Inizia con questo articolo una nuova rubrica di Patriot Reign, in cui andremo di tanto in tanto a guardare cosa succede in casa delle nostre rivali di division (e non solo).

Quest’oggi partiamo con uno sguardo alle squadre della nostra AFC East, che per l’ennesima volta proveranno a spodestare Brady e compagnia dalla vetta della division.

BUFFALO BILLS (record 2017: 9-7)

Dopo una stagione 2017 che li ha visti andare ai playoff, i Buffalo Bills edizione 2018 si presentano ai nastri di partenza con delle facce nuove, tante domande e qualche certezza.

Uno dei cambiamenti più rilevanti di questa offseason è stato senza dubbio il cambio di Offensive Coordinator: è infatti arrivato a Buffalo Brian Daboll, fresco campione NCAA con gli Alabama Crimson Tide di Alabama, allenati da coach Nick Saban.

Daboll è una vecchia conoscenza del New England, avendo servito sotto coach Belichick dal 2000 al 2006, arrivando a ricoprire il ruolo di wide receiver coach prima di passare ai New York Jets come quarterback coach. Sarà chiamato a rivitalizzare un attacco che vede come sua stella il running back LeSean McCoy, ma che deve invece migliorare sul gioco aereo.

Proprio quest’aspetto dell’offense sarà posto sotto la lente di ingrandimento: il reparto quarterback è completamente rivoluzionato rispetto allo scorso anno, con la partenza di Tyrod Taylor (direzione Cleveland) e l’arrivo di AJ McCarron (ex Bengals) e della settima scelta assoluta al draft 2018, Josh Allen. Completa il reparto Nathan Peterman, che qualcuno ricorderà per la pioggia di intercetti (ben cinque nel primo tempo) lanciati al suo esordio in NFL lo scorso anno.

Molti vedevano McCarron favorito per iniziare la stagione da starter, per poi magari cedere il posto a Josh Allen dopo qualche mese. Tuttavia, il quarterback ex-Bengals ha sofferto un infortunio alla spalla, ma dovrebbe essere pronto per week 1. Purtroppo per i Bills, Allen è un prospetto un po’ grezzo, probabilmente non pronto per fare da subito il titolare in una squadra con ambizioni da playoff.

Questa lotta per il posto da titolare non ha ancora un netto vincitore, motivo per cui sarà interessante osservare come si evolverà la situazione nelle prossime settimane.

MIAMI DOLPHINS (record 2017: 6-10)

I Dolphins sono reduci da un 2017 deludente, che è iniziato male con l’infortunio di Ryan Tannehill ad agosto e che è continuato (se possibile) in maniera peggiore con la firma di Jay Cutler, all’epoca ritirato e pronto a lanciarsi in una carriera televisiva come commentatore per la Fox.

Il pieno recupero di Tannehill, da anni sull’orlo del salto a quarterback di livello ma troppo spesso rallentato da guai fisici, è senza dubbio il primo passo per le ambizioni di Miami in questo 2018. Da solo però non basterà: anche in Florida è arrivato un nuovo Offensive Coordinator, Dowell Loggains, che dovrà far rinascere un attacco che in questa offseason ha perso il suo playmaker principale nel wide receiver Jarvis Landry, approdato ai Cleveland Browns.

Tra gli arrivi va sicuramente citato Danny Amendola, fino a qualche mese fa idolo della tifoseria patriota, e del running back veterano Frank Gore, che a 35 anni non vuole ancora saperne di appendere casco e scarpe al chiodo.

Gli arrivi più importanti tuttavia sono arrivati dal draft, in cui Miami ha scelto al primo giro il defensive back Minkah Fitzpatrick e al secondo il tight end Mike Gesicki: entrambi erano considerati i migliori prospetti nei rispettivi ruoli, e saranno chiamati sin da subito a contribuire da protagonisti.

NEY YORK JETS (record 2017: 5-11)

Reduci dall’ennesima stagione negativa, i Jets allenati da Todd Bowles sono chiamati all’ardua impresa di provare a risollevare un franchise che negli ultimi anni ha combinato ben poco di positivo.

A New York (sponda verde) la storia più importante è sicuramente la lotta per il ruolo di quarterback titolare: rispetto al 2017 l’unico giocatore ancora presente a roster è il veterano Josh McCown, giocatore servibile ma su cui non è possibile (o quantomeno saggio) costruire il futuro di una franchigia NFL.

Fortunatamente per New York, in squadra sono presenti due giovani di talento: il primo è Teddy Bridgewater, ex-Vikings la cui carriera ha subito una brusca frenata nell’agosto 2016 a causa di un grave infortunio al legamento crociato anteriore (il tanto temuto ACL, nell’acronimo inglese). Il quarterback, ancora venticinquenne, è stato costretto a saltare l’intera stagione 2016 e a giocare solo qualche snap in week 15 dello scorso anno. A conti fatti, Bridgewater non gioca da titolare in NFL dal 2015, ma se completamente guarito è senza dubbio un giocatore più che meritevole di scendere il campo ogni maledetta domenica.

Ultimo in ordine di analisi ma non certo di importanza, Sam Darnold è approdato ai Jets come terza scelta assoluta al draft di quest’anno (secondo quarterback chiamato, dopo Baker Mayfield, nonostante per molti analisti fosse il miglior prospetto): il rookie ha saltato parte delle attività facoltative della off-season perché senza contratto, cosa mai positiva per un quarterback alla sua prima esperienza da professionista, ma il talento e l’età sono dalla sua parte.

La lotta tra questi tre giocatori è tutt’altro che chiusa, e ancora oggi non è chiaro chi scenderà in campo a settembre per la prima di campionato; il tutto è reso ancora più complicato dal tentativo da parte dei Jets di scambiare Bridgewater, ma il prezzo in termini di scelte per nulla basso ha fatto sì che per il momento la franchigia di New York non abbia trovato nessun partner di scambio. Ad oggi è possibile che il rookie Darnold conquisti il posto sin da subito, ma se il coaching staff non dovesse vederlo pronto toccherà a uno dei due giocatori più esperti iniziare la stagione da titolare.

 

 

Paolo Vassallo@PatriotReign

Written by francescoc

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