Playoff, Temperature polari, partite dove devi essere perfetto per continuare a sognare: Praticamente, l’habitat naturale di Belichick. Finisce 47-17. Per gli altri.

THE GAME

Impossibile fare un recap raccontandovi i vari drive. I Bills chiudono il primo perfect game nella storia NFL: 7 Drive, 7 TD, no picks, no fumbles, no Punts. Allen chiude con 4 incompleti e 5 TD pass. Una mattanza, non c’è altro modo di descriverla.

I Bills sono scesi in campo più cattivi, più determinati e, va detto, con un roster più pronto a questi palcoscenici. Il gameplan dei Patriots in difesa non era sbagliato, secondo me: Rinunciare alla pressione esterna per contenere Allen nella tasca ed impedirgli di usare le gambe. Allen chiuderà con 6 corse per 66 yards.

Tralascio l’attacco, in questo recap, perché secondo me l’attacco ha fatto quello per cui è costruito: Segnare un numero di punti adeguato a vincere le partite quando la difesa contiene gli avversari. I punti potevano essere 24, ma Hyde ha fatto una magata (e forse Agholor ha un po’ dormito, ma potrei essere troppo severo con lui). Non fraintendetemi: 24 punti forse non sarebbero comunque bastati, ma la croce non la metto addosso alla nostra offense. Unico neo, ancora una volta, alcune scelte di playcalling abbastanza discutibili. Sotto di 27, con 6 secondi sul cronometro del secondo quarto, dalle 26 di Buffalo, calciare il FG è una mezza dichiarazione di resa. Un gameplan molto improntato ai passaggi – fin da subito – quando Buffalo difende male le corse e il nostro running game è sempre stato uno dei punti di forza della squadra quest’anno.

Va invece capito cosa diavolo è successo alla difesa dal bye in poi. Parto da due assunti. Il primo è che non crederò mai, a meno che me lo dica Belichick in persona, o lo comunichi in una conferenza stampa insomma, che la difesa sia diventata troppo sicura di essere forte dopo le 7 vittorie consecutive e si sia seduta sugli allori. Perché dopo il bye la sveglia è suonata più di una volta, ma i ragazzi hanno continuato a rimanere sotto il piumone. Sarebbe davvero grave se Belichick non fosse stato in grado di svegliare e dare la scossa e una squadra che si stava guardando troppo allo specchio. Il mantra “we’re on to Cincinnati” si basa proprio su questo, sul voltare pagina e imbruttirsi sul prossimo avversario. Sarebbe veramente una mina alle fondamenta della squadra.

Il secondo è che, come dicevo prima, non oso immaginare che Belichick per demeriti suoi e dello staff non sia stato in grado di preparare la squadra con delle contromosse a quello che i Bills ci hanno fatto nel secondo incontro di Regular Season.

Quello che è evidente, però, è che qualsiasi cosa sia stata preparata non ha funzionato e qui, secondo me, deve riflettere il nostro Staff. Alcuni giocatori non hanno reso come dovevano o meglio, hanno mostrato lacune enormi in alcune fasi. Uno di questi Matt Judon, pass rusher devastante ma quando c’è da contenere le corse è un disastro e l’ha dimostrato anche ieri. La costruzione del reparto LB assolutamente fuori dal tempo: Hightower, Bentley, Collins, ormai sono dinosauri che nella NFL attuale fatta di velocità surreali annaspano. Si salva Van Noy, secondo me, Phillips e Dugger (che infatti non sono LB) e rimane il “?” sul perché ieri Uche sia stato lasciato a congelare in panchina.

Oltre a questo, la difesa ha giocato molle, deconcentrata e fisicamente è stata soverchiata dai Bills. Vedere Hightower, un punto di forza nella nostra difesa quando c’è da placcare, tuffarsi nel nulla per fermare l’aria; vedere Jackson costantemente a 3/5 yds di distanza da Diggs; vedere gli edge rinunciare ad aggredire il QB per settare l’edge e non farsi battere, salvo poi rimanere piantati come picchetti quando Allen metteva in moto le gambe; per ultimo, vedere i giocatori tuffarsi ripetutamente nei Gap sbagliati sulle loro corse, mi fa dire che il problema sia stata la testa dei giocatori. Il che è anche una responsabilità dello staff, ma temo non sapremo mai cosa sia successo dopo il bye per avere questo drop off enorme in prestazioni difensive.

