Record perfetto dopo otto giornate, grazie alla vittoria casalinga su Cleveland, by Francesco Cugusi.

Bill Belichick ottiene la sua prima vittoria da head coach allenando i Browns proprio contro i Patriots, e questa vittoria, la sua numero 300 in carriera, chiude un cerchio virtuale, una storia fatta di tantissimi successi, la maggior parte di loro targata Patriots, a braccetto con Tom Brady. lo fa in una stagione dove è tornato a sporcarsi le mani, ad immergersi nelle dinamiche di una difesa che sta ridefinendo ogni record e che vede il suo stampino ad ogni azione, ad ogni snap; quasi mai scomposto, mai una reazione sopra le righe, il contrasto è davvero netto tra l’animosità di noi tifosi davanti al teleschermo e la sua faccia corrucciata nello studiare le fotocopie (mica i tablet come sti nuovi coaches) senza mai perdere il senno. Una vittoria che non dice molto per la stagione dei Patriots ma che dice tutto su quanto siamo ormai colpevolmente abituati, e quasi pretendiamo ogni domenica, alla grandezza, alla perfezione.

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Il campo, fradicio a causa della forte e copiosa pioggia che non darà scampo ai protagonisti della serata, regala una prova sulla falsa riga di quanto visto fino ad ora in stagione; una difesa stellare, capace di dare il benvenuto alla offense ospite con 3 turnovers in 3 possessi consecutivi (prima il fumble di Chubb, poi un intercetto davvero assurdo di Mayfiled e, successivamente, su quella che pareva una comoda corsa in endzone, un secondo fumble di Chubb), fa da contraltare ad un attacco ancora a singhiozzo, ma in questa partita non mancano le attenuanti.

OFFENSE

Il meteo condiziona praticamente chiunque tranne Brady che non si scompone e fa la sua partita (20/36 per 259yds e 2TD’s) anche se qualche imprecisione si è vista, ma sono gli altri reparti a girare poco, oppure senza continuità.

Il parco ricevitori sta tornando a dei livelli accettabili, grazie anche all’innesto del positivo Sanu, di cui non mi colpisce molto la produzione (2 catches su 5 targets per 23 yards), ma mi colpiscono altre cose, come il fatto che sia stato deciso nel primo tempo, di lanciare su di lui una conversione di quarto down, oppure il fatto che sia stato impiegato molto più spesso di quanto pensassi. Il resto bene o male non ci stupisce più : qualche stupendo completo ben distribuito (ne ricordo uno su Dorsett ed uno su Watson) ma la crema della crema è riservata per l’amico e compagno di merende Julian Edelman, ancora una volta autore di una partita efficace ( 8recs per 78yds e 2 TD’s).

Le statistiche però sono fortemente condizionate dal fatto che quasi senza capire come, i Pats guidavano il match per 17 a 0 e di conseguenza il playbook audace è stato quasi subito messo in armadietto, per tirare fuori quello delle partite da “gestire”; discreta la partita di Michel (21 portate per 74 yards), ma soprattutto discreta la prova della linea offensiva. Se in pass protection c’è stato qualche scricchiolio, ma mi verrebbe da dire che “ci sta” visto l’enorme livello degli avversari ed il fatto che la nostra linea era composta da 3 riserve su 5, sulle corse invece i nostri sono stati capaci di aprire qualche varco interessante, anche grazie al lavoro di Tomlison, tight end alla seconda gara in maglia Patriots; nel ruolo di fullback sono stati provati anche Bolden e, nuovamente, Elandon Roberts, ma Tomlison sembra il più convincente.

Non credo si potesse chiedere di più ad un reparto che ha dovuto rinunciare anche a Mason, sostituito da James Ferentz, e che ha enorme bisogno di recuperare Isaiah Wynn, per permettere a Newhouse di accomodarsi in panchina, dove gli compete. Davanti c’erano dei cristiani come Vernon, Richardson ma soprattutto il giovane Myles Garrett, una linea davvero brutale, contro la quale il solo Cannon è riuscito a dire la sua con costanza, ma è stato sufficiente chiedere a Brady di scaricare la palla con tempi davvero fulminei.

