La storia si ripete, la storia ci insegna che conoscerla vuol dire saper capire e prevedere le mosse in questo caso di uno staff NFL; la storia ci insegna che la NFL è un business, che i conti vengono prima del cuore, e che i giocatori vanno e vengono, nessuno è immune alla ghigliottina se questo si traduce nel bene futuro della società. Conoscere la storia dei Patriots, o meglio della gestione Belichick, aiuta a capire che si è sempre cercato di stare un passo avanti a tutti, di muoversi in anticipo sul tempo e di prendere decisioni tanto dolorose quanto necessarie e se mi permettete, questa filosofia di team-building ci ha portato a posizionarci stabilmente sulla vetta della NFL da 15 anni a questa parte, quindi tenderei a dire che funziona. La storia ci ricorda che la dipartita di Chandler Jones non è il folle gesto isolato di qualche manager scapestrato, ma solo l’ennesimo movimento volto al non ritrovarsi nelle sabbie mobili nell’immediato futuro.

 

Nel 2003 i Patriots decisero di spedire Lawyer Milloy agli acerrimi nemici dei Buffalo Bills; la mossa fece scalpore, i media NFL impazzirono coi loro titoli su quando poco senso avesse quella decisione, e l’ironia della sorte volle che la prima gara di regular season, i nostri si schiantarono sonoramente contro quei Bills perdendo qualcosa come 31-0 e fu sancita la morte di quell’incapace di Belichick che aveva privato i suoi di una safety che pretendeva milioni ma di assoluto valore, per indebolire la difesa. Quello stesso anno, i Bills non arrivarono nemmeno ai playoffs mentre i nostri … beh c’è chi è pagato per lucidare l’argenteria di quell’anno.

Ecco, i più attenti lo avranno notato, sostituite il nome Chandler Jones e inserite Jamie Collins, e questo mio articolo di questa estate, scritto quando fummo costretti a salutare il defensive end, torna attuale ad insegnarci che quando uno staff come il nostro ha un modus operandi chiaro e funzionante tende a ripetersi.

La trade

Da quest’anno è possibile scambiare le pick di compensazione, ed i Cleveland Browns, per ottenere Jamie Collins, hanno spedito a Foxboro la loro scelta al terzo giro di compensazione; per un breve ripasso su cosa siano le compensatory picks rimando ad un mio precedente articolo:

Cosa sono le “compensatory picks” ?

I motivi

Come spesso accade quando si decide di fare a meno di una star, i motivi sono molteplici, e proviamo ad elencarli con lucidità :

  • il contratto : Jamie Collins era prossimo ad un rinnovo, come lo sono tanti nella difesa di oggi, Hightower, Butler, Sheard, ecc..; si dice che il team abbia offerto a Collins 11mln di dollari all’anno, (Luke Kuechly di Carolina ne prende 12) ma che lui abbia rifiutato, volendone circa 15 per stagione (Von Miller) e sapendo bene che la società non avrebbe la possibilità di darglieli
  • il reparto profondo : con l’esplosione del rookie Elandon Roberts, e le firme di Kyle Van Noy e Barkevious Mingo, la società aveva lanciato chiari segnali di volersi tutelare, prima ancora col prolungamento contrattuale di Freeny purtroppo costretto ai box per la stagione. Ciò che ha fatto vedere in campo Roberts, che gioca come fosse in NFL da 10 anni, ha evidentemente convinto lo staff di poter fare a meno di JC.
  • le valutazioni tecniche : si dice, e qui mi rifaccio ai commenti del consigliere ed ex collega di Belichick, Mike Lombardi, che Collins tecnicamente non fosse nulla di che; è un tipo di giocatore che inganna perchè molto versatile, fisicamente un mostro, capace di big plays che fanno emozionare chi guarda. Ma si sa i coaches che masticano football dalla mattina alla sera guardano altro, e pare che il ragazzo si fosse un pochino montato la testa, tanto da litigare col coordinatore Patricia in sideline, e spesso fare di testa sua in mezzo al campo senza seguire i dettami di gioco.
  • lo scarso amore per il gioco : in una intervista precedente al Super Bowl 49, intervistato dai media, Collins si lascia andare a questo commento : ” ..nel tempo libero non guardo il football, non mi interessa, io e Chandler Jones preferiamo giocare ai videogiochi o fare altro, non è una cosa che ci piace guardare partite e filmati…”

Ma visto che queste sono tutte parole vediamo con un paio di video gli aspetti tecnici che hanno addirittura fatto dire a Lombardi che l’ultimo match, quello vinto contro i Bills, sia stato il peggiore di sempre giocato da Collins.

 

1- Jamie Collins vuole strafare.

In questa azione, che ci è costata giusto qualche yards, Collins fa chiaramente di testa sua e vi spiego come mai :

  • si vede chiaramente come il DE Sheard sia preposto a tenere d’occhio il tackle sinistro di Buffalo, mentre Collins è schierato in weak side dove in teoria Buffalo NON dovrebbe correre.
  • Hightower capisce che probabilmente l’azione è una “counter” e fa un passo a destra, mentre Collins a questo punto diventa il giocatore di contenimento atto a NON far uscire lateralmente il runner
  • Hightower segue correttamente il “motion” del centro, ma si trova davanti Jamie Collins, che invece che stare “off tackle” si butta dentro, ostacolando lo stesso Dont’a e rimanendo imbottigliato tra i blocchi
  • risultato : runner che evade lateralmente e grosso guadagno concesso

 

2- Poco impegno e brutta lettura

Questa è una azione dove i Bills segneranno un touchdown; la linea di NE è composta da Branch / Valentine (il suo recupero dall’infortunio alla schiena è vitale)/ Brown / Long, con McClellin linebacker dal lato forte. Hightower in Middle e Collins responsabile del lato debole, e McCourty come run support.

  • Notate come all’inizio del video quando si ferma l’immagine, McCourty e Hightower siano in controllo del loro gap ma abbiano una posizione che gli permetta di cambiare direzione, mentre Collins è quasi totalmente dedicato al suo gap senza minimo margine di lettura.
  • questo comporta che Collins rimanga mal posizionato una volta che il runner decide di correre centralmente, e il pessimo angolo di tackle lo mette in condizione di portare un colpo debole, senza tecnica, e che infatti non ferma il corridore.
  • sarebbe bastato non correre immediatamente ma leggere un minimo i movimenti dell’avversario (cosa che lui sa fare) e tenere la posizione, se non altro il tackle sarebbe stato più potente.

 

Conclusione

La perdita di Collins è una perdita, come la metti la metti, e siamo indubbiamente più deboli, per il semplice fatto che prima nel suo ruolo avevamo una star ed oggi abbiamo dei comprimari che a turno devono tutti fare molto bene; ma se la star sa di essere star, e gioca svogliato perchè sa che il suo team attuale non potrà dargli economicamente quello che vuole, il risultato è pessimo e non porta del bene a nessuno. Molti diranno “per un terzo giro condizionale tanto valeva tenerlo”, no, sbagliato, perchè se tenerlo voleva dire avere un ragazzo scontento con poco impegno, sarebbe stato addirittura controproducente. Cosa che invece non si è manifestata con Chandler Jones, che da quello che sappiamo non ha mai dato problemi e per lo meno amava l’ambiente.

 

_ Francesco Cugusi

Written by francescoc

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