Ora lo posso dire, anche se parlare a posteriori è sempre troppo facile, ma per scaramanzia si fa di tutto lo sapete, ora posso esprimere liberamente la mia idea senza timore di fare brutte figure : io temevo molto di più i Texans degli Steelers.

Non prendetemi per pazzo, il campo in parte mi ha dato anche ragione se consideriamo la fatica fatta per battere la difesa n.1 targata Houston, e il piuttosto semplice test di ieri notte, contro la compagine di coach Tomlin. I motivi per cui dico questo, è perchè nella storia recente della nostra franchigia, tendenzialmente ai test probanti siamo sempre arrivati con la mentalità giusta e la preparazione adeguata, mentre fatichiamo e rischiamo la figuraccia nei cosiddetti “trap-game“, ovvero le gare che sembrano semplici ma nascondono insidie.

I numeri parlano chiaro ed i precedenti non erano teneri per i giallo-neri negli scontri con noi, inoltre ci si è messa anche la cabala, poichè ieri notte a servire da capitano onorario c’era Tedy Bruschi, con lui a stringere le mani a metà campo il record dice 7-0, anzi 8-0 da ieri sera. Ad aumentare le mie non chiamiamole sicurezze ma diciamo a togliermi qualche patema, c’era poi il fatto che si passava dalla asfissiante, ammorbante, tenace difesa a uomo di Houston, ad una zona più morbida giocata dalla difesa di Pittsburgh; una difesa come quella messa in campo dagli ospiti è pane per i denti di Brady che ormai è più che capace di tagliare a fette una difesa a zona, a maggior ragione quando questa perde completamente di vista qualche ricevitore come nelle occasioni delle segnature di Hogan e Edelman, lasciati colpevolmente soli in endzone.

La serata NO di Bell

Osservato speciale era ovviamente il fenomenale running back col numero 26, il migliore nel suo ruolo al momento, ma sin dalle prime battute è apparso rallentato da qualcosa, non sembrava esplosivo come di consueto; certo, il fatto che la nostra difesa sia la n.3 nella lega contro le corse ha sicuramente aiutato la nostra causa, coi “big boys” Branch, Brown e soprattutto il rookie Valentine, ieri autore di un match sensazionale, a tappare i buchi. Paradossalmente però, questo ha per un attimo destabilizzato la nostra sicurezza difensiva, perchè ad entrare per l’acciaccato Bell è stato DeAngelo Williams, che ha da subito messo il suo marchio sulla partita creando scompiglio.

Williams è ciò che gli addetti ai lavori definiscono un runner “One cut” (un taglio n.d.r.), non servono grandi spiegazioni per capire in che cosa consista ciò, mentre invece Bell è un ragionatore lo definisco io, lo vedete che spesso si attarda ad aspettare i blocchi corretti per poi esplodere nel gap desiderato. sembra una cavolata ma guardate già solo la postura dei due nella corsa, quante differenze ci permetta di evidenziare.

Bell :

Williams :

Ovviamente qui non stiamo ad analizzare la chiamata, lo schema difensivo e tutto il resto, ma sono solamente un paio di foto recuperate al volo per illustrare la differente attenzione che i difensori devono rivolgere a due runner così diversi. C’è da dire comunque, che nonostante il touchdown segnato dall’ex Panthers, i suoi numeri sulle corse raccontino poco o nulla (14 portate per 34 yards), mentre è in ricezione che fa più male (7 palloni presi per 51 yards) anche se a onor del vero va detto che Bell presenta una minaccia ben più grande in campo aperto e sul gioco aereo.

La difesa si conferma

Va bene l’assenza di Bell, ma con una linea offensiva di così alto livello ed il parco ricevitori che si ritrova Pittsburgh, era lecito temere per una di quelle imbarcate da inizio stagione, dove concedevamo yards su ogni lancio ad ogni tipo di quarterback.

Il signore nella foto, Eric Rowe, dopo un impatto non esaltante coi nostri colori, è diventato fondamentale, anche indirettamente per l’esplosione di Ryan come abbiamo già accennato in passato. Mette a referto un intercetto ieri e chiude di fatto i riflettori sulla notte di Big Ben. Molto bene anche Van Noy, un altro dei rinnegati dimenticato nelle gerarchie dei Lions, che crea un fumble (recuperato dal reattivo Ninkovich, sempre affidabile) e si conferma parte di un ottimo reparto di linebackers costruito a stagione in corso.

Curioso proprio a riguardo, lo scambio di battute in settimana tra un giornalista e Logan Ryan :

Giornalista : “ è da qualche mese, circa da week 10, che non affrontate un Qb di livello, si sentirà questa cosa contro Big Ben?

L.Ryan : “ beh..ci alleniamo tutti i giorni contro il migliore di sempre..”

E si vede, dico io; Ieri, se togliamo il touchdown concesso agli Steelers verso la fine del match a risultato ormai acquisito, siamo stati in grado di tenerli a 9 punti per 3 quarti, con una serie di giocate sensazionali.

