L’epicità dell’evento a cui abbiamo tutti assistito quest’anno, una delle migliori conclusioni possibili per la stagione di football, ha lasciato tutti stupefatti e ci ha fatto ancora di più avvicinare alla squadra e sentirci parte di una community che va sempre crescendo.

Non solo attraverso il blog e la pagina facebook di Patriot Reign, ma anche atraverso il nostro fan club ufficiale e riconosciuto dal team, “PatsNation Italia”, al quale potete iscrivervi direttamente dal sito dei Patriots qui —> http://fanclubs.patriots.com/clubs/patsnation-italia#.WKiQwRLhBGM

Ho voluto quindi dare spazio a qualche amico e membro del club che hanno voluto esprimere scrivendo, ciò che hanno provato e che credo accomuni tutti noi.

Roberto

” 5 Febbraio 2017. Per gli Usa. Per noi è la notte del 6. Ed è lunedì, quindi già una mezza rottura. Figuriamoci se uno decide di farsi “il dritto” per il SuperBowl. Già solo al pensiero di perderlo…ma stavolta no. Le sensazioni sono positive. Siamo forti, favoriti e abbiamo esperienza da vendere su come gestire la pressione in un SB. Cosa che i giovani e rampanti Atlanta Falcons non hanno. Si parte. Partiamo noi.

3&OUT. La loro DL spinge, va a 100 all’ora e pure i LB non scherzano. Tocca a loro. Prima corsa ed è un big play. Freeman e Julio Jones, Matty Ice, Sanu e Gabriel. Ma li fermiamo. Punt. Tocca a noi, arriviamo alle loro 30, finisce il primo tempo e fumble di Blount. Uno strip in piena regola. Turnover. Può essere letale. I Falcons a capo chino in picchiata. Matty Ice, al secolo Matt Ryan comincia a lanciare dei traccianti. Boom. Boom. Boom. Arrivano in red zone in un battito di ciglio. 7-0 Freeman.

Tocca a noi ma non ce n’è. Ancora punt. Drive loro. Come il coltello col burro. Palla a Hooper, rookie TE e 14-0. Mancheranno 5/6 minuti, dobbiamo segnare anche perché nel terzo quarto la palla è loro e rischia di diventare impossibile. Si mette in moto Tom. Arriviamo sulle 22, dobbiamo segnare. Lancio per Amendola. INTERCETTO! Alford! Brady si tuffa disperato ma non lo prende, PICK SIX. 21-0. VENTUNO A ZERO. Come Seahawks vs Broncos di tre anni prima, 22-0 all’halftime e palla a Seattle nel terzo quarto. Sono incredulo. Sapevo sarebbe stato difficile ma perdere così no, massacrati no. Immagino gli hater festanti, la mia ragazza si addormenta poco dopo lo show di Lady Gaga. Ma c’è ancora tempo e Gostkowski mette il field goal del 21-3, sembra uno zuccherino ma alla fine risulterà importante.

Dunque si riparte. 21-3 e palla loro. Ma li fermiamo. 3&Out. Dobbiamo segnare ma niente. Altro punt. Tocca a loro. 3 down sulle 10 o giù di lì. Incomplete pass ma no. Col cazzo. DPI e primo down. L’azione dopo par essere il chiodo nella bara. Screen per Coleman che brucia Ninko e 28-3. VENTOTTO A TRE. Mancano 17 minuti alla fine dell’agonia. Poi succede qualcosa. Succede qualcosa che rimarrà nella storia della National Football League.

TB12 si desta, i Patriots tutti si svegliano ed iniziano a giocare e a macinare. I Falcons mollano, per stanchezza, forse presunzione, data la loro giovane età. “Abbiamo lasciato New England e Brady a 3 punti per mezz’ora, figuriamoci recuperare 25 punti in 17′ “. Io penso che potrei anche andare a dormire ma poi rimango. Si resta sul carro. Once a Patriot, forever a Patriot. Anche nelle difficoltà. James White, protagonista assoluto e personalmente vero MVP inizia a ricevere e segna il 28-9. Gost per complicarci la vita sbaglia il PAT. Il tabellone recita -19 e 2:05 alla fine de terzo quarto. Servono un FG e 2 td con 2 trasformazioni da 2. La difesa torna ad essere una diga, continua a fermare Ryan e compagnia. Palla a noi, arriviamo in red zone, arriviamo sulle 3 ma una penalità sul terzo down ci ricaccia indietro. FG. Gost non sbaglia. 28-12. 9:40 alla fine.