Mi ricollego alle parole proprio di Brady, che in settimana si è detto frustrato dalla giostra di ricevitori avuti fino ad ora (Demaryus Thomas, Dontrelle Inman, Antonio Brown, Josh Gordon) e del fatto che non riescono ancora a capire che tipo di squadra siamo; “…non siamo un running team, non siamo un passing team….forse siamo un defensive team, ma dobbiamo trovare la nostra identità anche in attacco..” dice Brady, e probabilmente, col recupero di qualche elemento, arriverà anche una certa stabilità, almeno si spera.

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Il reparto ricevitori sta vedendo il graduale recupero dagli acciacchi di Edelman e Dorsett (ieri entrambi sembrava stessero meglio delle ultime uscite), un Jakobi Meyers sempre più dentro gli schemi offensivi, un Mohammed Sanu che ha detto ai microfoni di sentirsi già parte del playbook, e poi dal prossimo match a Baltimore rientrerà il signore in foto (il rookie N’Keal Harry) che non sarà certo il salvatore della patria nè il nuovo Josh Gordon, ma è lecito aspettarsi, dalla prima scelta assoluta di quest’anno, un contributo immediato.

Dobbiamo trovare un identità e capire cosa funziona e cosa no, ma finchè funziona il n.12 nmon mi farei troppi problemi.

 

DEFENSE

In una giornata complicata per la nostra difesa, che davanti aveva finalmente un attacco ricco di stelle, non sono mancati i turnovers e le belle giocate, una su tutti questo intercetto di Guy su uno “shovel pass” di Mayfield, dove secondo me in telecronaca non è stato sottolineato a dovere che Guy questa palla l’ha potuta prendere perchè ha letteralmente distrutto il blocco in 1 secondo.

Giornata complicata perchè non si poteva pensare che Cleveland non muovesse mai il pallone; il talento c’è nel roster ospite, ma il fatto di guidare da subito il match con 17 punti di scarto ha fatto sì che la loro migliore arma, ovvero il runnin game, fosse anche un autogol per loro, perchè hanno sì macinato yards ma anche consumato molto cronometro.

Se Chubb sarà autore di un ottima gara infatti (20 portate per 131 yards) va detto che la difesa di New England, sia sul 17-0, che successivamente sul 17-10, ha tenuto a bada gli avversari prima preoccupandosi del braccio potente di Mayfield e, solo dopo, delle corse, impiegando formazioni che lasciavano qualcosina proprio a Chubb ma che non sacrificavano nulla sul passing game.

Completa invece 20 passaggi su 31 Mayfield, per 194 yards, 1 TD ed 1 INT, prova discreta. Ai microfoni dirà di non essere mai stato messo in difficoltà dagli schemi difensivi di Belichick che non lo hanno per nulla confuso, ma in un paio di situazioni lancia la palla direttamente nelle mani di Gilmore, colpevole di non assicurarsi almeno uno dei due intercetti, e quindi tendiamo a non credere alle parole di Mayfield, che però, va detto, ha fatto un grandissimo lavoro sugli aggiustamenti pre-snap in molte situazioni di corsa, ed ha “venduto” in maniera eccellente alcune finte di lancio che hanno costretto in qualche occasione Collins ed Hightower ad abboccare e scegliere di dedicarsi al QB mentre Chubb prendevala palla e se ne andava nel gap prestabilito.

Ieri sera durante il match, è successa una cosa strana, che non mi era mai capitata: dopo un possesso lento e poco ispirato del nostro attacco, siamo andati al punt ed è entrata in campo la nostra difesa e mi sono ritrovato a pensare “oh meno male…magari adesso segnamo” e l’ho fatto senza ridere, è stato un pensiero serio, che non aveva nulla di ironico; ecco credo che questo riassuma perfettamente quello a cui stiamo assistendo quest’anno.

SPECIAL TEAM

Giornata decisamente negativa per il nostro reparto; un field goal bloccato da Cleveland, un paio di errori grossolani di Nugent, ed un kick-off del rookie Bailey terminato a bordocampo per una penalità. Giornata da dimenticare, ma non leggiamoci troppo.

 

MIGLIORE IN CAMPO 

Julian Edelman : anche lui, come coach Belichick, rischiamo troppo spesso di darlo per scontato.

PEGGIORE IN CAMPO

Marshall Newshouse : ormai è come sparare sulla croce rossa, e non ha fatto nemmeno malissimo ieri, ma diciamo solo che spero che Wynn torni presto (può farlo dal match contro Dallas).

 

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

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