi ritornati in TD.
L’anno dopo torna affamato e più forte che mai, contribuendo alla grande stagione Pats con 131 tackles e 14 passaggi deviati, 2 sack 3 intercetti, 2 TD e 3 fumbles forzati,  contribuendo in maniera decisiva alla stagione vincente dei suoi Pats, vincendo il suo 2° Superbowl.
Se è possibile il 2004 fù l’anno d’oro per Bruschi, il numero 54, giocò ogni partita al massimo, vincendo ogni contrasto e facendo a pezze gli attacchi avversari, timbrando il cartellino con 122 tackles, 3 intercetti 6 passaggi deviati, e 3 fumbles forzati, come si suol dire, “quando il gioco si fà duro i duri cominciano a giocare“; Tedy è un duro, e lo dimostra ancora di più nei play-offs con giocate di altissimo livello, nel divisional round contro i Colts di Peyton Manning, recuperò 2 fumbles e dominò l’attacco avversario concedendo solo 3 punti. Per concludere in bellezza al Super Bowl,  all’Alltel Stadium, Jacksonville, il 54 intercettò   Donovan McNabb. bloccando ancora una volta il gioco avversario. Vincendo cosi il suo 3° superbowl.

Tedy è uno dei principali artefici della dinastia Patriots.

La maglia 54 aveva giocato la sua migliore stagione nella NFL, era stata praticamente invincibile, bloccava, atterrava e intercettava qualsiasi avversario, dopo aver demolito gli attacchi avversari, era facile prevedere un calo di rendimento, ma Bruschi non era come gli altri giocatori, lui aveva un cuore enorme.
A volte il destino ti tira giù senza che tu te ne accorga, dopo 3 giorni dal ProBowl venne ricoverato in ospedale per un difetto cardiaco congenito, i dottori riscontrarono anche una lieve paralisi, a malincuore dovette annunciare forfait per la stagione 2005, malgrado tutto Tedy con il suo temperamento sdrammatizava e passava ore in palestra per la fisioterapia, voleva tornare a calcare il verde prato che tante volte aveva, calpestato e abbracciato.
Dopo ben 9 mesi il 16 ottobre tornò in squadra, con i suoi compagni ancora una volta pronto a dare il suo contributo alla causa Patriots, giocando l’ultimo mese di stagione e vincendo il trofeo come miglior giocatore tornato da un’infortunio ex-aequo con Steve Smith, a coronamento di una stagione difficile, ad una sfida dura, durissima da vincere.
Il 53 è tornato, nel 2006 gioca 14 partite, tornando inaspettatamente ai livelli di qualche anno prima, 124 tackles, 1 sack e 1 intercetto, per niente soddisfatto continua la sua cavalcata anche in post-season con 23 tackles.
Nel 2007 è ancora lui il capitano difensivo e guida i suoi ad una stagione perfetta, senza sbavature, dominando ogni attacco, timbrando a terra 2 volte il QB dei Browns, raggiunge quota 30.5 sacks per i Patriots, conducendoli con 99 tackles.
Al suo 5° Superbowl giocato, non ebbe esitazioni tentennamenti, semplicemente giocò come sapeva, ma gli dei del football avevano altri piani.
La stagione 2008 iniziò con dei dubbi nell’aria, nessuno voleva ammetterlo, ma Tedy aveva 35 anni e si preparava ad affrontare la sua 13° stagione NFL, 13 partite con 75 tackles ed 1 passaggio deviato.
Era la 2° stagione che vedevo, che seguivo i Patriots, e il 30 agosto Tedy Bruschi annunciò il suo ritiro, lo sò, non l’ho visto giocare dal vivo nei suoi anni migliori, ma in campo si vedeva era un leader, era il nostro capitano difensivo era l’anima della difesa,Inoltre è l’unico giocatore ad aver ritornato 4 intercetti consecutivi in TD.
Dopo il suo ritiro, si è parlato molto di far o non far ritirare la maglia 54, Tedy dimostrando ancora una volta che campione era ed è, decise di non farla ritirare. (HIGHTOWER 54).
Per non farsi rimpiangere troppo nel 2012 partecipa alla maratona di Boston, arrivando al traguardo in 5 ore e 26 minuti, davanti alla moglie Heidi e ai loro 3 figli.
Chi l’avrebbe mai detto che un bambino gracile che suonava il sassofono e il clarinetto, nato da una famiglia originaria della provincia di Parma, Bruschi di Sopra, sarebbe diventato un Hall of Famer dei Patriots, e sopratutto uno dei difensori più forti della NFL.
Grazie 54

 Withestorm

Written by francescoc

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