Noi siamo a quota 69 giochi per 31:29 di possesso. I Falcons ne hanno meno della metà,33 in 18:51. 9:40 per segnare un td, segnare da due, riprendere palla,segnare ancora e andare nuovamente da due. UN MIRACOLO. Palla sulle 30 dei Falcons, blitz di Dontarone! FUMBLE! Branch la copre! PALLA NOSTRA SULLE LORO 30! In un AMEN Segna Amendola, White corre per la trasformazione da 2. 28-20 ABBIAMO UNA PARTITA. Abbiamo una speranza concreta ma dobbiamo fermare i Falcons. SIAMO VIVI. IL RE LEONE, TB12 è vecchio ma vivo. I giovani Falcons invece stanchi e iniziano a sentire la pressione. Palla ai Falcons, niente, arrivano alle 22 con una ricezione alienante di Julio Jones. Penso onestamente che sia finita. Devono correre, gestire il cronometro. E poi piazzare un FG. Ma i Falcons lanciano. Incompleto, sack, holding e incompleto. 4&33, e fuori dalla zona FG. PUNT! Palla nostra. Possiamo pareggiare. Mancano 2:23 alla fine, un lancio di Brady viene deviato e carambola in aria, sta per cadere per terra o essere intercettato. Sarebbe la fine. NO! Julian Edelman, 178 cm di pura cazzutaggine mette a segno la catch of the year che cambia definitivamente le sorti della partita. Vorrei urlare, saltare, gridare ma non posso. Da qui è pura poesia. Arriviamo in red zone, dive di White e 28-26. Screen per Dola e siamo pari. 28-28. VENTOTTO PARI. PIANGO. Dico, possiamo anche perdere ora, comunque abbiamo fatto la storia. Ma la verità è un’altra. Siamo uno squalo circondato da delfini feriti e grondanti sangue. UN BANCHETTO. Andiamo ai supplementari, scegliamo noi. “HEADS” grida Capitan Slater. PALLA NOSTRA. Se segniamo un TD è finita. Altrimenti palla Falcons. Partiamo dalle 25. Il Drive è pura poesia. Da lacrime e pelle d’oca, arriviamo in red zone. Palla per Martellone Bennett, manca la presa ma è DPI! 1&GOAL SULLE 1. Lancio ancora per Bennett…INCOMPLETO. 2&GOAL. Due anni fa fu decisivo, l’Intercetto di Butler. Toss per White, primo sforzo, secondo sforzo, tutta la Patriots Nation lo spinge….TOUCHDOWN. Gli arbitri la rivedono alla velocità del suono perché in campo si è già scatenato il delirio. È dentro. TD. 34-28. Non ci credo. Piango. Esulto. Rido e piango. 17′ di invito all’ateismo. Brady e Belichick hanno il 5 anello. La storia è stata fatta. LEGGENDA. GOAT. “

Paolo

” Tifo Patriots da sei anni (praticamente da quando seguo il football), e in questo arco di tempo ho avuto la fortuna di vivere ben tre Super Bowl da tifoso.

Tre volte, tre esperienze uniche, sin dall’avvicinamento alla partita: la prima volta ero ancora un tifoso acerbo, l’eccitazione per vedere i propri beniamini giocarsi la partita più importante dell’anno era l’emozione predominante in quei giorni d’attesa.

Due anni fa regnava la tensione: quei Seahawks mettevano paura, e averli visti battere in quel modo a dir poco rocambolesco i Packers al Championship (visto con un tifoso Packers, stavo male per lui) era chiara prova di quanto fosse difficilissimo batterli. E poi diciamocelo apertamente: l’idea di vedere i Pats perdere un altro Super Bowl era a dir poco spaventosa.

Se ripenso invece ai giorni immediatamente precedenti la partita di poco più di una settimana fa, mi stupisco nel ricordare quanto fossi calmo; quando un amico il sabato mi ha chiesto come mai fossi così rilassato (ricordava benissimo quant’ero agitato due anni fa), ho semplicemente risposto che questi Patriots edizione 2016 erano la squadra più unita e coesa che avessi mai visto nei miei pochi anni di tifo patriota. A supporto di questa mia tesi, ho citato la conferenza stampa in cui Marty (Bennett) passa vicino al podio e saluta in falsetto Tom, che ride e saluta di rimando. Non una scena usuale, per chi è abituato a vedere le interviste di Bill e soci (dominate da frasi del tipo “It is what it is”, o perle del calibro di “We’re on to Cincinnati”).

