Per capire, o almeno per cercare di convivere serenamente col momento difficile dei nostri, bisogna fare un passo indietro, staccare gli occhi dal televisore, dimenticarci la disfatta contro Philadelphia e analizzare in maniera più generale che cosa vuol dire giocare una stagione NFL e cosa possiamo augurarci di vedere da qui a fine stagione.

Uno dei reparti più in difficoltà è sicuramente l’attacco, ma non facciamoci prendere da isterismi collettivi, gli infortuni li hanno tutti, e nessuno si dispiacerà per noi quindi tantovale valorizzare ciò che abbiamo e cercare di produrre gioco e produrre punti, perchè quel che abbiamo è sufficiente per vincere le partite, o meglio, quel che abbiamo oggi è sufficiente a vincere le gare che ci rimangono davanti. Attenzione, lungi da me sottovalutare i prossimi avversari o ancora peggio garantire 4 vittorie, ma il roster attuale nonostante gli infortuni deve e può bastare per produrre un gioco concreto e portarci di nuovo nella colonna delle “W”. Non condanno chi si appella ai rinomati “free agents” come fossero la soluzione ad ogni nostro problema ma hey, vi svelo un segreto : sono free agents per un motivo. Se fossero giocatori capaci di cambiare le sorti della stagione di qualsiasi squadra avrebbero il loro posto in qualche roster, o nel caso di nomi che si fanno ultimamente (Randy Moss, Terrell Owens) se fossero ancora capaci di stare su un campo da football. La free agency non è MAI la risposta e questo non lo dico solo io lo dice anche il passato e l’esperienza.

Chad “85” nella sua stagione in New England.

 

Devo ricordarvi che abbiamo pagato parte della pensione a questo signore? o l’exploit durato meno della stagione di Geno Smith, di Reggie Wayne? Certo, qualcosa ha funzionato in passato come la firma di Brandon Lloyd, ma se in un roster NFL l’addizione di un FA può apportare una miglioria di un 10/15% al reparto in questione, la cosa si complica quando parliamo di attacco; la offense è un mondo completamente diverso dalla difesa, ed è uno dei motivi per i quali tendenzialmente le trades o le firme a stagione in corso interessano maggiormente quel reparto. Per quanto riguarda l’attacco, ci sono tutta una serie di aspetti da tenere presente, che spesso complicano o rendono arduo il lavoro a chi è già a roster da mesi figuriamoci a un eventuale nuovo elemento.

L’aspetto principale è sicuramente il feeling col proprio QB; parole e concetti come “timing”si sviluppano allenandosi per mesi insieme e lavorando giorno e notte sul medesimo playbook, figuratevi che l’estate 2014 Julian Edelman l’ha passata in California, affittando una dimora a pochi passi dalla residenza estiva di Tom Brady, per potersi allenare insieme a lui e sviluppare un amaggiore intesa; Edelman che è a roster da quando è stato proposto al draft. Lo stesso Brady, ha sempre dichiarato che per lui l’importante è che il WR sia nel posto giusto al momento giusto, e nel tempo ha dimostrato di digerire poco e male un giocatore non capace di rispondere ad ogni sua necessità, anzi spesso ha coinciso con l’accomodarsi in panchina. Non importa come ti chiami e non importa che numero hai, se ti troverai nel posto giusto al momento giusto ci pensa Brady (poi certo, si devono limitare i drops ma è un altro paio di maniche). Questo discorso ovviamente include anche gli uomini di linea, che spesso oltre al libro degli schemi, fanno intere sessioni di allenamenti coi QB per provare gli “snap counts” ovvero le chiamate e gli audibles vocali del QB prima dello snap.

Ma quanto conta l’affiatamento?

Conta in maniera imprescendibile, voi pensate solo a questo aspetto che cerco di spiegarvi ora ora : voi sapete bene che la offense in NFL ha un cronometro che va a scadere entro il quale il pallone va dato al QB che fa partire l’azione. Quando una offense è al completo ed è affiatata a dovere, capita più volte di vederli sistemati con ancora una decina di secondi a disposizione, e questo apre tutta una serie di possibilità come cercare di ingannare la linea difensiva per fargli commettere una penalità, oppure chiamare un paio di audibles per cercare il match up migliore e cos’ via. Ma a noi in questo periodo questo lusso non è concesso, perchè con così tanti giovani (nella OL) e cos’ tante riserve (nei WR) Brady ha spesso il compito, dopo aver chiamato lo schema, di sistemare e mettere al loro posto gli indecisi, chi non ha ben chiaro il proprio compito, e non è raro ultimamente vederlo avvicinarsi ai suoi dicendo cose com e”GO!” a ricevitori che lo guardano come se gli stesse parlando di fisica quantistica. Questo non lascia il minimo margine per il lavoro dopo il set up di cui abbiamo parlato poco fa, ma fa anche un altro danno : mangia cronometro.