THE BEST

Kendrick Bourne. Mac Jones completa 24 passaggi, (7 su 8 target) finiscono nelle mani dell’ex-49ers, che è anche autore dei due TD di giornata. Veloce, rapido nello stretto, ottime mani e un’alchimia con Jones che lascia presagire ottime cose per il futuro. Non è, secondo me, un WR1, il WR1 di cui avremmo disperato bisogno. Ma è una pietra importante su cui costruire.

Honorable Mention: Mac Jones. All’esordio da Rookie ai playoff il ragazzo commette degli errori (su tutti il secondo intercetto lanciato su un Hunter Henry in doppia copertura, ma che rimane l’unico errore grave a mio avviso) ma fa anche intravedere alcune giocate degne di nota. Lui sì è in campo con la testa giusta, cattivo, muove palla anche con le gambe e quando la mette in aria, alcuni lanci sono dei Gioielli. I due TD per Bourne, sicuramente. Il primo intercetto rischia di essere il suo lancio più bello di giornata, paradossalmente, insieme a un completo per Henry che passa millimetri sopra le mani avversarie. Se c’è un bright spot in questa partita, è che il ragazzo ha confermato che, se continua così, il difficile di questo semi rebuild è già stato fatto in tempi assurdamente brevi.

THE DONKEY

Dove iniziare? Tutta la difesa meriterebbe di andare in Siberia a sghiacciare con gli spazzolini da denti le rotaie della Transiberiana. Una prestazione davvero indegna, per tutti i motivi spiegati prima. Molli, deconcentrati, soverchiati mentalmente e fisicamente. Se la scorsa offseason il rebuild si è occupato più dell’attacco, questa season toccherà mettere fortemente mano alla difesa. Il talento c’è, ma Jackson è Free Agent, McCourty va per i 35, serve un CB2, i LB vanno rivisti… insomma, c’è lavoro da fare

THE TURNING POINT

Il nostro Bye week. Cosa sia successo in quella settimana di pausa rimarrà il grande punto di domanda di questa stagione.

Anche quest’anno siamo giunti al termine. L’anno scorso il mio ultimo recap si chiudeva così: “Purtroppo ci è capitato subire un’annata mediocre dopo 20 anni di dominio. Non ha senso lamentarsi, essere abituati bene è più un difetto che un pregio, è così per 31 squadre da sempre, l’eccezione eccezionale siamo stati noi.”

L’anno successivo siamo qui a raccontarci di una squadra che ha perso la rotta sul finire di stagione, ma ha comunque centrato i playoff, con una top-5 defense e che (grattata sostanziale alla quale prego tutti i lettori di unirsi) sembra aver trovato il suo franchise QB due anni dopo la partenza del migliore di tutti i tempi.

We’re onto the offseason, lunga, spesso noiosa ma con picchi appassionanti: vedremo come ci muoveremo per preparare una nuova stagione.

Grazie a tutti per il tempo che avete passato a leggere queste pagine anche quest’anno, alla prossima season!

Marco Santagostino@PatriotReign

 

Written by francescoc

1 Comment

Giancarlo Boromei

MI cospargo il capo di cenere, ammetto che dopo la vittoria a Buffalo in RS ho nettamente sbagliato valutazione( chi vuole può andare a rileggere il commento al RECAP di quella settimana) credevo proprio di aver visto i bagliori di una grande squadra e non sono convinto neppure ora di aver sbagliato del tutto, però allora pensavo che fossimo più avanti come crescita; non era così e chiedo scusa a chi più ferrato di me nella materia aveva messo in guardia da quella vittoria “illusoria”.
Allo stesso tempo penso che non siamo neppure la squadra addormentata del dopo Bye fino al massacro di Buffalo, ma del resto si vedeva chiaramente che i Bills giocavano anche per le precedenti 20 edizioni del loro team come a vendicarsi di 4 lustri di umiliazioni e polvere mangiata, ed allora cerchiamo di salvare il bambino evitando di buttarlo insieme all’acqua sporca con cui lo si è lavato cioé ci sono molti aspetti positivi in questa stagione dei Patriots e sono convito che se la dirigenza saprà lavorare solo sulle lacune torneremo presto a toglierci grandi soddisfazioni.

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