Benvenuti, come ogni anno, all’unico, ufficiale, inimitabile, mock draft della redazione di PR!

L’ultima volta che i nostri hanno messo i piedi a Nashville, Tennessee, i ragazzi ricevettero una delle più brutte sconfitte mai viste nell’era Belichick, gara che fece tentennare anche i tifosi più “hardcore” sulle eventuali, reali chances di raggiungere non solo il Super Bowl ma addirittura i playoffs; ebbene, qualche mese dopo e con un Lombardi trophy in più, sbarcheremo di nuovo nel sud-est degli Stati Uniti d’America, ma questa volta per aggiungere pedine importanti e sangue giovane al nostro roster, e scegliere le future stelle che si spera aiuteranno Belichick e soci a portare a Foxborough altra argenteria.

Come abbiamo detto in puntata nell’ultimo podcast, l’idea del nostro coaching staff è sempre stata quella di arrivare al Draft senza grosse needs dichiarate, ed è proprio in quest’ottica che sono arrivate firme come quelle di Demaryus Thomas o Austin Seferian-Jenkins, nomi di medio livello con molti punti interrogativi, ma che almeno sulla carta riempiono la depth chart ed occupano qualche casella; nonostante questo però, ci sono in maniera particolare dei reparti, come quello dei ricevitori, che sono indubbiamente poveri e necessitano di infusione di giovane talento.

Ecco il roster ad oggi :

Questo elenco di giocatori che ad oggi forma il team è sicuramente lacunoso ed incompleto, e molti dei giocatori chiave hanno una stagione in più sulle spalle, ma le scelte disponibili a questo Draft sono ben 12, di cui una al primo giro, ben due al secondo ed addirittura tre al terzo, poi la scelta al quarto giro, una al sesto e ben quattro scelte al settimo round, un bottino invidiabile per chi, come noi, ha bisogno di tanti elementi giovani.

First round: 32nd overall – original
Second: 56th overall – via Chicago
Second: 64th overall – original
Third: 73rd overall – via Detroit
Third: 97th overall – Solder compensatory
Third: 101st overall – Butler compensatory
Fourth: 134th overall – original
Sixth: 205th overall – Amendola compensatory
Seventh: 239th overall – via Philadelphia
Seventh: 243rd overall – via Cleveland
Seventh: 246th overall – original
Seventh: 252nd overall – Fleming compensatory

Come spesso accade il nostro mock draft, esercizio tra il serio ed il faceto, è forse più una lista dei sogni e desideri piuttosto che una reale, oculata analisi di quali prospetti; non che non ci sia del lavoro dietro, anzi, dalla mattina post Super Bowl abbiamo iniziato a studiare i prospetti e suddividerli secondo un sistema di valutazione e questo è il risultato del lavoro di questi mesi.

Buona lettura!

Sarebbe stato facile lasciarsi trasportare dal panico e dalla voglia di sostituire subito Gronkowski in questo spot del Draft, ma ho voluto prestare attenzione ad un ruolo che a mio avviso è diventato una need altrettanto pressante, ovvero quello della linea interna di difesa; negli ultimi anni si è speso tanto a livello di scelte alte in questo ruolo (Dominique Easley, Malcom Brown, Danny Shelton via Cleveland) e ad oggi nessuno di loro è a roster, mentre resistono giocatori come Guy, Butler a cui è stato affiancato Pennel in uscita dai Jets, ma mentre Pennel potrebbe ricoprire quel ruolo di ancora, di fulcro nel ruolo di nose tackle che fu di Vince Wilfork, manca qualcuno capace di creare distruzione dall’interno, e Simmons risponde a queste caratteristiche.

Prospetto che sarebbe da top 15 se non fosse per l’infortunio ottenuto in un workout lo scorso febbraio che rischia di tenerlo fuori per questa stagione imminente, e per i problemi avuti in passato con una ex fidanzata, potrebbe cadere tra le nostre braccia alla 32 e sarebbe un immediato upgrade su Adam Butler; Simmons può giocare ovunque sulla linea di scrimmage, anche da end, ed avrebbe la versatilità che a Belichick piace tanto.

 

Arriva con la seconda scelta a disposizione quindi il sostituto di Rob Gronkowski, ma chiariamo subito una cosa, o forse anche due : la classe dei tight ends è tanto profonda e ricca di talento, e forse alla 56 overall ci saranno anche elementi più quotati come Irv Smith jr. ancora liberi, ma per Sternberger ho davvero un debole.