La difesa avversaria così, inizia a capire di poter aspettare gli ultimi secondi del clock (i giocatori possono vedere il clock su entrambe le endzones) e non corrono il rischio di farsi cogliere impreparati da una partenza non attesa; vedere infatti Brady impartire ordini ai suoi a 5 secondi dallo scadere del clock, permette soprattutto alla linea difensiva di rilassarsi ed esplodere allo snap del pallone senza doversi preoccupare dei vari conteggi ad inganno o simili. Voi immaginatevi tutte queste problematiche, aumentate esponenzialmente con in campo un quale free agent firmato magari 3 giorni prima, impossibile.

D’altronde se la offseason è fatta di allenamenti volontari prima, e di training camp dopo, un motivo ci sarà; se bastasse entrare in campo coi migliori giocatori disponibili e farli muovere come robots allora si chiamerebbe Madden, ma non è un videogioco e la forza del tuo attacco, nella realtà, non dipende solo dai valori dei singoli.

fosse così facile…

Un altro aspetto per il quale io non amo condannare i nostri ricevitori, o meglio non ancora, è il fatto che molti di loro si sono trovati dal nulla a dover performare come delle soluzioni numero 1 o 2. Danny Amendola quando era ai Rams era abituato a vedere molti targets destinati a lui, era uno dei principali ricevitori (quando sano) e il carattere per entrare a piedi uniti nella nostra offense lo aveva già dimostrato. Anche lui comunque ha avuto bisogno di un periodo di adattamento abbastanza considerevole, ma ora noi tifosi lo osanniamo come fosse uno dei principali motivi di successo del team e di fatti lo è. LaFell è un giocatore valido, che a Carolina funzionava come ibrido tra TE e WR ed era la soluzione numero 3 o 4 dell’attacco di Cam Newton, e secondo me uno come lui a noi serve come il pane, altro che tagliarlo! certo, ogni tanto lascia cadere dei palloni sanguinosi, ma nella sua carriera forse non è mai stato chiamato a ricoprire il ruolo di WR n.1 come invece questo periodo richiede. Non parliamo di Keshawn Martin, che a Houston ritornava i kick offs e poco altro, oppure di Scott Chandler, che in stagione dominava solo in 2 gare, quelle contro di noi. Questi sono ragazzi validi, giocatori buoni ma non ottimi, che con tempo e lavoro mostreranno i frutti, si spera, come sta accadendo per James White che dopo un paio d’anni di banco di scuola sta finalmente supoerando gli esami. Un QB come Brady può far diventare un fenomeno chiunque, ma al tempo stesso esige parecchio, e non è facile giocare per noi. Lo stesso Chad Johnson disse di non aver mai nemmeno ultimato la lettura del nostro playbook in tutta la stagione ai Pats, mentre LaFell dichiarò che il libro schemi della nostra offense era circa il triplo dei precedenti studiati da lui.

Come è chiaro che ci sia bisogno di tempo, è anche chiaro che piangersi addosso non serve a nulla; Seattle deve rinunciare a Jimmy Graham, i Packers a Jordy Nelson, tutti hanno sfortune, ma nessuno ti concede nulla. le armi che abbiamo sono a mio avviso sufficienti per vincere, saremmo imbattuti con una migliore gestione dei possessi, ed un running game non dico valido ma per lo meno capace di chiudere un paio di downs, e qui ritorno alla linea offensiva giovane ed al rodaggio necessario. Che poi magari imbattuti no, visto che siamo anche ad un intercetto mancato da Collins al perdere con i Giants. Ma al di là dei se e dei vari casi ipotizzabili, la soluzione a mio avviso sta nel metodo e nell’approccio alla partita, e nessuno, tantomeno dal mercato dei free agents, verrà a salvarci.

Le difese che affronteremo sono di primo livello (Houston, NY Jets) e anche Miami e Tennessee possono impensierire, mentre i loro attacchi un pochino meno; sarà quindi fondamentale avere una difesa sugli scudi per portare a casa 4 vittorie e sperare nel bye.

#OnToHouston

 

Written by francescoc

1 Comment

Piero

Condivido in pieno, bisogna avere pazienza e recuperare BENE gli infortunati….. l’amalgama non si compra (vero Presidente Massimino?)….. a tal proposito ricordo i primi anni di Edelman e pensavo “non potrà mai sostituire uno come Wes Welker” invece dopo la scorsa stagione mi sono ricreduto, anzi…… go pats!!!!!!

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