La tormenta di Buffalo avvolge il monday night, ed i Patriots corrono via con la vittoria.

Il Monday night football presentava, una volta tanto, uno dei match chiave di questa folle corsa ai playoffs che quest’anno vede veramente tanti protagonisti, e che non ha ancora chiuso le porte in faccia praticamente a nessuno. Erano anni (ora non ho voglia di recuperare i numeri, non sono molto per i numeri) che le migliori di una conference a questo punto della stagione avevano tutte almeno 4 sconfitte.

Non solo, ma Bills contro Patriots, in questo nuovo corso della NFL, rappresenta non solo uno spartiacque per la AFC east, ma proprio per la AFC in generale, a testimonianza di come le gerarchie stiano shiftando e come la nostra division stia diventando, almeno in parte, “relevant” nella sua interezza.

La serata si è messa bene, o meglio la nostra corsa alla postseason si mette bene, non solo per l’ovvietà della nostra vittoria, vincere a domicilio contro una rivale divisionale che lotta per il primo seed è monumentale, ma perchè ora arriva uno stra meritato turno di bye, e Buffalo dovrà vedersela con Tampa Bay, in Florida. Ravens @ Browns e Raiders @ Chiefs saranno le altre due gare di punta per noi, da seguire con attenzione.

La partita

La tormenta che si abbatte su Buffalo è peggio di quel che si pensava, ed è chiaro da subito che il vento condizionerà il match. La strategia di coach Belichick è chiara : correre. punto.

Un tallone d’Achille di questi Bills è la run defense, ed i Patriots decidono di fare di necessità virtù massimizzando una delle loro strenght principali, ovvero cercare la corsa con le cosiddette “jumbo formations”, che prevedono l’utilizzo del fullback, visto come una specie di tirannosauro nella NFL odierna, e di un lineman come extra blocker, nel nostro caso Michael Onwenu. Non va sottovalutato il lavoro enorme del tanto bistrattato N’Keal Harry in questi pacchetti, che almeno quello lo fa egregiamente.

Buffalo avrà difficoltà per tutto il match a fermare questo tipo di attacco, che raggiunge il suo apice già a metà del primo quarto, quando dopo un fumble dei padroni di casa recuperato dai nostri, Damien Harris trova un corridoio aperto splendidamente dai suoi per una cavalcata da 64 yards, seguita da una toss su Bolden per la 2 points convertion (impossibile calciare con quel tempaccio) e parziale di 8-0 sul tabellone.

New England sarebbe davvero in controllo del match se non fosse che uno dei tanti “autogol” di quest’anno la rimette in piedi per i Bills, ovvero il pasticcio di Harry che su special team regala la palla ai Bills entro la nostra red zone, bravi loro a capitalizzare al meglio con un fendente preciso di Allen in endzone. 8-7.

Buffalo non ci sta ad arrendersi al meteo, e prova a giocare più a viso aperto, mentre l’atteggiamento ospite rimane invariato; si va al riposo con un field goal di Nick Folk che fissa il risultato sull’ 11-7.

Nella ripresa succede di tutto, con Buffalo che spreca moltissimo, e gli arbitri che rischiano di diventare protagonisti con alcune flags al limite dell’assurdo, ma i due teams si scambieranno un field goal a vicenda, con Buffalo che per due volte verrà rispedita al mittente nella zona calda del campo, sbaglierà una realizzazione da 3 punti, e vedrà l’undrafted Myles Bryant spegnere ogni eventuale sogno di gloria di Allen con un bellissimo defletto sul lancio del tutto per tutto.

Saranno 222 le yards complessive ottenute su corsa, ottenute oltretutto in una situazione surreale dove chiunque sapeva che avresti corso, semplicemente sei stato più forte tu di loro, hai fatto il bullo e per una volta, visto che non siamo nelle favole ma siamo nella vita vera, il bullo ha vinto, perchè è il doppio di te e ti ha preso a schiaffi dall’inizio alla fine.

 

Considerazioni sparse

Alla fine chi vince ha sempre ragione, perciò chi sono io per criticare Bill Belichick, ma non mi è piaciuto questo atteggiamento davvero troppo rinunciatario; so che stiamo parlando coi “se” e con i “ma”, però davvero, un paio di cose andate per il verso giusto a Buffalo e qui stavamo parlando di una partita imbarazzante dei nostri.

Spesso si giudica a posteriori, perchè è l’unica cosa che possiamo fare, e non è mai bello, ma tocca ripetermi : questa è la classica partita dove se vinci sei un genio (infatti stamattina sul web dove ti giri ti giri ci sono leccate a Bill), ma se perdi sei uno che ha rinunciato a giocare e ti esponi a numerose critiche.

Va bene il clima, il meteo, va bene tutto, ma se Diggs avesse tenuto quel bombolone di Allen in endzone, o se Phillips avesse avuto mezzo centesimo di secondo di ritardo nell’intervenire, mettere la sua mano in mezzo a quelle di Knox e deviare la palla incompleta, saremmo andati sotto, e con i wide receivers “congelati” ed un tifo assordante contro, non ho prove tangibili per pensare che lanciando la palla l’avremmo ripresa.

Certo, sono sicurissimo che con un risultato diverso sul tabellone sarebbe cambiato anche il nostro playcalling, semplicemente non so se a quel punto sarebbe bastato, ma è andata bene così.

Una cosa invece per cui ho apprezzato molto questo approccio è il totale annullamento del fattore di rischio per il rookie Mac Jones.

Tutti i riflettori erano su di lui, il peso di una partita che può decidere una stagione, uno degli stadi più caldi di tutta la lega, condizioni avverse come sicuramente mai avrà affrontato in vita sua, e la soluzione quindi ? rimuoverlo dall’equazione.

Certo, non è una strategia ripetibile e che pagherebbe ancora, ma per questo momento della sua carriera, il momento della stagione ed il tipo di partita, gestire Mac Jones in questo modo è stata una decisione ottima.

Ho fatto anche un altro esercizio stamattina, ho provato a pensare a come mi sentirei se tifassi Buffalo; ho provato a fare i conti con la sensazione di impotenza dell’avere davanti un avversario che non maschera nulla, non inganna, non confonde, ti dichiara quello che vuole fare e te lo fa in faccia, senza fronzoli.

Certo non sarà stato bellissimo da vedere, ma è stata una dimostrazione di forza tangibile, concreta, e provate a pensare alle critiche che avremmo ricevuto stamane fossimo stati noi i Bills. Il campo ha detto che puoi vincere la division giocando con la mano sinistra e bendato, e tra qualche settimana arriveranno col coltello tra i denti, più agguerriti che mai a Foxboro, e sarà ancora più importante dimostrare nuovamente di poter vincere quella che sarà tutt’altro tipo di sfida.

Il migliore

Marco fa un lavoro enorme nel decidere ogni volta il suo migliore in campo così a stretto giro, io non ci riesco, vorrei riveder la partita meglio, ma dai flash che ricordo la palma va a David Andrews, capace di manovrare e dominare la LOS come raramente gli ho visto fare in carriera. Menzione speciale per Davon Godchaux, non lo nominiamo spesso tra i big signings di questa offseason, ma ieri sera ci ha detto che c’è anche lui, eccome se c’è.

Godchaux infatti ha registrato un “run tackle rate” del 56%, il più alto per un nose tackle nelle ultime 6 stagioni, su 18 snaps giocati contro le corse, ha eseguito ben 10 tackles.

Il peggiore

Inutile sparare sulla croce rossa, ma l’errore di N’Keal Harry ha davvero tenuto aperta una partita che poteva chiudersi prima.

 

Un saluto a Marco che si trova in Israele con la nazionale italiana di flag football, e che tornerà a seguire i game recap dal prossimo turno!

 

Francesco Cugusi@PatriotReign

Written by francescoc

1 Comment

Giancarlo Boromei

Partita stile secolo scorso. Visto però le condizioni meteo mi sembra giusto l’atteggiamento tenuto dalla squadra poi chi vince ha sempre ragione. Preservare il nostro QB titolare rookie è stata una bella idea anche se abbiamo rischiato di perdere ma sicuramente non per colpa sua quindi missione compiuta poi se Buffalo sia veramente più forte di noi la aspettiamo a Foxboro e se saprà dimostrarlo sarò il primo a rendergli merito ma per ora in testa alla AFC East ci siamo noi e vogliamo rimanerci anche a costo di altre brutte gare ma vincenti perché le grandi squadre diventano tali quando riescono ad imporsi in partite” sporche”.

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