Studiando i suoi tapes ci ho messo 4 partite a trovare dei difetti, senza riuscirci; forse ha un route tree (un albero delle tracce che sa sviluppare) un pochino limitato ma ci si può lavorare, per il resto trasuda dalle immagini una voglia di fare ed un amore per il football che sono veramente rari per un giovane. Ha delle ottime mani ma ama anche sporcarsele per bloccare per i compagni, è molto rapido nella corsa nonostante la stazza, e riesce spesso a creare separazione.

Chiunque sceglierà di spendere una pick su di lui non se ne pentirà ed è per questo che decido di dedicare una pick così alta per un investimento che reputo sicuro.

Per questa selezione, la terza assoluta per i Pats, sono stato molto combattuto; potrebbe essere lo spot ideale per portare a casa il vice-Brady, un prospetto che fino a qualche settimana fa era dato a metà draft ma che ora sta scalando vertiginosamente le boards, e vi dirò chi è a breve, oppure poteva arrivare finalmente un ricevitore da affiancare a Edelman e qualsiasi altro WR che sarà attivo in week 1, ma ho deciso di tornare sul lato della difesa perchè a mio avviso qui potrebbe arrivare l’uomo giusto che manca da tempo.

Rapp è una strong safety pronta per giocare oggi in NFL, non sa fare tutto (scordiamocelo in un ruolo alla D-Mac) ma è perfetto per il ruolo che oggi è ricoperto da Patrick Chung, per il quale non siamo mai riusciti a trovare un sostituto adatto dopo il fallimentare esperimento di Jordan Richards. Il prodotto di Washington è un fantastico tackler, ama placcare e picchiare, molto atletico, si perde un poco in campo aperto e sul profondo ma nel box è fenomenale, un vero animale sempre alla ricerca dell’ovale.

Potrebbe guadagnarsi i gradi da subito tramite lo special team, e sappiamo quanto questo conti per il nostro staff, e successivamente, se per D-Mac abbiamo il piano di succesione in Harmon, Rapp potrebbe divenire quello di Chung.

Il terzo round è forse il momento più eccitante di questo Draft; abbiamo ben 3 scelte in una fase in cui di solito Belichick ci vede lungo ed approfitta per pescare gente con talento da round 1, con magari meno versatilità ma caratteristiche più mirate per svolgere al meglio un determinato ruolo all’interno del team.

Dubito che rimanga disponibile fino a qui l’edge Zach Allen, prodotto di Boston college; su di lui io ho un grade altissimo, è un prospetto che adoro e per me è da primo round, mentre per the Draft network è 98esimo nel ranking nazionale, perfetto quindi per cadere nelle nostre braccia in questa posizione. Avendo perso Trey Flowers sarebbe opportuno sostituirlo con un giocatore che, guardando i tapes, me lo ha ricordato moltissimo.

Non è un pass rusher puro, anzi non è un pass rusher, e questo potrebbe leggermente penalizzarlo, ma è il perfetto “edge-setter” : può giocare ovunque sulla linea di scrimmage, chiude le corse in maniera eccezionale e sa tenere il contenimento forse meglio di qualsiasi altro prospetto nel ruolo, non è quindi l’uomo che butta per terra il quarterback avversario 5 volte a partita, ma è il solidissimo edge lineman dal quale lato gli avversari non correranno mai, a meno che non vogliano finire ad ogni snap con perdita di terreno.

Eccolo qua, il segreto di pulcinella, il mio pupillo ormai soffiato ai quattro venti, il post Brady (?!) che potrebbe emergere da questo Draft.

Grier è un prospetto particolare, io me ne sono innamorato subito ma altri ci hanno messo di più, visto che per chi fa l’analista di mestiere mesi fa Grier sarebbe potuto finire addirittura undrafted, salvo sbalordire gli addetti ai lavori nei giorni delle combine e dei vari showcase in giro per il territorio americano. Non ha una tecnica di lancio impeccabile, non ha il fisico e l’altezza di Brady o di Manning, ma ha carattere e cuore, uno “swagger” innato ed un cannone al posto del braccio destro.

Grier è un prospetto che si ama o si odia, i tapes dicono e non dicono, perchè è difficilissimo valutare cosa potrà fare un Qb quando davanti si troverà difensori (ed allenatori) del calibro di quelli presenti in NFL, ma se c’è un “trait” necessario per poter avere l’arroganza di credere di poter succedere a Brady è proprio la convinzione e sicurezza nei propri mezzi che trasudano dallo schermo quando vedi giocare Grier.