Ovviamente questo atteggiamento quasi zen è venuto meno al kick-off: a quel punto la tensione è salita, e seguire la partita è diventato un misto di concentrazione e ansia; passato indenne il primo quarto (0-0), il secondo quarto è stato un succedersi di momenti al limite del tragico, culminati col pick-6 lanciato da Tom che ha portato il punteggio sullo 0-21; un FG a fine primo tempo ha fatto poco per il punteggio, e poco anche per il morale.

O almeno, per il morale del tifoso patriota medio.

Come chi ha avuto modo di commentare con me la partita in diretta potrà confermare che, anche in quei momenti, c’era un idiota che sosteneva che non era ancora finita, che avevamo già assistito a rimonte incredibili da parte di Tom (24-0 Broncos, anyone?), e che se iniziavamo bene il terzo quarto avevamo ancora qualche speranza.

Poi l’inizio del terzo quarto è arrivato, colpendo i sogni dei patrioti del mondo con una furia inaudita: 3-28; l’idiota (sempre quello di prima) iniziava a vacillare, ma aveva ancora speranza, o meglio una fede incrollabile e cieca nel #12; fu accusato di non avere il senso della realtà, ma dentro di sé sperava di avere ragione.

Quell’idiota (qualcuno penso avrà già intuìto) era il sottoscritto: sul 12-28 ero ormai gasatissimo, e vivevo ogni snap con un misto di eccitazione e paura che faceva battere il cuore a mille. Sul 20-28, oltre alle palpitazioni ho dovuto anche ricacciare indietro un paio di conati di vomito: per uno col ghiaccio nelle vene è davvero assurdo essere così in tensione per una partita, ma al cuore non si comanda.

Dopo quel disastroso drive Falcons nel quarto quarto, ormai sapevo cosa stava per succedere, e l’incredibile catch di Edelman non ha fatto altro che confermarlo: questa era la squadra del destino, avremmo vinto.

Poi il TD di White, i due punti di Dola, la monetina benevola a inizio OT: non era possibile perdere a quel punto. E così, per fortuna, è stato.

Questa partita è stata un turbinio di emozioni che porteremo nei nostri ricordi per sempre, e posso dire tranquillamente di aver perso almeno un paio d’anni di vita guardandola. Ma se questa gioia è quello che ottengo in cambio, spero proprio di perderne un altro paio a breve.

Grazie Tom. Grazie Bill. Grazie Robert. Grazie Patriots. “

 

A mio parere il vivere emozioni così intense, e condividerle anche tra persone che si conoscono solo virtualmente è una cosa stupenda, ci fa sentire di fare parte di una grande famiglia. In un periodo come questo nel quale il web ha preso il sopravvento, spesso con conseguenze disastrose se pensiamo ai vari fenomeni di bullismo, e più in generale se pensiamo a come il web abbia condizionato la nostra vita, a me fa piacere sottolineare come il web, così come qualsiasi altro mezzo, se usato bene e con uno scopo positivo e comune, diventa una valvola comunicante per il flusso di diverse persone da ogni latitudine e longitudine, e a me piace pensare che proprio la forza, la tenacia e la fiducia che sprigiona la PatsNation italiana, sia arrivata a soffiare un pochino sul collo di Brady, a spingerlo per quella azione in più, quel completo in più, utile per il trionfo finale.

 

_ Francesco

Written by francescoc

2 Comments

Ana Lia

C’ero anche io live anche se ho messo da parte il telefono dopo il 12-28 per scaramanzia…ci sarebbe molto da dire, questa vittoria è speciale, questa squadra è speciale e mi ha dato qualcosa di più di una gioia sportiva. Credo che questo SB sia stato tutto quello che il 50 non è stato, e credo che qualunque appassionato di questo sport si ricorderà quella notte, tifoso dei Pats o meno. Se possibile, mi piacerebbe inviarvi anche il mio racconto della notte del SB, adesso che piano piano sto iniziando a realizzare che è successa davvero… Intanto grazie per tutto!

Reply
Salvatore

Approfitto dello spazio, vorrei anche ricordare chi, come me, non avendo altra possibilità ha seguito in differita di 30 minuti su Italia 1. Il supplizio della telecronaca di Bagatta è stato indescrivibile … 🙂
Io all’inizio dell’ultimo quarto stavo andando a dormire, sapendo del ritardo di trasmissione ho voluto vedere i numeri della sconfitta e ho controllato su Twitter… non vi dico lo stupore guardando il risultato! A quel punto, ovviamente, il sonno è andato via!

Reply

Rispondi a Salvatore Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *