A new rivalry is born

due allenatori tra i più brillanti in circolazione

due allenatori tra i più brillanti in circolazione

Ogni tanto capita, di rado ed è per questo che quando succede è bellissimo, che nascano le nuove dinastie sportive, le nuove rivalità, e che ogni match tra due particolari contendenti lasci negli occhi degli spettatori l’emozione di avere assistito al compiersi di pagine delle storie più belle dello sport in oggetto. Ormai è evidente che la rivalità tra Manning e Brady, il dualismo del golden boy contro lo sceriffo, è decaduta, in favore di una nuova, emozionante e si spera longeva rivalità, quella tra Seahawks e Patriots.

Non è facile andare a letto alle 06:00 con la sveglia alle 07:15 e farlo di umore non proprio funebre, quando si perde in quel modo, venendo fermati ad un centimetro dalla gloria se non altro del pareggio, e chi lo sa meglio di noi se non proprio i tifosi che erano ospiti ieri notte; ma qualsiasi tifoso di football che si rispetti, se capace di togliere di dosso i panni del tifosissimo, riesce ad apprezzare quello che i ragazzi di coach Belichick e coach Carroll mettono in campo ogni volta che si affrontano, puro spettacolo, botte, tattica, e tanto bel football.

Nel 2012 una confitta per 1 punto a Seattle, gara che di fatto catapultò i giovani di coach Pete nel football che conta, poi il Super Bowl del 2014, la partita che conta davvero, e ieri sera, 13 Novembre 2016, una sifda di metà stagione tra due potenziali pretendenti al grande ballo, decisa anche stavolta da un solo possesso. Tre partite, e c’è materiale per 3 lungometraggi, e non possiamo fare altro che ammirare quando due eccellenze si scontrano, sperando di barattare sempre volentieri le partite di Ottobre con quelle di Febbraio.

 

La trappola del bye week

Io sono sempre stato un sostenitore dell’avere la settimana di riposo il più avanti possibile in stagione, e quest’anno non possiamo davvero lamentarci, essendo arrivata in un momento strategicamente perfetto; questo non toglie però che sia una pausa ricca di insidie. Uno dei timori principali dei coaching staff è che i ragazzi si rilassino, tirino i remi in barca e non riescano a tornare subito in campo con le giuste motivazioni, preoccupazioni che condivido e che trovano fondamento nella scialba prova di tutta la squadra ieri sera : difesa molle, attacco a singhiozzo e special team non formidabile. Proprio nel 2012, dopo un bye week tornammo in campo contro Carolina, perdendo di misura, e con l’ultima giocata che fu una “non flag” su Gronkowski vistosamente trattenuto da Kuechly, anche se con tutte le curiose similitudini con ieri sera, dobbiamo onestamente dire che l’ultima giocata è stata orribile : fino a quel punto Blount aveva giocato un ottima gara e sembrava in grado di conquistare quella extra yard che sarebbe servita a segnare, mentre si è scelto di cercare la flaga tutti i costi, quasi come nel calcio si cerca di procurarsi un rigore, con Gronk che quasi lui stesso spinge il difensore, e va in traiettoria diversa da quella del pallone, uno scontro goffo che non meritava alcuna flag.

Il risultato conta (?)

Ieri sera per tutto il match, e non so se potete trovarvi d’accordo con me, ho avuto questa netta sensazione : non importa come finirà il match.

Lo dico perchè ieri sera è stato uno specchio perfetto di cosa possiamo essere noi se non giochiamo al 100% delle nostre potenzialità, ed è stata una gara che non ha detto nulla di nuovo su di noi; andare su un record di 7-2 non è la fine del mondo anche se i Chiefs ci hanno raggiunto in testa alla AFC e li aspetta la sfida coi Buccaneers al prossimo turno, ma non era, quella di stanotte, una partita che, se vinta, mi avrebbe fatto stare sereno. La vittoria sarebbe sembrata “rubata” anche se è sempre meglio che perdere, e non avrebbe aggiunto valore ai nostri ragazzi, che hanno meritato di perdere.

Anche perchè, e non voglio togliere nulla all’enorme prova ospite, con tutti gli errori commessi ci siamo un poco scavati da soli la fossa, se pensiamo ai turnovers commessi (l’intercetto senza senso lanciato da Brady ed il fumble di Edelman) e quello che rischiava di esserlo un turnover, l’ennesimo fumble del rookie C.Jones su ritorno fortunatamente ricoperto da Ebner. Secondo me dunque la cosa che era meno importante era il risultato di per sè, visto e considerato il nostro record, come sono messi quelli che inseguono, e le gare che ci aspettano, ma era importante vederci per la prima volta messi alla prova da un avversario temibile (anche se almeno sulla carta i Cardinals avrebbero dovuto esserlo) , e qualcosa ha funzionato, qualcosa no.

Cosa ha funzionato?

L’attacco a me è piaciuto molto, perchè quella affrontata ieri è (ancora) una delle più temibili difese della lega, ed ovviamente erano avvelenati dalla voglia di rivalsa, ispirati dal ritorno di Kam Chancellor e dalla voglia di stare al passo con le rivali in NFC. Nonostante questo Brady, a parte un paio di situazioni dove ha mancato ricevitori aperti per cercare il big play, è stato molto pulito, ed è grazie a lui che abbiamo convertito qualche terzo e lungo che altrimenti rischiavamo di prendere un imbarcata; i due tight ends sono oggettivamente incontrollabili, e se le attenzioni delle safeties hanno limitato il Gronk, su Bennett il lavoro difensivo non è riuscito, con l’ex Bears che colleziona 7 ricezioni per più di 100 yards.

LeGarrette Blount è uno degli aspetti migliori di questa partita, come lo è da inizio stagione, e con la prova di ieri, che lo ha portato ad un totale di 12 td’s su corsa in stagione, entra nella top 5 della storia dei Pats per touchdowns segnati in stagione singola dai runningbacks (questo tweet di Hill veniva pubblicato prima del terzo TD di ieri), ed è facile immaginare che con 6 gare davanti questo record possa migliorare fino a portarlo in cima a questa mini-classifica.

Ieri notte colleziona 3 touchdowns su 21 portate, sottolineando anche la prova più che buona a mio avviso della linea d’attacco.

Passando dall’altro lato del pallone, ci sono davvero pochi aspetti positivi che possiamo trovare nella nostra difesa, ma uno di questi è sicurament eil giovane prodotto di Arkansas, Trey Flowers; parte a sorpresa titolare, a specchio con Ninkovich, relegando a panchinaro quello che dovrebbe essere un top target della prossima free agency, Jabaal Sheard, ed il campo da ragione al coach : 3 tackles solitari e 2 sacks, con lo stesso Flowers che per rapporto minuti giocati/sacks sta avvicinandosi al record di sempre in NFL. Al secondo match consecutivo con 2 sacks, non vedo motivi per farlo riaccomodare in panchina, visto che il leader di sacks del team (Sheard 3.5) sembra in fase di calo.

nota lieta, l apass rush di Trey Flowers

nota lieta, la pass rush di Trey Flowers

Malcolm Butler non perde un colpo e per l’ennesima settimana è stato in grado di fornire una prova notevole, anche se inizio a pensare che sia un pò come la ragazza carina che per sembrare figa esce con 4 amiche cesse, passatemi l’eleganza di questo paragone. Addirittura 9 tackles in aiuto sulle corse, alcuni dei quali non spettavano nemmeno a lui, ed una serata da incorniciare, visto e considerato che su uno dei 3 touchdowns di Baldwin lui era incolpevole e non avrebbe potuto fare nulla per evitarlo.

 

Veniamo alle note negative

Non ricordo più dove l’ho letto, era forse un tweet volante all’interno del web, e se mi capita tra le mani la fonte la pubblicherò, ad ogni modo questo giornalista sosteneva che se in NFL 31 squadre usano una media di 2/3 schemi principali difensivi (escluse poi le varie chiamate audible) i Patriots ne utilizzano circa 6 o 7. Questo fa già capire come la mole di lavoro e di situazioni da memorizzare siano pesanti per alcuni giovani, e su questo Ryan non ha scuse ma mi rivolto a Coleman, Jones e Rowe, che stanno trovando delle più che legittime difficoltà ad adattarsi ad un sistema difensivo così complesso. Justin Coleman ha difeso in maniera orrenda in un paio di casi su Lockett e come spesso accade ha concesso flag pesantine, mentre Logan Ryan non sta davvero facendo nulla per meritarsi le mie continue difese settimanali, essendo sempre 1 o 2 passi dietro al proprio uomo di pertinenza.

E qui arrivo però alla mia seconda grossa critica, o meglio diciamo punto interrogativo, cosa ha combinato Matt Patricia?

A volte a giocare troppo con gli schemi e a voler fare troppo i fighi, magari proprio durante il bye week con più tempo a disposizione per sbizzarrirsi, si ottiene l’effetto contrario, ovvero una confusione generale che non aiuta nessuno dei ragazzi in campo. Il continuo giocare in copertura “soft”con quasi zero pass rush (volutamente) non ha assolutamente confuso Russell Wilson che anzi ha fatto a fette la nostra zona lanciando sempre dove voleva, ed i ricevitori avversari al momento della catch non avevano quasi mai nessuno a fianco; quando il cornerback più vicino al momento della ricezione sta a 10 metri, vuol dire che c’è un problema evidente di schema e responsabilità, il tutto culminato con quel drive da sangue agli occhi alla fine del primo tempo dove nessuno sa come abbiamo fatto a concedere un TD con un uomo completamente solo nell’angolo alto della endzone. Non si è cercato di creare la minima pressione, forse per paura che Wilson scappasse dalla tasca e usasse il suo atletismo, però la secondaria a quel punto sarebbe dovuta diventare asfissiante, e non una tela piena di buchi.

Qui il problema potrebbe non essere esclusivamente di talento, perchè a mio avviso bisogna scavare più a fondo e rendersi conto che forse se il talento dei ragazzi in difesa ti permette di sentirti a tuo agio con soli 10 schemi, a costo di rischiare di diventare prevedibile devi giocare con quei 10 (cosa che tendenzialmente ai playoffs accade). Seattle è una difesa fenomenale NON perchè ti sa giocare tutte le formazioni difensive, ma perchè ne gioca un paio alla grande. Quel lancio su Gronk dove Chancellor ha smanacciato il pallone e Thomas lo ha colpito, è un lancio perfetto da parte di Brady che riesce sempre, ma riesce perchè le safeties normalmente sono lente a chiudere, mentre loro 2 ieri sera erano due avvoltoi inferociti. Ecco perchè a mio avviso la difesa la raddrizzi se butti via metà playbook e ti concentri su quello che questi ragazzi sanno e possono fare.

 

Conclusione

C’è del masochismo, forse, nel trovare aspetti positivi nelle sconfitte, ma a me piace quando prendiamo queste botte morali, mi piace perchè ad un team che lotta per vincere, un team tutto sommato forte, servono queste batoste. Ti fanno tornare coi piedi per terra, e ti danno materiale (tanto) per capire cosa non va; mettiamola così, essere convinti che QUESTA difesa potesse funzionare con QUESTI schemi e scoprire al championship che non è così, sarebbe stato troppo tardi, mentre ora siamo ancora in tempo per drizzare il tiro, a partire già dalla trasferta di San Francisco la prossima domenica.

Written by francescoc

2 Comments

Riccardo

Buongiorno caro Francesco.
Anzi non è un buongiorno, perché come te e tanti altri veniamo dalla nottata nefasta di ieri, che per me rappresenta veramente un colpo allo stomaco violentissimo, per il mio odio sportivo verso gli Hawks!!!
Come al solito disamina perfetta la tua, e se vogliamo una piccola nota di soddisfazione (anche se ne facevo assolutamente a meno…) data dalla tua presa di distanza dalle prestazioni di Ryan, per me è stato sin dall’inizio (e forse lo anche scritto) la costante nota negativa di tutte le nostre partite, sempre in ritardo mai in posizione e dunque bersaglio dei QB avversari che ormai l’hanno capito….
Però effettivamente oltre a questa penosa costante, si nota un po’ di confusione nella secondaria e comunque non quella cattiveria agonistica che al limite ci dovrebbe far ricoprire di penalità, se fosse applicata…
Sono d’accordo meno schemi, ma quei pochi fateli con la testa a posto, la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue.
In ultimo sono veramente contento per Blount.
Go Pats!!!

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