Come? Cosa dite? che sono pazzo perchè non ho ancora indicato nessun ricevitore dopo aver detto che è forse l’area di maggiore need? allora eccoci qui.

Hunter Renfrow, “Mr.Reliable” come viene definito a Clemson, e per citare gli scouts NFL “the man catches absolutely everything”, una prova visiva di un suo drop è più rara di un asino che vola, e come fa ad arrivare alla fine del terzo giro? Beh, i Patriots sono tra le poche squadre a valutare così in alto ricevitori così piccoli, Renfrow infatti benchè abbia molte doti come la velocità nello stretto e le mani sicure, è comunque un ricevitore basso e con braccia corte rispetto alla media, e questo ne penalizza il cosiddetto “catch radius”, aspetto fondamentale per molti scouts nel ruolo.

Ma teniamo a mente questo; a questo punto del draft i Patriots hanno i loro “big bodies” a ricevere (in uno scenario ideale) in Jace Sternberger e Seferian Jenkins, ma anche (magari) Demaryus Thomas e Josh Gordon; ciò che manca allora è qualcuno che raccolga l’eredità di Chris Hogan e che magari aiuti Edelman a rifiatare ogni tanto, e Renfrow è l’uomo perfetto per questo ruolo. Non ha la falcata di Julio Jones e la stazza di A.J. Green, le sue tracce ideali sono slant, bubble, stay, curl e out, ma in carriera (come vedrete dagli highlights) ha saputo farsi valere anche sul profondo.

Il ruolo del left tackle, sensibilmente importante al fine di preservare l’integrità fisica (e spesso psicologica anche) del proprio quarterback, è stato una vera e propria “revolving door” nelle ultime stagioni; l’addio di Solder, sostituito dalla coppia Trent Brown – Isaiah Wynn, col primo a disputare la stagione da titolare, ed ora il solo Wynn, al ritorno da un a prima stagione NFL passata in infermeria, non garantiscono nulla sulla carta.

Sempre attenti a non farsi scappare possibili occasioni tra i ragazzoni delle linee, coach Scarnecchia e coach Belichick potrebbero compilare la lista della spesa scrivendo il nome di Dennis Daley.

Daley si avventura nel football al livello JUCO per 2 stagioni, salvo poi catapultarsi nella SEC per altri 2 anni, dove ben figura come tackle dei Gamecocks; patisce i rusher molto veloci, ma ha tenuto a bada nomi di livello assoluto come Clelin Ferrell e D’Andre Walker, e nonostante qualche cosa da pulire a livello tecnico nel movimento e rapidità di piedi, Daley ritengo sia molto sottovalutato e con Scarnecchia potrebbe diventare addirittura un tackle titolare.

La linea offensiva di NDSt. era una linea di tutto rispetto, dietro alla quale Anderson ha saputo trovare la pazienza per macinare yards e produrre qualcosa come 7.5 yards di media a portata, con 9 TD’s su corsa e 3 TD’s su ricezione nel 2018.

Molto versatile (ovviamente) capace di correre e ricevere, ma anche di contribuire attraverso i suoi ritorni di ovale con lo special team, dove nel 2015 registra ben 2 touchdowns. La sua versatilità lo rende un complemento perfetto da inserire però in un reparto di backs dove non deve essere il workhorse, ma piuttosto un elemento “situazionale” da sfruttare a seconda dei mismatch che la difesa avversaria propone.

Per lui ci potrebbe essere la chance di entrare di soppiatto nel roster tramite lo special team e magari, col tempo, sostituire uno dei big tra White e Burkhead, a patto che riesca a lavorare e a migliorare su due aspetti fondamentali : pass blocking e lettura.

Il ruolo del linebacker è sicuramente uno dei più favorevoli a coach Belichick, e difficilmente sbaglia a puntare i prospetti in questo reparto, ce lo dicono i successi delle selezioni degli ultimi anni come Mayo, Collins, Hightower e pare (si spera) Bentley, tra gli altri; ecco perchè dopo aver impiegato diverse scelte lo scorso anno nella posizione con le picks di Bentley e Sam, quest’anno forse si potrà attendere il settimo round per intervenire e dare ancora maggiore profondità nel gruppo.