Mi piace, tra le altre, evidenziare una azione che forse alcuni avranno già dimenticato ma per me fondamentale; Ben sembra aver trovato il suo tight end Jesse James che con caparbietà porta l’ovale in meta, se non fosse che Duron Harmon (e torniamo a parlare della famosa velocità in aiuto ai CB’s di cui parlavamo settimane fa) non ci sta e si precipita in raddoppio.

Per citare Al Pacino, il football è questione di centimetri, e spesso 1 centimetro fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta, e certamente va sottolineato come dopo questa azione, gli Steelers abbiano avuto a disposizione 4 tentativi a ridosso della endzone dove la nostra difesa ha sempre rispedito al mittente ogni attacco, giocando una “goal line stand” encomiabile.

MVP?

MVP col punto interrogativo quello che assegnamo a Chris Hogan, che dopo aver giocato 3 anni a Lacrosse ed 1 solo a football al college, ed essere stato tagliato ben 4 volte in NFL, diventa il leader per yards ricevute in un match nella storia della post season per New England, con la sua prova da 9 ricezioni per 180 yards e 2 TD’s.

Perchè il punto interrogativo allora? perchè come al solito diamo per scontata la produzione mostruosa di Brady; 32 completi su 42 lanci, per 384 yards e 3 segnature, una prova che per lui è routine ma non lo è assolutamente, il tutto ricordiamo partendo col football giocato 1 mese dopo i compagni. Mostro. Il tutto aggiungo, anzi cito Skip Bayless : ” Remember, Brady is throwing to a former 7th-round pick who played QB in college and to an undrafted free agent from Monmouth. No Julio”. 

Match made in heaven

Quante soddisfazioni ci ha dato questa coppia; entriamo al nostro nono Super Bowl (record NFL) e Brady giocherà il suo settimo (record NFL), ma di quello a sinistra abbiamo già parlato abbastanza, tenderei a spendere due parole per quello a destra ora.

Bill Belichick per me non rappresenta solo un allenatore, anzi l’allenatore per eccellenza, forse il migliore di sempre. Belichick per me rappresenta tutto quello a cui una persona può aspirare, indipendentemente dalla propria situazione, dal proprio lavoro, da cosa si decide di fare nella vita. Belichick rappresenta serietà, perchè non lo senti mai parlare male degli avversari ma solo bene, perchè ha dedicato la sua vita la football in maniera viscerale, perchè è uno di quelli che ha vinto di più e studia e si prepara come se non avesse mai vinto un match.

Caro Belichick, quest’anno la nostra stagione è finita 3 volte, è finita per la prima volta in estate quando Chandler Jones è stato ceduto e noi non saremmo mai più riusciti ad avere una pass rush perchè Belichick non vuole pagare i giocatori e li cede (cit.), è finita una seconda volta con la conferma della squalifica di Brady, perchè partendo 0-4 nessun team sarebbe riuscito a raggiungere i playoffs e tantomento il fattore campo par arrivare più agevolmente al Super Bowl. Poi la nostra stagione, caro Belichick, è finita una terza volta, quando Dio solo sa come ti sei permesso a rovinare per sempre la nostra difesa cedendo Jamie Collins, lascia stare che da lì in poi sia stato un reparto in continuo miglioramento.

Caro Belichick, io sono orgoglioso del fatto che non vedrò mai un video ripreso dal nostro spogliatoio dove chiami “coglioni” i prossimi avversari (Mike Tomlin anyone?) sono orgoglioso del fatto che non stai ore su “Instachat”, “snapface”, “myface” o ancora meglio “yearbook” come ami chiamarli tu, che poi lo sappiamo benissimo che sai come si chiamano solo che ci tieni a stare lontano da quel mondo. Caro Belichick, quando sbatti per terra il tablet e torni a disegnare schemi a mano a me dimostri non di essere “antico” ma anzi, a me sembri sempre il più avanti di tutti.

Caro Belichick tu hai preso un quarterback al sesto round e lo hai reso il migliore di sempre, con un attacco formato da scarti, una linea offensiva di giovani, una difesa fatta di rinnegati, di veterani che nessuno voleva e di giovani che vendevano pollo fritto e ora sono incisi a fuoco nel libro del football.

Caro Belichick, a me non interessa cosa succederà il 5 Febbraio, perchè comunque andrà a finire quel match, io non ce la vedo proprio l’etichetta di perdenti su di noi.

 

_ Francesco

Written by francescoc

7 Comments

Riccardo

Ti seguo da tanto tempo, ma questo è l’articolo che mi ha più commosso ed esaltato!!!
Hai ragione, aldilà di come andrà a Houston, con due miti come TB e BB non si può che essere grati al fato di averceli dati ed essere sempre orgogliosi di questa maglia. Go Pats!!!

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Roberto

Brady & Belichick mostruosi ! E… avete visto la cattiveria negli occhi di Brady ?
E’ chiaro che sta pensando:”Palloni sgonfi eh? Vi faccio vedere io, massa di Sxxxxxi” !

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Giancarlo Boromei

Tutto bello tutto vero ma restiamo sul pezzo:c’è ancora un superbowl da vincere.
Perché la filosofia dei vincenti è che la vittoria più bella è sempre la prossima !!
Ciao e Go Pats!!!!

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