Tatticamente non credo sia in grado di reggere una difesa come Middle di riferimento, non ha l’esplosività e l’accelerazione necessarie, ma ha una buona tecnica di placcaggio, e mi piace molto il fatto che dopo una difficile partenza nei primi anni, dove ebbe addirittura qualche guaio con la legge, seppe tornare sui suoi passi fino a conquistarsi il ruolo da capitano nella difesa di Tech ed essere riconosciuto dai compagni come un elemento imprescendibile.

Non è un “impact player”, ma grazie ad un buon utilizzo delle gambe riesce a tenere l’uomo, se non addirittura allontanarlo, quando viene bloccato e riesce a stoppare delle azioni che sembravano destinate verso grossi guadagni; sicuramente non un futuro titolare ma un ottimo elemento per una depth chart NFL.

Rimaniamo ancora sul lato difensivo per assicurarci un prospetto sicuramente interessante, ma che è molto lontano dall’essere NFL-ready, ovvero il cornerback Jamal Peters.

Peters ha un fisico a dir poco eccezionale per il ruolo, ricorda vagamente Brandon Browner, non solo per la mole, ma anche per la voglia di picchiare. Ama infatti infliggere i propri, violenti, placcaggi sugli avversari, non tira mai indietro la testa quando c’è da intervenire, e si è mostrato volenteroso di giocare anche nel box vicino alla linea di scrimmage ed aiutare in run support.

Dal punto di vista del ruolo però ha grosse lacune; se in una difesa a zona può rappresentare un vero e proprio incubo per i ricevitori che devono correre una traccia nella sua zona di pattuglia, diverso è se si trova a dover difendere a uomo : frettoloso, impacciato, si fa spesso lasciare sul posto da ricevitori preparati, complice anche il fatto che a Mississippi State i corners giocavano un bump veramente soft, e questo lo rende monodimensionale, poichè non può marcare a uomo in NFL.

Forse non abbiamo bisogno di cornerbacks, e forse Peters non si tramuterà in un giocatore tra i Pro, però avendo 4 scelte al settimo round, questa è la situazione ideale per lanciare una monetina su un progetto da punto interrogativo.

Doss è un prospetto molto simile alla selezione precedente; fisicamente ha le misure al posto giusto per essere un WR 1 o un WR 2 nella NFL. UC Davis non è certamente una fucina di leggende del gridiron, ma le sue due ultime stagioni ( 230 ricezioni per 2.800 yards) lo hanno portato nel radar del Senior Bowl.

Deve sicuramente migliorare alcuni traits come la release, ed il route running sul profondo, ma a suo favore gioca il fatto che con la palla in aria lui sia nel suo habitat naturale; il suo corpo e le sue lunghe leve infatti, unite ad un controllo dei movimenti invidiabile, rendono Doss un papabile cosiddetto “diamond in the rough”, e questo me lo fa pensare anche il fatto che compagni ed allenatori dicano tutti la stessa cosa : ama allenarsi e vive per giocare a football.

Altro materiale per coach Scarnecchia, altra carne da modellare e plasmare nel prossimo “big thing”; da alabama esce un “animale” (nel senso più positivo del termine) che non fa passare nulla di ciò che gli si para davanti.

Già, davanti, perchè se opposto a edge rushers più veloci e rapidi può fare fatica; è un armadio a quattro ante che picchia e ama picchiare, ma contro un avversario preparato e tecnico rischia di perdere la pazienza ed uscire psicologicamente dal match, cosa comunque “allenabile”.

Sicuramente pronto a livello fisico, deve migliorare la velocità di spostamento laterale, e diventare, indovinate un pò ? più versatile, perchè al livello NFL la forza bruta spesso non basta.

Nel match qui di seguito lo potete osservare col numero 66, nel ruolo di guardia sinistra.

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

3 Comments

Giancarlo Boromei

Grazie x il lavoro svolto: ma come fate a scrutinarè tutti questi player del College football ?

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francescoc

Ciao Giancarlo, grazie a te per l’interesse continuo che dimostri verso i nostri articoli.
personalmente ciò che faccio per studiare un prospetto è analizzare dei video di partite online (si trovano anche su youtube), in media 3 o 4 a giocatore, poi cerco online cosa ne pensano i vari scouts e le varie testate che si occupano di prospetti, ed infine li inserisco in una griglia di valutazione che ho ideato secondo parametri per me necessari per valutare cosa potrà portare il giocatore al nostro sistema

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Giancarlo Boromei

A dirla così sembra una passeggiata di salute ma la verità è che ci vuole molta pazienza ed anche una ottima conoscenza della lingua inglese oltre al fatto che si nota che questo sport lo hai pradicato (al contrario mio ).

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